Da anni ci lamentiamo di stadi italiani obosleti e fatiscenti, inadatti alle famiglie, con terreni di gioco trascurati e al limite della praticabilità. Le polemiche aumentano vertiginosamente nel momento in cui abbiamo l'ardire di paragonare gli impianti nostrani con i magnifici, avveniristici e impeccabili stadi d'oltremanica. Molti di questi polemizzatori seriali - che sembra si divertano a gettare fango sul nostro calcio - cambierebbero all'istante idea qualora venissero a sapere dell'esistenza dello "Huish Athletic Ground" di Yeovil, sudovest dell'Inghilterra. Non proprio lo stadio dove da bambini sogniamo di giocare - per usare un eufemismo - ma di certo un luogo unico e speciale.

Questo piccolo stadio incastonato nel Somerset - che ha ospitato uno dei più famosi "omicidi calcistici" della storia della mitica FA Cup, i cosiddetti "Giant Killer" - fu per settant'anni lo stadio dell'ancor più piccolo (in termini di notorietà) club dello Yeovil Town. Un tempo conosciuto come Yeovil & Petters United, la squadra biancoverde giocò allo Huish per settant'anni, avendo giocato la prima partita ufficiale nel lontano 1920 e congedandosi dai propri supporters nel 1990. La peculiarità di questo stadio - che, a seconda dei punti di visita, potrebbe essere giudicata in maniera positiva o negativa - stava nell'inclinazione del suo prato da gioco. Esatto, avete capito bene, in alcuni punti il terreno presentava dei dislivelli spaventosi: inclinato di 6 piedi (circa 1,80 m) da un fondocampo all'altro, e di 8 piedi (circa 2,40 m) verticalmente, in corrispondenza del centrocampo. Tutti erano a conoscenza di questo difetto, ma nessuno a Yeovil interveniva a causa degli elevati costi di "appiattimento" del campo. Il quale divenne presto famoso per il suo caratteristico passo inclinato e - come detto - non mancarono sia commenti entusiasti sull'originalità di quel terreno, sia aspre critiche, soprattutto da parte di chi su quel terreno doveva giocarci. "Era ridicolo, le squadre odiavano assolutamente giocarci lì", dice l'ex difensore dello Yeovil Town, Neil Coates. "La pendenza era evidente, sia da una parte all'altra del campo, sia in prossimità della metà campo. Era impossibile giocare a calcio in modo normale, era un altro sport. Abbiamo cercato di sfruttare la situazione a nostro vantaggio: utilizzavamo ali velocissime, che lo diventavano ancora di più favoriti dal piano inclinato. Il numero di goal segnati in questo modo è stato incredibile". Il momento più memorabile di questo stadio sui generis avvenne il 29 gennaio 1949, quando lo sfavoritissimo Yeovil Town - militante nella Southern League, un campionato di " Promozione" nella piramide calcistica italiana - batté clamorosamente 2-1 il fortissimo e ricchissimo Sunderland nel quarto turno di FA Cup. Sunderland che all'epoca era fisso in First Division (la vecchia Premier) ed era soprannominato la "Banca d'Inghilterra", viste le ingenti somme di denaro spese per accaparrarsi i migliori e i più costosi giocatori, tra cui il celebre Len Shacleton. La partita in questione fece registrare il maggior numero di spettatori allo Huish, con un totale di 17.123 spettatori impegnati a gustarsi uno dei più noti casi di "Giant Killer" di sempre, quello in cui Davide batte Golia. Nel 1963 un rifacimento delle tribune, costato 60.000 sterline, venne apportato giusto in tempo per il secondo turno della FA Cup con il Crystal Palace, nel quale lo Yeovil Town vinse 3-1. Oltre allo stand, il progetto da migliaia di sterline portò anche a nuovi spogliatoi, una sala riunioni al piano superiore e un rinnovato bar. A posteriore, forse quei soldi potevano essere spesi in altra maniera, magari eliminando quella pendenza del terreno, che inevitabilmente finiva per falsare le partite. Il già sopracitato Coates sottolinea come i suoi ricordi più affettuosi di quando era calciatore saranno per sempre legati alla magica atmosfera di quello stadio, che gli spettatori riempivano in ogni ordine di posto, settimana dopo settimana. "In uno stadio così piccolo l'atmosfera era incredibile. I sostenitori erano soliti posizionarsi dietro la porta verso cui stavamo attaccando e facevano di tutto per spingerci a segnare. ​​​​​​C'era un clima assolutamente magnifico. Era un campo un po' particolare, ai limiti della legalità credo, ma non posso non rimarcare quanto i fan fossero incredibili." Il 1990 segna la fine del calcio al vecchio "Huish", nella partita d'addio contro il Telford United del 5 maggio, che fece partire i titoli di coda a settant'anni di indimenticabili azioni. Lo Yeovil Town si trasferì in un nuovo stadio appena fuori città - che prese il nome dell'antico stadio - e oggi, sulle ceneri del rimpianto "Huish Athletic Ground", sorge uno spoglio e freddo parcheggio di un ipermercato. Uno schiaffo morale ad uno degli stadi più brutti e controversi, ma speciali ed emozionanti d'Inghilterra.