Inutile stare a girarci intorno: la Juve vincerà l’ennesimo campionato perché ha tutto, anche e soprattutto un’eccessiva fonte di fortuna al suo fianco.
La prestazione oscena e snervante fornita contro il Milan ne è la dimostrazione. Una squadra, quella rossonera, che nonostante le mille difficoltà si è giocata la sfida ad armi pari, meritando davvero di uscire dallo Stadium con un risultato positivo. Purtroppo la legge del calcio spesso condanna la meritocrazia, come il gol di Dybala, piombato proprio nel momento più buio dei bianconeri; lo stesso argentino che, subentrato a Cristiano Ronaldo, ha dato un po’ di freschezza agli uomini di Sarri.
E forse è proprio attorno alla figura di Cr7 che si creerà senza alcun dubbio un caos mediatico, visto e considerato che il portoghese non sembra aver preso bene la sostituzione, pur essendo consapevole di una condizione fisica non ottimale. Sarri, però, è riuscito ad andare oltre, e questa volta i cambi, ma anche la fortuna dovuta ai numerosi miracoli di Scznesny hanno strizzato l’occhio all’ex Chelsea, che scavalca l’Inter e si piazza di nuovo al comando della classifica. 

Fortuna, ma non solo.
La Juventus vista contro il Milan ha testimoniato un crollo fisico, nonostante l’ampia rosa a disposizione. Lo stesso Ronaldo sembra ormai lontano anni luce dalla stella divina che incantava il Bernabeu, ma il tempo passa per tutti, e i numerosi dribbling falliti  ne sono la testimonianza; un nervosismo diffuso, simboleggiato a dovere dall’uscita dal campo e da quello sguardo felino lanciato a Sarri prima di tornare negli spogliatoi. Peccato, perché un campione non dovrebbe mai rispondere in quel modo per il rispetto dei compagni di squadra. Un gesto non bello, forse Messi non lo avrebbe fatto, visto il carattere completamente più aperto e socievole del fenomeno argentino. 


Se Sarri ha guadagnato dei punti a favore sacrificando anche un fenomeno come Ronaldo, chi ha dimostrato di essere il miglior manager al mondo è Jurgen Klopp. L’allenatore tedesco, a poche ore prima di Juventus-Milan, si è trasformato in un generale perfetto, dirigendo i propri ragazzi a dominare il Manchester City dall’inizio alla fine. Prima il gol fantastico di Fabinho, poi le splendide azioni ben manovrate di Salah e Manè che regalano il successo ai Reds. Insomma, l’opposto di quanto accaduto a Torino. Mentre ad Anfield il Liverpool incanta con precisione e trame avvincenti, all’Allianz Stadium si salva solo il risultato, come ormai succede da diverso tempo. 

Presto per emettere sentenze, eppure un confronto a livello europeo a metà novembre può essere fatto.
Questa Juve ha molto da imparare e al momento è assai indietro rispetto alle big di Premier e della Liga spagnola. Sicuramente anche la Champions sarà competitiva, però tutti i complimenti incessanti rivolti dalla stampa rischiano di sgretolarsi sotto i fatti, con una squadra che ha vinto diverse partite solo grazie alla fortuna del caso, giocando lo stesso calcio di Allegri e portando a casa il massimo risultato con il minimo sforzo. Troppo poco, adesso l’ennesima sosta forse anche inutile sotto certi aspetti spezzerà questo mini ciclo di partite, ma mentre a Torino comincia il caso Ronaldo, ad Anfield si può centrare la seconda Champions consecutiva. Quella Champions ambita dagli Agnelli, che andando avanti così rischia di diventare l’ennesima ossessione stagionale.
Il Liverpool gioca con il pallone, la Juve con la fortuna; a volte basta, ma sul lungo rettilineo i limiti verranno fuori. E questa Juventus in Europa rimarrà sempre il pesce piccolo sbranato dagli squali più grandi, come il Liverpool, che anche in questa stagione è pronta ad innalzare l’urlo di Anfield sotto le stelle più luminose del cosmo.