Lo sappiamo, Alvaro Morata è un attaccante dotato di grandi doti atletiche e tecniche. Possiede ottima velocità sul lungo che, abbinata a un ottimo controllo del pallone con entrambi i piedi in conduzione, lo rendono abilissimo negli spazi aperti con la sua progressione palla al piede. La tecnica individuale è di alto livello e brilla in particolare nel primo controllo. Si muove benissimo dentro l’area dove calcia bene con entrambi i piedi, ha una grande tecnica nel colpo di testa, dove sfrutta anche un ottimo senso dello smarcamento. La combinazione delle doti atletiche e tecniche ha regalato versatilità a Morata, e ha suggerito agli allenatori un impiego vario dell’attaccante spagnolo. La sua stazza (è alto 189 cm e pesa 85 kg) unita alla mobilità, all’agilità e alla capacità di coprire tutto il fronte offensivo, giocando bene anche sull’esterno, ha favorito un suo impiego da centravanti in schieramenti offensivi a una sola punta. L’abilità nel giocare internamente o sulla fascia, la possibilità di ricevere venendo incontro al portatore o attaccando la profondità, gli ha permesso di giocare con qualsiasi tipologia di compagno in schieramenti a due attaccanti, svolgendo indifferentemente i compiti di prima o seconda punta e persino l'ala sinistra. 

L'esperienza in Premier League sembra però portare avanti la tendenza già emersa la passata stagione per cui Morata sta consolidando il proprio ruolo in campo trasformandosi in un centravanti puro. Fino all'anno scorso anche Zinedine Zidane lo ha impiegato come arma tattica in campo aperto e spesso nella seconda parte delle partite, quando si aprivano più spazi. In questo modo Morata non era obbligato a trovare il modo di associarsi al resto della squadra ma poteva ricercare in maniera più diretta l’attacco alla profondità e la finalizzazione. Il Chelsea di quest’anno alterna il 3-4-2-1 al 3-5-2. In entrambi i casi Morata è stato impiegato da centravanti puro, con pochi movimenti verso l’esterno. I compiti assegnati a Morata da Conte sono diventati quelli tipici di un centravanti puro: tenere bassa la linea difensiva avversaria, attaccare la profondità e finalizzare dentro l’area. I dribbling per 90 minuti sono scesi dai 3-4 italiani ai 2.2 al Chelsea. Morata sta quindi asciugando il suo gioco, dovendosi più che altro concentrare sull’occupazione degli spazi centrali e sulla finalizzazione. La percentuale di conversione, calcolata come rapporto percentuale tra tiri effettuati e gol fatti, si è impennata dai tempi della Juventus. Morata è passato dal 12% dell’ultima stagione in bianconero a un clamoroso 30% al Real Madrid, per poi assestarsi al 20% al Chelsea. Morata è sempre più freddo, e ha in più migliorato la sua abilità nel concludere a rete di testa, da sempre uno dei sui punti di forza. Nei due anni alla Juve questa percentuale è stata costantemente al 17%, per innalzarsi repentinamente al 36.7% al Real Madrid la passata stagione e al 32.5% al Chelsea. 

A dispetto della forza fisica a disposizione, la gestione dei duelli corpo a corpo coi difensori non è mai stato un punto di forza di Morata e deve ancora migliorare. Conte ad esempio per questo difetto di fisicità ha dovuto, mancando il centravanti che sfrutti il fisico per far salire la squadra come Costa, passare ad un gioco più posizionale e fondato sulle rapide ripartenze per adattarsi alle caratteristiche di Morata. I margini di miglioramento di Morata rimangono quelli di sempre: la gestione dei duelli corpo a corpo, le qualità delle sue scelte di gioco e la capacità di associarsi coi compagni di squadra, specie in fase di attacco posizionale.  Chissà che, abbandonando l’esigenza di diventare un attaccante totale, Morata non abbia trovato la giusta strada per il suo futuro, trasformandosi in un moderno centravanti d’area. Nonostante non abbia, ad esempio rispetto all'Higuain (36, 24 e 16 gol, in verità son dati in calo) di questi ultimi tre anni, grandi statistiche realizzative (15, 15 e 11 gol) rispettivamente, solo quest'anno è partito da titolare, essendo soprattutto un subentro negli anni precedenti. Eppure già in Spagna il rapporto tra gol e tempo di gioco è altissimo: una realizzazione ogni 89 minuti, solo Messi ha una media migliore nel campionato spagnolo.Il suo tasso di conversione (27,22%), poi, è superiore a quello di Lukaku (22,72%), Belotti (20%) e Kane (23,36%). 

I dati dimostrano che Morata è un progetto di top player, le doti tecniche sono enormi, esattamente come i margini di miglioramento. Quello che gli è ancora mancato è un luogo geografico e calcistico in cui potersi esprimere con continuità, in cui misurare una star quality riconosciuta ma non ancora compiuta, rifinita. Quello che tuttavia più fa difetto è l'aspetto caratteriale. E' un ragazzo che subisce molto la sua emotività, tutti ricordiamo quanto male sia stato nell'ultimo anno juventino, diviso tra un presente senza futuro ed un futuro senza certezze. Anche quest'anno quando sembrava aver trovato la titolarità e considerazione da parte dell'allenatore, e la stabilità familiare, la testa, come racconta lui stesso, ha influenzato il rendimento in campo. Un eventuale approdo alla Juve, con un ambiente dove si è trovato bene, ritroverebbe la centralità, potrebbe far la differenza e far pensare ad una separazione indolore da Higuain. L'argentino, complice un rapporto con la cura del suo fisico, sta certamente palesando un progressivo calo delle sue statistiche realizzative, dai 36 ai 16 gol dell'ultima stagione, ma è al momento comunque un gradino, di più, avanti rispetto a Morata nel lavoro di finalizzazione del lavoro della squadra. Considerata la presenza di Douglas Costa e Dybala, il ruolo dello spagnolo nella rosa può essere o quello della alternativa all'argentino (in luogo del partente Mandzukic) o del sostituto dello stesso, e solo eccezionalmente può ipotizzarsi un suo impiego alla Mandzukic, rispetto al quale manca completamente l'interpretazione della posizione. Cedere Higuain, tuttavia, per affidarsi ciecamente allo spagnolo, è un rischio che presupporrebbe l'avere una "ruota di scorta" che copra le lune negative che puntualmente in stagione si trova ad attraversare. In questo senso, l'ipotesi più seria sarebbe quella della staffetta, con un Higuain al centro dell'attacco juventino per un'ultima stagione, mettendo Morata in rampa di lancio per la definitiva titolarità nel 2019-2020.