Il calcio non è solo tecnica, tattica e conoscenza relativa al gioco. Il pallone è molto di più. Come ogni attività umana, pone al centro del progetto la persona, l’individuo. Non essendo un robot, quest’ultima entità è dotata di intelletto, pensiero, libero arbitrio, sentimento, emozione, esperienza e trascorsi. Da tale considerazione non si può assolutamente prescindere ed è l’aspetto più importante della faccenda. Forse, sovente, si tende a considerare solo la sfera fisica e professionale del giocatore senza dare immenso valore al lato psicologico che, invece, è certo determinante.

A tutto questo si lega il mondo dei tifosi, altra variabile da tenere in considerazione e in primo piano. Lo stesso valga per i media. In sostanza, il calcio è un sistema assolutamente complesso. E’ una realtà difficile da comprendere e da gestire. Non è scienza aritmetica. Non è calcolabile. Non è prevedibile, ma imponderabile.

Allegri non è il solo ad aver compreso tale situazione e a esservi adeguato, ma sicuramente è parte di tale cerchia di eletti. Il toscano non è esclusivamente un grande allenatore e un vincente. E’ un genio dentro e fuori dal campo.

La carriera del tecnico livornese è zeppa di esempi che possono confermare tale tesi. Basti pensare alla prima conferenza stampa tenuta dopo il suo arrivo sulla panchina della Juventus. La situazione non era certo delle più agevoli. Per utilizzare il più classico degli eufemismi, la maggior parte dei tifosi bianconeri non lo amava. La squadra aveva appena dato l’addio (o l’arrivederci) ad Antonio Conte, l’uomo della rinascita, colui che aveva “risuscitato” la Vecchia Signora. Il mondo bianconero, timoroso di cadere nel baratro, bramava solo una cosa: la Champions League. Davanti ai microfoni, Allegri si è presentato calmo, fermo e sicuro affermando che la rosa a sua disposizione aveva sicuramente i valori per entrare nei quarti di “Coppa”. In quella stagione, dopo 12 anni di sofferenza, la Juve raggiunse la finale di Berlino… Colui che scrive era tra gli scettici, ma il solo udire quelle parole ha modificato i suoi pensieri. Dopo anni in cui la guida tecnica dei bianconeri denigrava le possibilità della compagine di levarsi soddisfazioni europee, alla prima occasione, il toscano ha rinforzato la fiducia nelle proprie capacità di un intero ambiente. Insomma, ha agito come il padre che incoraggia il figlio timoroso, ma capace ad affrontare le prove della vita.

La carriera del toscano è ricca di episodi di questo genere. L’ottimismo consapevole e l’abilità nel trametterlo sono tra le principali doti del livornese. Si potrebbero esporre altre miriadi di esempi. Tra questi, l’ultimo in ordine di tempo è la fiducia espressa da Allegri prima della gara di ritorno tra i bianconeri e l’Altetico Madrid. Risultato? Piemontesi-Colchoneros 3-0. Ronaldo e compagni ai quarti di Champions. Spagnoli out.

Max è pure un grande comunicatore. E’ sempre molto franco e diretto come tipico di chi proviene dalla Sua Terra. Allegri non pare costruire le sue dichiarazioni a tavolino. Le conferenze e gli interventi sono esclusivamente spontanei e naturali. Sono arricchiti, poi, della classica ironia toscana che è certo ammirevole e incisiva. Tutti ricorderanno la recente intervista relativa a Moise Kean. Il tecnico della Juventus ha sottolineato come sia necessario tenere controllata l’euforia del ragazzo onde evitare la necessità “dargli da mangiare con la balestra”. Una metafora geniale che rappresenta perfettamente il concetto espresso. Insomma, “Allegri arriva a tutti”. Ha questa grande dote tipica dei condottieri che devono essere formidabili comunicatori.

Sempre a proposito della questione Kean, si nota come il livornese sia abile nella gestione dei giovani. L’utilizzo ponderato del ragazzo è assolutamente attivato in vista della crescita di quest’ultimo. Lo stesso percorso fu proposto prima con Morata, poi, con Dybala e Bernardeschi portando sempre a risultati positivi. Allegri vuole evitare che i giovani a sua disposizione siano “bruciati” dagli eventi. Questi, infatti, potrebbero demolirli psicologicamente. Li tiene, così, sotto la sua ala protettiva gestendo con grande equilibrio.

Ecco, quest’ultima caratteristica è un’altra dote da riconoscere all’allenatore della Juventus. Le sue dichiarazioni sono sempre pacate e frutto di importanti strutture logiche che, a volte, risultano quasi premunirtici. Tutti ricordano i tristi eventi dell’ultimo boxing day milanese. Solo qualche ora prima, dopo un pareggio bianconero a Bergamo contro l’Atalanta, Allegri sottolineava la necessità di stemperare gli animi e chiedeva ai protagonisti del mondo del calcio di non rilasciare dichiarazione potenzialmente in grado di agitare le folle. Qualche giorno prima, De Laurentiis aveva criticato aspramente la designazione arbitrale di Mazzoleni per Inter-Napoli in programma proprio la sera del 26 dicembre. E’ chiaro che il discorso del toscano era generale e non riferibile, almeno in modo esclusivo, alle parole del patron partenopeo. E’ altrettanto realistico che le dichiarazioni di quest’ultimo non siano assolutamente associabili a quanto accaduto fuori e dentro San Siro in quella triste serata. E’ particolare, però, notare come Allegri abbia sollevato questo importante problema annunciando solenni verità solo qualche istante prima della sua manifestazione.

Molto interessante è risultata anche un’intervista che il toscano ha rilasciato dopo Empoli-Juventus del mese di ottobre. Quella sfida è stata decisa da un super gol di Cristiano Ronaldo e il tecnico bianconero ha affermato come quella rete dovesse fungere da esempio per i bambini. Ha ciò ha aggiunto tuto il suo disappunto nell’osservare i giovani calciatori che non si divertono nell’allenarsi. E’ riuscito, in modo molto abile, a far emergere un problema importante che gli sta molto a cuore. Non si può negare che, nel nostro calcio, troppo sovente i ragazzi, anche in tenera età, vengano imbrigliati in allenamenti e tattica a volte eccessivi. Sono costretti a giochi e schemi preparati a tavolino. I bambini, invece, devono essere più liberi di divertirsi aumentando così la passione per questo sport, esprimendo il loro ego e imparando pure a destreggiarsi nelle situazioni di imprevedibilità di cui la partita è assolutamente piena.

Insomma, Allegri ha compreso perfettamente la complessità di questo sport e la sta gestendo in maniera egregia. Detto questo, la perfezione è irraggiungibile, ma i risultati sono dalla sua parte.