Dopo aver assistito al derby di Milano e all’andata delle semifinali di Coppa Italia, mi sono sorpreso a pensare di quanto avrebbe potuto essere importante l’ingaggio di Ibrahimovic da parte della Juventus nel recente mercato di gennaio.

La citata considerazione trae fondamento da una premessa essenziale per lo scrivente, ovvero del ruolo primario che Mandzukic ha svolto (e avrebbe tranquillamente continuato a farlo) in questi anni nella formazione bianconera. Infatti, a parte lo straordinario spirito di sacrificio del gigante croato in ogni parte del campo, non bisogna dimenticare la sua rilevanza in mezzo all’area, sia come eccezionale finalizzatore di testa sia come dispensatore di spazi e di assist per i compagni, buon ultimo lo stesso Ronaldo che, lo scorso anno - sino a quando Mandzukic, reduce dal Mondiale, ha retto fisicamente – ha beneficiato dell’intelligenza calcistica e della prestanza di “Marione”.

Quando si assiste alle partite della Juventus di quest’anno, non si può infatti non notare un vuoto spaventoso in mezzo all’area avversaria e la mancanza, quando si tratta di costruire l’azione, di un punto di riferimento centrale in grado di svettare di testa e di tenere la palla per “far salire la squadra”. D’altra parte, le caratteristiche delle nostre tre punte sono tali che solo Higuain (non zavorrato dai chili di troppo) potrebbe, almeno in parte, prestarsi allo scopo. Infatti, ormai vediamo che l’argentino, sempre più spesso, gioca lontano dall’area e cerca di “aprire il gioco” ma non è questo che ci serve o, perlomeno, non è solo questo.

Tutto ciò era già ampiamente noto a dicembre e non si riesce a comprendere per quale motivo la dirigenza bianconera non sia intervenuta nel mercato di gennaio per cercare un profilo adeguato, in grado di coprire quel ruolo che era stato di Mandzukic. Siamo riusciti nella storica impresa di prendere, in estate (ma con accordo chiuso prima con largo anticipo) un “parametro zero” come Ramsey e non siamo stati in grado di reperire, per gennaio, un calciatore con caratteristiche simili a quelle del croato? MI sembra incredibile

Tra l’altro, tornando a Ramsey, il gallese, pur avendo dimostrato in passato di possedere talento aveva analogamente già lasciato intendere che, sotto il profilo fisico, sarebbe stato totalmente inaffidabile e, infatti, alla Juventus ha puntualmente dimostrato la sua fragilità muscolare unitamente ad un rendimento nettamente inferiore alle attese, uno “zero” appunto, come il suo parametro.

Ebbene, per acquisire Ramsey (classe 1990), la Juventus ha erogato commissioni agli agenti, che sfiorano i 4 milioni di Euro e stipulato con il gallese un contratto sino al 2023 per Euro 7 milioni più bonus a stagione!!!

Eppure, a gennaio, il calciatore ideale per i nostri schemi (e non solo) era assolutamente disponibile sul mercato ed aveva un nome e cognome, assolutamente affascinanti, Zlatan Ibrahimovic, lo “Zingaro” per eccellenza. Ibra era ed è peraltro assistito da un procuratore che, da sempre, è ormai considerato il nostro secondo direttore sportivo, ovvero Mino Raiola.

E, invece, lo svedese è stato ingaggiato dal Milan con una formula che – se applicata analogamente ad un’ eventuale acquisizione da parte della Juventus – avrebbe comportato un contratto di sei mesi (con la metà dello stipendio di Ramsey) ed un’opzione per il prossimo anno, con lo stesso stipendio di Ramsey.

Da quando Ibra è approdato al Milan, la squadra rossonera si è letteralmente trasformata, proprio grazie al carisma, alla classe, alla genialità e alla fisicità dello svedese, in grado di porsi come autentico punto di riferimento e terminale offensivo del gioco milanista. Tra l’altro, il talento svedese ha dimostrato di possedere una prestanza fisica fuori dal comune. A 38 anni, reduce dalla lesione al crociato del ginocchio e da diversi mesi di inattività, alla fine del campionato nord americano, ha debuttato subito al Milan e ha fatto immediatamente la differenza.
Un fenomeno!!!

Ora, provate ad immaginare al gioco della Juventus con un tridente d’attacco formato da Ibrahimovic e CR7 davanti con Dybala dietro. La squadra bianconera avrebbe potuto contare: (i) sulla classe incredibile di questi tre calciatori, ciascuno con un ruolo definito ed interfunzionale, in grado di ideare ed interpretare diverse azioni d’attacco (ii) sulle capacità di finalizzazione di Ronaldo, che sarebbero cresciute esponenzialmente, grazie agli spazi che lo svedese gli avrebbe messo a disposizione; (iii) sulla possibilità di impostare l’azione, partendo da dietro con lanci in verticale su Ibrahimovic, che avrebbe smistato palloni per i compagni, consentendo agli stessi di cercare gli spazi giusti; (iv) sulla personalità ed esperienza dello svedese, in grado di spronare i compagni a mantenere costante l’impegno e l’attenzione; (v) sulla voglia di Ibrahimovic di riconfrontarsi ai massimi livelli del calcio europeo per tentare di coronare con la vittoria della Champions – mai conquistata - una straordinaria carriera.

Anche a livello di immagine, la Juventus ne avrebbe tratto benefici enormi: una coppia di punte formata da Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimovic sarebbe stata come accostare il diavolo e l’acqua santa! Ne sarebbe venuta fuori una micidiale miscela esplosiva, un duo d’attacco dal fascino unico. L’unico dubbio poteva nascere dal fatto se un tecnico come Sarri sarebbe stato in grado di gestire due personaggi di tale livello, caratteriale e mediatico.

Ma, sotto l’aspetto tecnico, non possono esserci discussioni sul fatto che sarebbe stato uno dei migliori accoppiamenti di punte a livello mondiale. Giocare a fianco di Ibra, avrebbe consentito a CR7 di avere tutti i migliori spazi possibili, perché, inevitabilmente, i centrali difensivi avversari avrebbero dovuto raddoppiare su Ibrahimovic, in grado, di testa e di piede, di fornire a Ronaldo la migliore assistenza possibile. Reciprocamente, giocare a fianco di Ronaldo, avrebbe consentito ad Ibrahimovic di ritrovare un calciatore in grado di esprimersi allo stesso livello tecnico.

E pensate a Dybala. A quanto avrebbe giovato all’argentino poter fraseggiare con tali partner d’attacco. Quanti inserimenti, quanti triangoli, quanti passaggi illuminanti!
Sarebbe stato un autentico spettacolo!

 

Qualcuno potrebbe eccepire che i caratteri di Ronaldo ed Ibrahimovic avrebbero reso incompatibile la convivenza tra loro. Balla colossale! A certi livelli, contano esclusivamente i benefici che entrambi avrebbero tratto sul campo dalla presenza dell’altro. A poco importa se i due non sarebbero poi andati fuori a cena insieme.

 

Sono altresì convinto che la presenza di Ibra in campo, nel rendere più fluido il gioco, avrebbe (né più né meno di quello che sta accadendo al Milan) migliorato le prestazioni degli altri calciatori (e la loro valorizzazione) e, in tale ambito, mi riferisco in particolare a tutti i centrocampisti, che avrebbero avuto a disposizione molte più opzioni rispetto a quelle che hanno ora, dove il gioco della squadra bianconera si sviluppa in modo lezioso e con una lentezza deprimente.

 

Insomma, la Juventus si è caratterizzata, negli anni, per aver acquisito calciatori a “parametro zero”. Ma, a parte i tesseramenti di Pirlo e Pogba, il resto della comitiva ingaggiata si è rivelata un (quasi) autentico fallimento, soprattutto per le problematiche fisiche o tecniche di ciascuno di costoro (da Khedira ad Emre Can, passando per Ramsey).

 

A gennaio, c’era l’integrante opportunità di ingaggiare uno dei più grandi calciatori degli ultimi 15 anni. I fatti stanno rivelando che avrebbe potuto essere il vero “colpo di genio” del CFO Paratici: completamento dell’organico offensivo a fronte di un ingaggio certo (e contenuto) sino a giugno 2020; opzione per la prossima stagione a determinate condizioni (minimo vittoria scudetto); boom mediatico e tra i tifosi per il “ritorno a casa” dello Zingaro del Calcio.