Deve stare sul serio sui c…ni, ma non solo a qualcuno! L’impressione è che qualunque comportamento sia vagliato dettagliatamente e sempre in senso negativo. Ma perché?

Il connubio Juve-Sarri è sicuramente fonte di maliziosità da parte dei media, sia perché la squadra bianconera ha monopolizzato o quasi la vittoria in Italia e si cerca a volte anche la polemica pretestuosa per ingenerare pressioni tossiche all’ambiente, sia perché come personaggio pubblico l’allenatore rispecchia più o meno lo stereotipo del toscanaccio burbero e trasandato, poco incline alle relazioni pubbliche. Si aggiunga la puzza sotto al naso, altro stereotipo, questa volta dello juventino medio, che mal digerisce la conduzione tecnica affidata all’ex avversario, già di allegriana memoria, per completare un contesto nefasto rispetto anche alla naturale positività degli accadimenti.

Lo scudetto? Sì, ma… senza gioco!? La Champions? Sì, ma… visto Supercoppa e Coppa Italia!? Dybala, Cuadrado, Bentancour rigenerati? Sì, ma… 40 gol subiti!?
Ora sembra che tutto dovrà passare attraverso le Forche Caudine del Lione. La cruna dell’ago. A me sembra ingiusto.
Già dirottare su Sarri dopo l’illusione Guardiola, tenuta in piedi solo dal colpo di magia Ronaldo dell’anno precedente, ha creato una certa pressione sul malcapitato, obbligato a corroborare lui i fasti anelati con lo spagnolo. Tant’è che gli è venuta la polmonite, per un disallineamento da stress tra corpo e mente, un classico nei manuali Yoga. E così non ha potuto neanche guidare appieno la fase di preparazione, dovendo abdicare in favore di Martusciello suo secondo.
Non gli è stata fatta una campagna acquisti ad hoc, anche per la ritrosia del Mister a voler imporre dei nomi. Ha fatto con quelli che aveva, ed era un bel avere. Certo, gli affair Dybala e Higuain non sono stati cristallini, ma a certi livelli è difficile riuscire a far coincidere il vantaggio economico con quello sul campo. Bisogna conviverci.

Si parte, Parma-Juve decisa da Chiellini. Che si fa male e lo perde per l’intera stagione, post Covid compreso. E chissà per la Champions. Grave assenza per chi deve impartire nuove linee guida sul modo di difendere. Subito De Ligt nell’arena, subito 3/4 rigori contro per fallo di mano (?), sta per bruciarsi, perde il posto per Demiral, che si fa male. Non rimane che tornare su lui, ma fortunatamente si riprende e va a dama.
Fermo Covid. Basta, stagione finita, Lotito s’incazza e vince: si gioca per lo scudetto alla Lazio. La stagione più strana del calcio mondiale finisce con lo Scudetto alla Juve.
È l’unica cosa che conta, o no?
Le peripezie stagionali non hanno fatto che confermare, però, quanto già poteva essere sospettato. A Sarri si chiedeva e si richiede il Sarrismo. Ma il contesto è differente.
A Napoli partiva da una tabula rasa, dopo Benitez il Terribile. A Torino doveva imprimere una nuova mentalità, a partire del nodo focale del baricentro difensivo, spostato più verso la metà campo. Chiellini si fa male e si perde il perno tattico, Bonucci perde sicurezza per non esserne incline e perché viene dirottato sulla sinistra, immolandosi per De Ligt. Demiral è rapido e adatto agli schemi, ma il fato gli è avverso.

Puntiamo tutto allora su Pjanic, che dopo qualche titubanza iniziale comincia a giocare quei 150 palloni a partita che gli erano stati promessi. È finita che lo attende il Barcellona. Forse la tenuta mentale non gli ha retto. Del resto gli è stato chiesto di svolgere un ruolo impegnativo e la concentrazione non è mai stata il suo forte. Senza difesa registrata e senza un valido schermo difensivo il Sarrismo comincia a vacillare.

Dybala è risorto! Rispetto all’ultimo Allegri è rigenerato. Ma la convivenza con Cristiano è difficile, sono qualità che mal si integrano. C’è voluto parecchio per ingranare, a discapito del Pipita. Ma se hai Ronaldo devi essergli concentrico. Un altro schiaffo al Sarrismo, che ha si imperato con i 36 gol del Cannoniere argentino sotto il Vesuvio, ma sfruttando un gioco di squadra rodato e mnemonico che al primo anno rimane impresa temeraria.
Lione è l’ultimo capitolo della Saga. Sul Partido incombono le stesse insicurezze che hanno portato a subire rimonte inaspettate e insospettate. Al Lione basta un gol per "isterizzare" la squadra. Bisognerà puntare sul ritmo, la grave deficienza d’oltralpe, ma non s’intravvede quella determinazione sabauda che viene richiesta.

Ma se si riuscisse a strappare il biglietto per Lisbona le cose cambierebbero.

In campo internazionale c’è meno tatticismo e la squadra libera mentalmente dell’obbligo di passare il turno a tutti i costi, potrà esprimersi al meglio, con elementi di statura e un animale da Champions in più. Ad Majora, per tutte!
Il Napoli col Barcellona tenta l’intentabile. Gattuso ha costruito un piccolo Atletico di Madrid, a parte le ultime vicissitudini di campionato. Chissà...
Il PSG non sa a cosa sta andando incontro.
Sembra l’orchestra del Titanic che suona mentre la nave affonda.
Dalla Dea mi aspetto molto, almeno contro i Parigini, e meno male che non è più macchiata dalla presenza di Masiello.