Ho sperato nell'esonero di Allegri per la prima volta dopo Juventus-Bayern, partita che riuscimmo a pareggiare dopo essere stati ridicolizzati per 70 minuti.
Ho pregato nella sua cacciata durante Napoli-Juventus del 2016, altra partita pareggiata con un nostro goal dopo 7 minuti e poi passata per i restanti 83 al limite della nostra area subendo l'inevitabile pareggio e non riuscendo a gioire per un risultato assolutamente immeritato.
Ma cosa mi infastidisce di questo allenatore? Ho sempre descritto il suo gioco in questo modo: in fase di non possesso, salvo rari casi in cui i tre giocatori davanti si staccano dagli altri andando a fare un pressing isolato del tutto inutile (se non è di squadra serve solo a stancarci), tutti al limite della nostra area, nessuna pressione sul portatore di palla, cosa che ci obbliga sempre a correre all'indietro, squadra passiva che si limita a fare densità. In fase di possesso, palla che si muove da un lato all'altro del campo in attesa che sul lato debole qualcuno inventi una giocata. Nessun movimento coordinato e l'impressione che non ci sia alcuno studio sulle situazioni di gioco (che molti chiamano schemi). Per fare un esempio, nel Napoli quando il pallone è in una certa zona del campo, Callejon attacca il terzino alle spalle. Nella Juve nulla. La sconcertante intervista di Allegri a Sky nel post partita di ieri è l'emblema della sua visione del gioco, non solo del calcio, ma del gioco di squadra tutto. Di fronte a 3 ex calciatori allibiti il coach bianconero si è lanciato in uno strampalato paragone con il basket, di cui evidentemente non conosce neppure l'ABC, per dire che gli schemi non contano nulla, contano i campioni. Ora, che senza campioni sia impossibile vincere è lapalissiano, ma affermare che gli schemi o meglio, il lavoro sulle situazioni di gioco non serva a nulla lascia francamente esterrefatti. È ovvio che non si può come per il basket, studiare nei minimi dettagli ogni singolo movimento, ma pensare a movimenti di base in relazione alle situazioni di gioco è il minimo per un allenatore professionista. Negli sport di squadra, in tutti, i giocatori si possono considerare squadra quando i movimenti del singolo sono coordinati e pensati collettivamente. Ciò non significa che non ci debba essere iniziativa personale, ma non si parla di 11 individui in cui ognuno deve pensare a sé stesso. Tornando al Basket, sport che conosco piuttosto bene per averlo praticato sia come giocatore che come allenatore, gli schemi sono fondamentali anche a 3 secondi dalla fine. È proprio a quello che si appoggia il talento dei giocatori. Lebron James, come dimostra quest'anno, nonostante sia straripante, le partite non le può vincere da solo. È chiaro che a 3 secondi dalla fine io da coach chiamo Time out e studio il modo di liberarlo al tiro, ma quel blocco di cui parla Allegri uscendo dal quale ci si procura il tiro e figlio di uno schema. Spero che questa sia l'ultima stagione di un allenatore sbagliatissimo per una società con ambizioni. Lo spettacolo indegnamente approssimativo che offriamo quasi ad ogni partita non potrà portare alcun lustro alla nostra immagine.
Ieri abbiamo vinto, grazie anche ad un palese errore dell'arbitro, e magari con un po' di fortuna riusciremo anche a vincere lo scudetto, ma il fatto che il Napoli sia attaccato a noi e possa strapparci la vittoria finale è la prova che i campioni da soli non bastano.
Tra la nostra rosa e la loro c'è un abisso di tecnica, esperienza, profondità, eppure con quella cosa che Allegri ritiene inutile,  ovvero "lo schema", questo gap è stato praticamente azzerato.