In attesa della sfida di domenica sera al Marassi contro i blucerchiati di Claudio Ranieri e l'agguerrito Presidente Massimo Ferrero, che avrebbe previsto la propria squadra imporsi sul Diavolo con una doppietta e spavaldamente dare la notizia in pasto alla stampa quasi a voler controbilanciare i vari rumors che vedrebbero da alcune settimane il club doriano in vendita, vado a sfogliare l'almanacco Rossonero alla ricerca delle pagine più significative nella sua gloriosa storia, ma relativamente al solo mese di dicembre che ci vide campioni intercontinentali per ben due volte di fila, mentre la prima volta, che vado a riassumere, accadde nel mese di Ottobre.

AMARCORD  MILAN
22 Ottobre 1969 - Stadio Bombonera di Buenos Aires
In quel giorno si giocava la gara di ritorno tra Estudiantes La Plata e Milan per l'assegnazione della Coppa Intercontinentale contesa tra i detentori della Coppa Campioni (vinta il 28.5.69 dal Milan sull'Ajax per 4 reti ad 1 al Santiago Bernabeu con la tripletta di Pierino Prati e la squadra vincitrice della Coppa Libertadores, appunto l'Estudiantes La Plata che aveva sconfitto gli uruguaiani del National Montevideo il 31.1.69 con il risultato complessivo di 3 a 0)  nello stadio della capitale argentina gremito da 110.000 tifosi dei quali poche centinaia di Rossoneri giunti ad acclamare la nostra squadra reduce da un  rotondo 3 a 0 ( 2 Sormani e 1 Combin ) nella gara di andata disputata a San Siro.  I giocatori argentini scesero in campo con il coltello tra i denti, il loro allenatore Ozvaldo Zubeldia li caricò talmente che sin dai primi minuti ci fu una vera e propria caccia all'uomo.  Già all'uscita del sottopassaggio i giocatori allenati da Nereo Rocco furono presi di mira da scellerati ultrà bianco-rossi con caraffe di caffè bollente, fu solo l'angosciante presagio di una gara scellerata. L'Estudiantes era un fenomeno alla fine degli anni 60, una piccola città sudamericana, paragonabile al nostro Chievo che era riuscita ad imporsi nel calcio di allora e presentarsi alla finale di un trofeo mondiale. La loro squadra annoverava buoni e cattivi, tra i buoni si ricordano Carlos Bilardo, il futuro tecnico dell'Argentina e Juan Ramon Veron il padre dello a noi noto Sebastian Veron, ma tutti gli altri erano dei boxeur e come tali si comportarono in tutto il match.  Queste le testuali parole rivolte a fine gara alla stampa dal nostro Giovanni Lodetti: " ...quando avevamo un pallone arrivava un argentino..e ci spaccava!..l'arbrito, un cileno, se ne fregava altamente!...un terzino falciò letteralmente Pierino Prati e come se non bastasse arrivò di corsa il portiere Poletti che gli mollò un calcione sulla schiena...e il povero Piero dovette uscire!"  Dopo un quarto d'ora di gioco Gianni Rivera in un'azione di contropiede driblò difensore ed il portiere Poletti, un mancato rugbysta picchiatore,  ma l'Estudiantes ribalta in pochi minuti il punteggio pareggiando con Conigliaro e passando in vantaggio con Suarez. Forti del 3 a 0 dell'andata la nostra squadra badò a difendersi mantenendo il più possibile il pallone, ma si scatenò una vera guerriglia in campo  con scazzottate da film western e visto che non si poteva vincere la Coppa al termine dell'incontro che vedrà innalzare il trofeo da Capitan Rivera, alcuni agenti ammanettarono Nestor Combin ritenuto, per la sua passata nazionalità argentina, un disertore al servizio di leva e per suggellare l'evento il giustiziere, sempre lui, il portiere Poletti sferrò un devastante uppercut al nostro attaccante, ormai naturalizzato francese, devastandogli il volto...uscì dal campo con naso e zigomo rotti ed i compagni che lo sorreggevano tra lacrime e sangue..  La foto del suo volto emaciato e sanguinante fece in breve il giro del mondo....e quella prima Coppa Intercontinentale vinta dal Milan in terra argentina verrà ricordata come "la Coppa insanguinata"! 

17 Dicembre 1989 -  Stadio Olimpico Tokyo
In quel giorno si assegnò al Milan, a distanza di venti anni esatti, la sua seconda Coppa Intercontinentale vinta nella XXVIII edizione del trofeo battendo per 1 rete a 0 l'allora prima squadra colombiana l'Atletico Nacional di Medellin. I pronostici della vigilia davano la squadra di Arrigo Sacchi con il mitico trio olandese come nettamente favorita ma l'allenatore dei bianco-verdi Maturana organizzò in contrapposizione uno schema di gioco per molti versi simile a quello del trainer di Fusignano sfruttando l'utilizzo sistematico del fuorigioco, unitamente ad un pressing asfissiante ed a rapidissime ripartenze. Ne scaturì una gara che per tutti i 90' risultò in perfetto equilibrio, merito dei colombiani che riuscirono ad ingabbiare le trame di gioco dei Rossoneri, per giunta privi dell'infortunato Gullit. Sarà l'ingresso di Alberico Evani a cambiare il volto alla partita, a solo un minuto dal termine dei tempi supplementari, con lo spettro già delineato della lotteria dei calci di rigore,  dopo una percussione di Van Basten che costringerà la difesa colombiana a ricorrere al fallo, sul seguente calcio di punizione dal limite dell'area Evani, soppiantando il titolare preposto Roberto Donadoni, insaccherà con un preciso tiro mancino il pallone aggirante la barriera e piazzandolo nell'angolo basso della porta dove nulla potrà l'istrionico Renè Higuita. Al termine del match il centrocampista toscano riceverà il premio come miglior giocatore del torneo.

9 Dicembre 1990  -  Stadio Olimpico Tokyo
La XXIX edizione della Coppa Intercontinentale 1990 venne denominata per ragioni di sponsor Toyota Cup '90. Per il secondo anno consecutivo il Milan di Sacchi ormai denominato Milan degli Immortali sbarcherà ancora a Tokyo per affrontare nell'ultimo atto della competizione i paraguyani dell'Olimpia Asuncion che si erano aggiudicati dopo 11 anni la Coppa Libertadores. Sacchi fu costretto a rinunciare per infortunio a due pedine importanti quali Ancelotti ed Evani sostituendoli a centrocampo con Carbone e Stroppa. La partita inizierà non fortunatamente per i nostri colori, al 25' Paolo Maldini vittima di un contrasto nell'area di rigore paraguyana sarà costretto ad uscire e gli verrà riscontata la frattura della clavicola destra e verrà sostituito da Filippo Galli. Nel proseguo del primo tempo la nostra squadra farà valere la sua maggior qualità tecnico-tattica sfiorando la rete più volte ed andando in vantaggio grazie ad un gol di Rijkaard, testa su cross di Gullit. Stessa musica, stesso predominio di gioco nella ripresa che vedrà in gol al 17' Stroppa ed al 65' dopo una bellissima incursione di Marco Van Basten che centrerà il palo (e saranno due i legni colpiti dall'olandese), ma sulla ribattuta sarà lesto Rijkaard, che verrà proclamato come miglior giocatore della manifestazione, a planarsi in tuffo ed insaccare di testa  realizzando così la sua doppietta personale nella finale che laurererà il Milan per la seconda e consecutiva volta campione intercontinentale, a suggello del suo terzo trofeo in questa competizione.

AMARCORD DI VITA
Domenica 8 Dicembre 1968  -  Piazza Navona  Roma
Lo storico mercato con le bancarelle natalizie di Piazza Navona era già stato allestito ai primi del mese e così, memore del messaggio di mia madre che m'invitava a comprare le statuine raffiguranti i Tre Re Magi, le vecchie si erano rovinate, per posizionarle sul Presepe che avremmo approntato nei prossimi giorni, e siccome quel Presepe era composto da decenni con tutti personaggi, casette e abbellitivi vari provenienti dalle bancarelle di Piazza Navona, promisi a mamma Ofelia che i Tre Re Magi li avrei acquistati solo in quel mercato, esattamente come fecero i nostri nonni mezzo secolo prima
Quella Domenica mattina uscii di casa con una bustina contenente i vecchi Magi (mi servivano per ritrovarli della stessa altezza), l'aria era già abbastanza fredda, si avvertiva l'atmosfera del Natale, del resto mancavano due settimane. Con la mia nuova 500, aveva solo due mesi di vita, andai ad aspettare sotto casa la mia fidanzata Angela che nel vedermi con quella bustina di Magi scoppiò a ridere e le chiesi il perchè.....la sera prima la Rai aveva trasmesso "Natale in casa Cupiello"..."...sai...Massi!!...mi ricordi Eduardo De Filippo quando se ne va al mercato... proprio a cercare quei tre Magi...!" Salimmo in auto, il freddo era pungente, aprii il riscaldamento della 500...ve lo ricordate?!...la chiavetta sulla destra dietro al sedile...e dopo 20'' ti arriva una zaffata di caldo soffocante...altro che le tecnologie di oggi!!  Dopo una mezz'oretta trovo fortunatamente un posto per parcheggiare la 500 in Corso Vittorio a poche centinaia di metri da Piazza Navona.

Manca poco a mezzogiorno e Piazza Navona è già gremita. Le prime bancarelle sono piene di dolciumi e strenne natalizie, verso le ultime si trova tutto il necessaire per albero e Presepe. Dopo un paio di ricerche trovo i personaggi dello stesso calibro, ed acquisto i nuovi Re Magi solennemente manufatti da una bottega artigiana partenopea. Angela, la mia fidanzata, è ancora una bambinona e allora si ferma prima al banco dello zucchero filato e con quello zeppo ovattato in mano se ne scende sulla giostra d'epoca all'interno di una carrozza imperiale ...quì nel nostro salotto di casa una vecchia foto in bianco e nero ricorda quell'evento...a distanza di oltre mezzo secolo.....nel guardarla...è inevitabile chiedere contributo ad un paio di fazzolettini di carta! Angela, l'allora mia fidanzata, dopo qualche anno divenne mia moglie....quella Domenica mentre scattavo alcune foto da una bancarella un amplificatore diffondeva per tutta Piazza Navona le note di una nuova canzone di Massimo Ranieri .....Rose rosse per te/ Ho comprato stasera/  Ed il tuo cuore lo sa/ Cosa voglio da te........
Mano nella mano ce ne tornammo verso la nostra 500, in fondo a Piazza Navona alla confluenza di due vicoletti c'è in un angolo la statua di Pasquino celebre per le Pasquinate Romane, una sorta di messaggeria pubblica usata dai cittadini per dimostrare a mezzo di scritti che depositavano notte tempo ai piedi della statua il proprio dissenso verso i personaggi pubblici più importanti. Lo superammo per andare a mangiare in una rinomata rosticceria di Largo Argentina gli arancini più buoni mai prodotti, ovviamente dopo quelli siciliani. Andai al telefono pubblico del locale e con i vecchi gettoni Angela e Massimo avvertirono le rispettive mamme che non sarebbero rincasati per il pranzo. Mia suocera, siciliana verace, disse a sua figlia di riportare a casa 4 arancini. E così nel tardo pomeriggio, dopo una passeggiata tra i negozi di Via del Corso, le castagne di Via Condotti, altre due foto alla Barcaccia di Trinità dei Monti, e l'immancabile lancio della monetina a Fontana de' Trevi ce ne tornammo a casa...era ormai sera...freddo ed umidità erano sempre più pungenti...ma dopo un paio di minuti l'aria nell'abitacolo della mitica 500, con la solita chiavetta del riscaldamento aperta, ribolliva....con un classico odore di arancini la cui busta era proprio sotto il bocchettone di uscita dell'aria calda.....un profumo di Sicilia...di mare...di vacanza...di libertà!!.....
.......Eravamo felici...giovani...spensierati...e tornammo a casa fischiettando quella canzone ...che ormai ci era entrata nella testa........ Rose rosse per te........forse in amore le rose/ non si usano più/ ma questi fiori sapranno parlarti di me..........Rose rosse per te!!!....e quella sera ci lasciammo con quelle note in testa...e con un prolungato abbraccio nell'abitacolo della nostra mitica cinquecento!!  "...a domani...un bacio!"   "...un bacio anche a te!...ti voglio bene!!"  "...anche io...cara!...buona notte!"

Un abbraccio
Massimo 48