Una partita all'altezza del suo nome non è stata sufficiente alla Juventus per farle passare il turno di Champions League.
Complice un rigore contestato dai giocatori bianconeri con la loro consueta "italica" violenza, quasi arrogante come successe quando Bonucci si scagliò contro Rizzoli.
Si potrà discutere all'infinito sulla reale esistenza di un fallo commesso da un nervoso e stanco Benatia, ammonito alcuni minuti prima per due falli consecutivi in una stessa azione, con conseguente ammonizione.
E' plausibile accettare che nei minuti finali di una partita così sentita, che la Juve stava vincendo con pieno merito, i nervi fossero tesi. Inammissibile, invece, è la caciara successa dopo che l'arbitro Oliver ha concesso il penalty contro i bianconeri, in fondo non è lui che ha lasciato "incustodito" Vazquez o tentennato quando c'era da apportare nuova linfa alla squadra con giocatori "freschi".

Le parole di Buffon nel dopo partita, l'atteggiamento di Chiellini che fa il segno agli avversari come dire "vi siete comprati l'arbitro" e le dichiarazioni copia incolla dello stesso Chiellini e di Cuadrado, macchiano uno stile che la Juventus ha costruito negli anni. Persino un bianconero di acclarata fede come Del Piero ha stigmatizzato le dichiarazioni del portierone bianconero commentando nel corso de L'Originale, su SKY: "Quando Gigi ha parlato dell'arbitro ho fatto fatica a comprenderlo. Io non capisco perchè si debba fare riferimento alla partita d'andata".

Mi viene in mente una frase dello stesso Gigi che dopo un Juve-Roma dichiarava: "Gli errori arbitrali? Servono come alibi a chi non vince, hanno sempre una scusante pronta". Una mancanza di coerenza inattesa da un campione celebrato come lui. Probabilmente l'impossibilità di raggiungere i traguardi che si era prefissato all'inizio di questa stagione hanno fatto cedere il suo riconosciuto equilibrio. Proprio il doppio ruolo di portiere e di capitano necessita di una saldezza di nervi superiore a quella dei compagni. Ieri sera non è successo.

Al contrario, con un aplomb diverso, Andrea Agnelli si è mostrato in tv chiedendo l'impiego del VAR anche in Champions League. Eppure il 26 agosto dopo la partita disputata e vinta contro il Genoa, ancora Buffon, quasi facendosi portavoce di un pensiero appoggiato dalla società, disse: "La VAR non mi piace, sembra di giocare a pallanuoto. Non ci si può fermare ogni tre minuti. E' qualcosa che ti toglie il feeling della partita, il piacere di giocare". Con lui anche gli ex juventini Vialli e Mauro non hanno mai perso l'occasione di contestare la tecnologia applicata al campionato.

Ma a prescindere dalle parole espresse in seguito ad eccessi di rabbia per una partita persa, che aveva riacceso le speranze di vittoria nel popolo juventino, sono ben altre le considerazioni da fare.
Non si può nascondere che la possibilità di disputare la semifinale sia frutto dell'imperdonabile leggerezza di Benatia, e soprattutto delle indecisioni di Allegri che, lui sì, ad un certo punto non ha capito più nulla.
Sturaro e Cuadrado erano pronti da diversi minuti a subentrare per dare il loro contributo ad una squadra apparsa stanca. Mandzukic su tutti sembrava fosse il più bisogno di uscire dal campo.
Perchè è successo questo? I tifosi juventini dovrebbero porsi questa domanda, evitando di discutere ancora sull'operato dell'arbitro. Allegri non è esente da colpe.

Giuseppe Panella