Ricordo come fosse ora il momento in cui Allegri lasciò la Juventus qualche anno fa. E, sebbene io fossi molto addolorato per la Champions saltata, fui molto rammaricato del doloroso epilogo. 
Sì, sono stato sempre un allegriano, condividendo in tutto le scelte di un allenatore che aveva fatto della mia amata Juve una squadra tetragona a qualsiasi attacco, con una difesa quasi... imperforabile. Dico "quasi", perché la Champions la perdemmo anche per i gol subiti, oltre che per quelli non segnati.
Vedendo come la Juve è stata condotta (o guidata?) in questi ultimi due campionati, il rammarico per la fine del matrimonio Allegri-Juventus è andato sempre crescente. Fino a qualche mese fa, quando il nome del tecnico Livornese è tornato a circolare, insieme alla Juventus del futuro.
Sono stato sempre diffidente verso i "ritorni", ma mai, come in questo caso, mi sono rallegrato per il ritorno di Max Allegri dalle parti della Continassa.

Ieri ho seguito integralmente la conferenza stampa di presentazione, pesando ben bene le parole del tecnico toscano, ma anche quelle di Agnelli, di cui ricordo ancora bene la commozione, nel momento in cui salutò il suo congedo forzato. 
Devo dire la verità: tutto OK. Tutto bene. Sia nelle parole di Agnelli che in quelle di Allegri. Tranne quando, questi parlando del ruolo di capitano della Juve, ha cacciato fuori il suo carattere schietto di toscano, dicendo che, a causa della sua breve parentesi milanese, su sponda Milan, Bonucci ha perso punti nella classifica dei futuri candidati alla carica di capitano. 
Sinceramente si poteva risparmiare tale battuta che, più per una mancanza di rispetto verso Bonucci, è da considerare come parte del carattere schietto e sincero del toscano Allegri. 
Se la poteva risparmiare, perché se è vero che questo ritorno alla Juventus ha il sapore di una vittoria travolgente, come tutti i grandi trionfatori del passato (Vedi Giulio Cesare) avrebbe potuto mostrare un poco più di tatto nei confronti di un calciatore che, agli occhi degli italiani, è apparso come il salvatore della patria, segnando il gol del pareggio contro l'Inghilterra, e permettendo all'Italia di vincere, poi, ai rigori.    Detto da un appassionato tifoso della Juventus, Allegri se la poteva risparmiare, perché anche lui è in gioco nel futuro della Juventus. E se il giocattolo si comincia a incrinare in qualche pezzo, allora, in caso di defaillance, pagano tutti: dall'allenatore ai calciatori.     
Se la poteva risparmiare. Ma, ormai, Il Dado è tratto (come disse il sopracitato Giulio Cesare). 
Aspettiamo e vediamo, cosa succede. Però un consiglio spassionato a Bonucci lo posso dare, da queste pagine: lasci stare ogni eventuale memoria degli attriti del passato, e cerchi di ricostruire un sincerlo e leale rapporto con il mister. Ne va anche del suo futuro, di quello di Allegri, e di quello della Juventus.