Nell'aprile del 2010 l'Inter di Mourinho, forte di un 3 a 1 ottenuto a San Siro nella partita di andata, si presenta al Camp Nou per trovare l'accesso alla finale, dopo 38 anni di attesa.
Una partita caratterizzata da un'espulsione ai danni dell'Inter (Thiago Motta), che la porta a difendere il risultato di vantaggio dell'andata, perdendo solo nel finale per 1 a zero con goal di Piquè ed eliminando così i campioni del mondo in carica. Quello era il Barcellona di Guardiola, una squadra che ha fatto la storia in quegli anni, con il famoso tiki taka e un Messi stratosferico, che però dovette lasciare strada a quella che poi sarebbe stata l'Inter del Triplete.

Dopo più di otto anni, la squadra nerazzurra si ripresenta in quello stadio, ma stavolta non si gioca l'accesso alla finale, ma probabilmente la vittoria del girone per riuscire a qualificarsi poi alle fasi ad eliminazione.
Una partita quindi non da dentro o fuori, ma di notevole importanza soprattutto per l'Inter che dopo anni di purgatorio finalmente è ritornata nel palcoscenico a lei consono e che vuole dimostrare di esserne di nuovo all'altezza.

Di quell'Inter del 2010 non c'è più nessuno: questa è un'altra squadra, che gioca in maniera diversa e che ha nella rosa gente esperta ma anche altri meno abituati a questi palcoscenici.
Il Barcellona invece vede ancora tra le sue file gente come Piquè e Messi: quest'ultimo però a causa della frattura del radio non sarà della partita e pertanto non si avrà modo di poter misurare la fortezza difensiva interista con un fuoriclasse come l'argentino.
Ma nei blaugrana non mancano le risorse per essere una squadra pericolosa; la formazione di Valverde vede la presenza di gente come Coutinho (un ex), Suarez, Dembelè e Malcom; ma anche un centrocampo di qualità con i solito Rakitic, Busquets e la promessa Arthur.
Si prospetta quindi una sfida interessante sia dal punto di vista delle motivazioni che sotto l'aspetto tattico.


L'analisi sul Barcellona

La formazione di Valverde sta esprimendo in questo inizio di stagione un bel calcio, dove risaltano anche le giocate dei campioni che ha in rosa, uno su tutti il solito Messi.
Generalmente si schiera con un 4-3-3 o anche un 4-4-2 a rombo, dove sono importanti i movimenti di Busquets che si abbassa in fase di possesso palla sulla linea dei difensori, divenendo un terzo centrale e giocando con uno o due tocchi, permettere una costruzione dal basso e l'inizio di un possesso palla per avere sempre in mano il pallino del gioco.
Da questo movimento all'indietro di Busquets segue quello in avanti ad occupare le corsie esterne dei due terzini, Jordi Alba e Semedo che permettono così di ampliare lo spazio di gioco ed allo stesso tempo di allargare le maglie avversarie.
Inoltre i terzini del Barcellona sono in grado di portare palla, dribblare e crossare oltre che avere una buona base tecnica per favorire anche il possesso palla.
A centrocampo quindi vi è il solito Rakitic che copre l'intera zona centrale sia in fase di non possesso che nella transizione verso la zona offensiva, fornendo anche incursioni a sorpresa e tiri dalla distanza. Un ruolo che può essere anche ben svolto dal nuovo acquisto Vidal, questa estate molto vicino all'Inter.
A dettare i tempi insieme a Rakitic c'è Coutihno o il giovane Arthur che essendo grandi palleggiatori sono in grado sia di creare superiorità numerica che trovare linee di passaggio verticali per gli inserimenti degli esterni di attacco, nel caso in cui Valverde usi il tridente o per i due attaccanti centrali, in questo caso Messi e Suarez.

Il Barcellona continua come da tradizione a prediligere il gioco che si sviluppa con il possesso palla, e per vie centrali, sfruttando la capacità di movimento dei propri giocatori e le iniziative individuali di gente come Messi, Malcom o Dembelè che tendono a saltare l'uomo e accelerare di colpo l'azione mettendo in crisi il sistema difensivo avversario.
Con l'arrivo di Valverde sia Suarez che Messi hanno la possibilità di giocare più dentro l'area e pertanto essere decisivi in quelle zone del campo dove sanno fare la differenza con le proprie giocate e il senso del goal.
Infatti quest'anno Messi ha iniziato a segnare davvero tanto, riuscendo ad essere nel vivo del gioco, ma non arretrando per provare spazio e la palla da giocare, ma attraverso il movimento dei compagni, guadagnando spazio e palloni giocabili a ridosso dell'area, dove poi le sue qualità uniche lo rendono pericoloso e decisivo.
In questa partita di Champions però si dovrà fare a meno di lui, quindi ci sarà meno iniziativa individuale caratteristica di Messi, ma questo non significa che gli altri che subentreranno, in questo sistema di gioco non riescano ad essere lo stesso pericolosi.


L'analisi sull'Inter

I nerazzurri, carichi dell'entusiasmo sulla vittoria nel derby di domenica al novantesimo, con gaol del capitano Icardi, sempre più decisivo in questo inizio di stagione, arriveranno sicuramente con più convinzione a questa sfida al Camp Nou.
Una squadra, l'Inter, che sta trovando la propria dimensione, se ancora a sprazzi dal punto di vista del gioco, sicuramente con continuità dal punto di vista del carattere e della fame di vittoria.
Anche nell'Inter ci sarà un'assenza importante che è quella di Nainggolan, uscito malconcio dal derby e che ne avrà per qualche settimana.
Spalletti, ormai sta proponendo il solito 4-2-3-1, dove però rimane ancora un punto interrogativo il ruolo del centrocampista offensivo che sta dietro ad Icardi. In questa tattica, questo è un ruolo fondamentale, perchè permette di collegare i reparti di centrocampo e attacco e nello stesso tempo deve essere in grado di creare pericolosità essendo a ridosso dell'area avversaria.
Il Ninja Nainggolan stava gradualmente entrando nei meccanismi e in una trasferta del genere probabilmente la sua mancanza si sentirà, non tanto da un punto di vista tecnico, ma nell'aspetto fisico e di determinazione che servono in trasferte del genere.
Sembra probabile, sempre che il mister non inventi qualcosa di diverso, che in quel ruolo giocherà Borja Valero, che nel derby ha disputato un'ottima partita e dimostrando anche una buona condizione fisica, ma ci vorrà una grande prestazione per riuscire ad essere pericoloso e non rimanere imbottigliato nel centrocampo blaugrana.

Anche l'Inter come il Barcellona, fa partire l'azione dal basso con i propri centrali difensivi, ma piuttosto che sfruttare la via centrale del campo, tende a fare giro palla spostando il gioco da una fascia all'altra sfruttando le abilità degli esterni Perisic, Candreva o in alternativa Politano, per poi rimettere il pallone al centro dell'area dove c'è un Icardi sempre pronto a trasformare un cross o un passaggio in goal.
Il Barcellona nella fase di non possesso effettua un buon pressing su chi comincia l'azione, accompagnandolo con i centrocampisti, ma allo stesso tempo la linea difensiva anche se alta, rimane in posizione per evitare quei lanci lunghi che potrebbero scavalcarla e metterla in difficoltà.
Ciò significa per l'Inter riuscire a impostare bene ed in maniera veloce il gioco e puntare verso le zone di campo più scoperte, con dei cambi di gioco repentini, sfruttando le incursioni delle ali e mettendo la palla al centro dell'area per Icardi e gente come Vecino che sa inserirsi come un attaccante. Se questo non dovesse avvenire, una manovra lenta e prevedibile, faciliterebbe la conquista della palla del Barcellona, e i nerazzurri si ritroverebbero spesso nell'uno contro uno, di fronte a calciatori abili nel dribbling e nel trovare uno-due letali arrivando a tu per tu con il portiere avversario.
Per evitare il possesso palla del Barcellona allo stesso tempo serve una grande e ordinata pressione per impedire i rifornimenti a quei calciatori in grado di cambiare il ritmo, in questo caso Coutihno o Arthur o gli inserimenti da dietro degli esterni bassi Semedo e Jordi Alba.


Una partita interessante

Dalle analisi compiute si prospetta una partita interessante dal punto di vista tattico e non solo per i giocatori di qualità presenti in campo.
Di certo l'Inter si presenterà al Camp Nou per ottenere un risultato positivo, se non la vittoria che ne aumenterebbe il prestigio, ma ciò non significa che dovrà giocarsela senza particolari accorgimenti. Entrambi i tecnici avranno e staranno studiando gli ultimi dettagli per fare in modo che la partita prenda il verso giusto a proprio favore.
Ma a parte le idee, poi conta come i calciatori sul campo interpreteranno la partita e la voglia e determinazione che avranno. L'Inter da questo punto di vista avrà le motivazioni al massimo, perchè sulla carta parte come sfavorita e pertanto vorrà e dovrà dimostrare di essere all'altezza di una sfida del genere in uno stadio come quello del Barcellona.

Icardi riuscirà ancora una volta ad essere decisivo con le sue zampate e portare in paradiso la propria squadra?
Manca davvero poco al fischio d'inizio...e pronti via, verso una sfida da Champions!