La Juventus batte lo Spezia per uno a zero e centra una vittoria importantissima. 
In virtù della sconfitta dell’Atalanta, per mano della Roma, la squadra di Allegri agguanta ufficialmente il quarto posto indipendente dal risultato che uscirà dal recupero della gara della Dea.
Ora la Juventus per la prima volta è padrona del suo destino. 

La vittoria è arrivata in puro stile Juventus e in puro stile Allegri, cioè di “corto muso” senza incantare, ma con la consueta praticità. La cronaca della gara la lascio come sempre agli high light che potete trovare on line, ma una riflessione va fatta. 
La Juventus è arrivata a questa gara, così come le ultime del resto, con ben nove indisponibili. Chiellini, Bonucci, Sandro, De Sciglio, Mckennie, Zakaria, Bernardeschi, Chiesa e Dybala, dieci se consideriamo Kajo Jorge. Un bollettino questo che avrebbe scatenato pianti e alibi preventivi da parte di diversi allenatori dì nostra conoscenza. Allegri, invece, dal canto suo non fa una piega, non mette le mani avanti, elogia e carica i propri giocatori e alla fine, anche soffrendo, porta a casa i tre punti. Io credo che a questo punto anche i suoi più severi detrattori e sostenitori del calcio filosofico e spettacolare che si pratica solo a parole, o sulla play station, dovrebbero prendere questi tre punti come oro colato è ringraziare Dio che in panchina c’è un allenatore che alla fine bada al sodo e al risultato.
Vorrei vedere altre squadre affrontare un periodo del genere senza nove titolari, e mantenere questo rendimento.
La bravura di Allegri è questa. Non di fare spettacolo non di avere un unico modo di affrontare le partite, ma di sapersi adattare alle situazioni e di trarre il massimo in ogni contesto. Lui lo dice sempre, ogni partita comprende più partite, e la bravura di una squadra è quella di sapere affrontare i vari momenti e gestirli nel migliore dei modi. Anche il momento di difendere un risultato importante cercando di chiudersi, dev’essere visto come un modo dì interpretare il momento, senza vergogna.  

Alla fine i discorsi sono sempre quelli, c’è chi criticherà sempre Allegri, e poi che chi il calcio lo conosce magari ci ha giocato e conosce meglio la realtà. Ieri in un programma radio, ho sentito una bella intervista di Caressa e Zazzaroni a Eraldo Pecci. Uno che il calcio lo ha vissuto in prima persona e che lo vive tutt’ora come appassionato, commentatore e opinionista. E parlando ha chiarito come il calcio spettacolo non esiste, esistono i fuoriclasse che in campo fanno la differenza, e che quando si gioca una partita di calcio l’obiettivo è quello di vincere, e alla fine chi ha vinto significa che ha fatto meglio perché ha trovato la strada giusta per vincere, tutto il resto sono chiacchiere, punto. E trovare la strada per vincere una partita nelle condizioni attuali della Juventus dev’essere motivo di applausi al mister e soprattutto ai ragazzi. In questo momento non c’è spazio per turn over e chi c’è deve stringere i denti, e quindi queste vittorie valgono doppio. Sono partite che danno consapevolezza e coraggio soprattutto ai molti giovani di questa squadra che stanno crescendo. 
Dopo le prime cinque giornate la Juventus, per rendimento, è stata al livello di Inter e Milan, è ancora in corsa per almeno due obiettivi su tre, Champion’s e coppa Italia, e in piena zona Champion’s a soli quattro punti dal Napoli e a sette dalla capolista Milan. 
La squadra sta facendo miracoli in questa situazione, e a chi vuole a tutti i costi tentare dì spostare l’attenzione sulla qualità del gioco, dico che altre squadre e altre realtà, prenderebbero questi tre punti con infinito entusiasmo. 

Il calcio è un po’ come il cinema. Se sei un regista e puoi proporre un film dove hai avuto a disposizione Meryl Streep e Anthony Hopkins, avrai un risultato, se invece ti sei dovuto arrangiare con Gabriel Garko e Manuela Arcuri, è un’altro discorso. Se nel calcio puoi contare su De Bruyne, Mbappe, e Salah è un conto e puoi ambire a qualcosa, se hai Rabiot Bernardeschi e Morata, ti prendi i tre punti e ti baci i gomiti. Sinceramente non conosco allenatori che con questa Juventus e in questo momento saprebbero fare meglio di così. 
È un peccato che ora nel momento clou della stagione ci mancano giocatori importanti, alcuni non li vedremo fino alla prossima, come Chiesa e Mckennie, e altri si vedrà, con un Dybala in continui stop, ma per il momento teniamo duro. E il motivo per cui riusciamo in questo momento a tenere duro è perché Allegri è riuscito a riportare quel gruppo e quella unione che un po’ si era persa da queste parti, quella caratteristica che permette di gettare il cuore oltre l’ostacolo.
Ci sono tanti giovani che devono crescere, dei senatori che non mollano un colpo, e un allenatore che ritengo senza dubbio l’allenatore giusto nella squadra giusta.