Ci siamo.
Juventus-Atletico Madrid è ormai imminente. La sfida decreterà se i bianconeri avranno nuove ambizioni per questa stagione o se si dovranno “accontentare” di un trionfo entro il confine con Scudetto e Supercoppa Italiana. A dire il vero, aritmeticamente parlando, la Vecchia Signora non ha ancora vinto il campionato, ma un vantaggio di 18 punti sul Napoli, seconda in classifica, a 11 giornate dalla fine del torneo, non pare lasciare speranze alla concorrenza. Servirebbe un harakiri piemontese inimmaginabile. In molti, ritengono che il double italiano rappresenterebbe un risultato comunque fallimentare. Recentemente, Allegri ha voluto tutelare la sua squadra e il suo operato rimarcando il contrario.

Detto che, se anche l’impresa è improba, la Juve non è ancora eliminata dalla Champions League, indipendentemente dal risultato della gara di domani, diventa difficile non essere d’accordo con il tecnico toscano.
E’ vero, la scorsa estate, Cristiano Ronaldo è sbarcato sotto la Mole e ciò potrebbe avere offuscato i molti. Il portoghese era il tassello mancante, l’uomo giusto per arrivare alla “Coppa”. Questo è assolutamente realistico, come è innegabile che, seppur con qualche lacuna sulla mediana, i Campioni d’Italia vantino una rosa fenomenale in grado di competere con le più grandi d’Europa.

Ammesso questo, la Champions è il torneo dei dettagli. Una giornata storta può capitare a chiunque, ma in tale competizione ciò non è ammesso. Per la squadra di Allegri, l’accoppiamento con l’Atletico Madrid già negli ottavi di finale è stata un’autentica sfortuna. I Colchoneros sono una compagine molto forte e il match contro i bianconeri avrebbe potuto tranquillamente rappresentare l’ultimo atto della manifestazione.

La Champions è così. E’ una manfisetazione assolutamente "crudele". Una squadra non può basare una stagione su una competizione con un simile format. E’ irrealistico. Proprio per questo, un’attuale eliminazione dalla massima competizione europea per club, se giungesse con una prestazione degna del valore dei bianconeri, non potrebbe rappresentare un fallimento.

Appurato ciò, è giusto e sacrosanto che il tifoso juventino sia fortemente deluso se domani la sua squadra non riuscisse a rimontare il risultato patito al “Wanda Metropolitano”. Occorre ricordare, però, da dove è partita questa compagine. Nove anni or sono, i piemontesi vagavano in una zona assolutamente anonima della classifica di serie A. Si parla di una squadra che non si era nemmeno qualificata per l’Europa League.
Il primo Scudetto targato Conte fu festeggiato dai supporter bianconeri come un evento surreale, come un fatto super straordinario. In effetti, così era. Da quel giorno, i successi italici sono piovuti a raffica per un totale di 7 Scudetti (ormai 8), 4 Coppa Italia e 4 Supercoppe Italiane. Tutto questo ha reso le vittorie entro confine un’abitudine della quale i tifosi della Juve non godono nemmeno più. E’ come se tutti i giorni si banchettasse con aragosta e champagne. Dopo qualche tempo, il gusto non gioverebbe più alle papille, anzi, diverrebbe quasi stomachevole.

Non è giusto che sia così. Considerare fallimentare una stagione che porta in dote uno Scudetto e una Supercoppa Italiana non è corretto nei confronti del lavoro e dello sforzo operato dalla Juventus. Nel calcio nulla è scontato. E’ vero, la serie A non pone di fronte ai bianconeri difficoltà troppo elevate, ma si sta parlando di una compagine che ha “ucciso” il torneo. Sono 75 punti in 27 gare frutto di 24 vittorie e 3 pareggi. E’ una “roba assurda”. La Juve ha una proiezione di 105 lunghezze. Sarebbe un record pazzesco. E’ chiaro che solo la Champions può stuzzicare gli appetiti dei tifosi, ma non si può sottovalutare la situazione appena citata.

Tra qualche anno, quando la Vecchia Signora faticherà pure in Italia, forse, si comprenderà e apprezzerà veramente ciò che questa compagine sta facendo nella decade attuale. Nessuno, e ripeto nessuno, ha mai vinto tanto nella storia delle competizioni italiche. E’ un dominio assoluto e incontrastato che difficilmente verrà replicato in futuro da qualsivoglia squadra.

Per quanto riguarda il discorso di Allegri relativo alla paura di affrontare le sfide di Champions prima del suo sbarco a Torino, qualcuno potrebbe aver notato nelle parole del tecnico toscano una “stoccatina” a colui che lo ha preceduto sulla panchina bianconera.
In realtà, senza voler attaccare nessuno, Max pare essersi semplicemente levato qualche sassolino dalla scarpa affermando ciò che è assolutamente verità incontrovertibile. Lungi dal volere sminuire il lavoro o il valore di Conte, tecnico assolutamente formidabile, ma colui che ha permesso alla Juve di passare dalla dimensione italiana a quella europea è sicuramente Massimiliano Allegri. Di questo, i tifosi della Vecchia Signora dovranno sempre rendergliene merito. Prima del suo arrivo, l’idea di vincere la "Coppa" sembrava un traguardo inavvicinabile, invece, il livornese ha condotto questa compagine a giocarsi 2 finali che i bianconeri non disputavano da più di 10 anni, ma ormai tutto è dovuto…

Allegri può essere apprezzato o criticato anche dagli stessi tifosi juventini. Può essere che il suo ciclo bianconero sia concluso (solo il tempo lo dirà), ma l’operato di questo allenatore negli ultimi 5 anni, pare davvero incontestabile.