Ci risiamo. Come volevasi dimostrare ad ogni minimo sbalzo viene fuori il tremendo difetto di Firenze e dei fiorentini, che si manifesta con cambi repentini di sensazione senza giustificazioni.

La Fiorentina, come ho già scritto, dopo un inizio che definire triste è forse dir bene, ha cominciato a corricchiare fino alla tragedia, a quel tremendo giorno di marzo.
Poi i nostri, in trance agonistica per superare un dolore incommensurabile, ci danno la sensazione di invincibilità, di superiorità fisica e quasi numerica in campo, ottenendo un ottimo filotto di vittorie. Alcuni giocatori sembrano essersi completamente rivalutati, qualcuno recuperando elogi che aveva già conosciuto in altre fasi della carriera (vedi Saponara), altri guadagnandosi la stima degli addetti ai lavori per inaspettate prestazioni.

Nessuno a Firenze, però, escludendo dichiarazioni di facciata, si è affrettato a ricordare che questa squadra è quella che abbiamo distrutto di critiche per mesi, quella squadra frutto della campagna acquisti estiva che ci ha portato (me compreso) a chiedere la testa di Corvino.
I giocatori hanno trovato dentro se stessi una forza incredibile, dettata dagli eventi infausti, che gli ha permesso di raggiungere ottimi risultati, un filotto insperato fino a qualche tempo fa (benché esclusa la Roma gli avversari fossero tutti ben abbordabili); ciò non cambia la sostanza della loro forza fisica e tecnica.

Oggi ho guardato la partita con la Spal, una squadra tignosa e ben allenata allo scopo dall'ottimo mister Semplici e, come quasi sempre in questo campionato, mi sono annoiato a morte. I ragazzi di Pioli sono da applaudire senza neanche pensarci per quello che stanno ottenendo, ma non sono diventati fenomeni nell'ultimo mese, come non sono tornati scarsi oggi.
Sportiello è un buon portiere, che aveva fatto vedere alcune ottime cose in un ambiente perfetto come quello di Bergamo; Biraghi è un terzino dal piede meiamente educato e dall'ottima fisicità, ma tecnicamente da neopromossa; Simeone è un attaccante combattivo, ma non è Icardi e probabilmente non lo diventerà; Dabo un interditore di discreto livello ma nell'impostazione vale davvero poco.

La squadra è rimasta questa per tutto il campionato e, diciamocelo, lottare per il sesto posto è davvero molto per le sue potenzialità, dobbiamo ringraziarli spellandoci le mani in ogni occasione per ricordarglielo.
Smettiamo di sballottarli tra le etichette di grandi giocatori o brocchi, il livello è medio,da metà classifica, e sono sicuro che se anche non riuscissimo ad entrare in Europa alla fine lo accetteremo e ringrazieremo tutti per lo sforzo profuso.

Ma adesso stiamo vicini a questi ragazzi che hanno dimostrato umanità e compattezza e che ci hanno reso orgogliosi come uomini, prima che come professionisti del pallone; la loro sensibilità li porterà senz'altro a subire più di altre annate lo sbalzo continuo d'umore della città, non facciamo loro questo brutto scherzo.

Fino a fine campionato, le valutazioni si faranno e sono certo che comunque vada saranno applausi.