Al di là dei demeriti dei rossoneri nel posticipo di sabato contro la Fiorentina, è innegabile che l’esito della partita sia stato condizionato dalle decisioni arbitrali.

Nell’epoca del Var, ovvero dell’uso della tecnologia in campo per correggere gli errori arbitrali, è quasi inammissibile o incomprensibile che gli arbitri condizionino ancora il risultato finale di una partita a causa dei loro errori.

La tecnologia dovrebbe servire agli arbitri a correggere tutte quelle valutazioni che a occhio nudo sono ambigue, poco chiare, perché l’azione si è sviluppata troppo velocemente, perché il direttore di gara non è ben posizionato o per una serie di altri casi determinate da situazioni di gioco che sfuggono all’occhio umano dell’arbitro in campo.

Dunque il VAR deve contribuire a risolvere tutte quelle situazioni di ambiguità che troppo spesso sono state affidate all’arbitrio degli arbitri. La tecnologia dovrebbe garantire quell’oggettività di giudizio che assicura obiettività decisionale e non lascia spazio alla libera interpretazione degli arbitri, rendendoli poi e anche troppo spesso bersaglio di critiche. Insomma la Var dovrebbe garantire imparzialità, equità e giustizia sportiva.

In Milan-Fiorentina l’intervento provvidenziale del Var si è verificato due volte e non tre, come invece avrebbe dovuto essere nella situazione del rigore che ha permesso alla squadra di Iachini di pareggiare l’incontro per 1 a 1, e ha impedito di conseguenza ai rossoneri di Pioli di conquistare i tre punti, meritati.

Il Milan fino al 62’ minuto del secondo tempo stava giocando una buona gara, con un buon ritmo e una buona carica agonistica. Gran possesso palla, squadra corta, ottimi raddoppi di marcatura che hanno chiuso tutte le possibili vie alle ripartenze dei viola. Anche nel primo tempo le migliori occasioni per portarsi in vantaggio le ha avute il Milan: la prima con Rebic al 17’, che sfruttando un traversone sulla destra di Castillejo spizza la palla di testa impegnando Dragowsky. La seconda è quella che riguarda il gol annullato a Ibrahimovic.

Al 35’ il giocatore svedese ruba palla a Dalbert, entra in area di rigore e batte con un diagonale il portiere viola. Milan 1 Fiorentina 0, così decreta Calvarese, arbitro di campo dell’incontro. Il Var lo richiama a rivedere la sua decisione, Calvarese lascia il terreno di gioco per andare a rivedere l’azione del momentaneo vantaggio dei rossoneri al video. In quel momento Calvarese cambia decisione, infatti, al rientro in campo annulla il gol al Milan e affida un calcio di punizione ai viola per fallo di mano di Ibrahimovic. L’arbitro su invito del Var ha rivisto la sua decisione ed ha applicato la nuova regola del fallo di mano che se la palla viene a contatto con la mano o con il braccio e che questo contatto volontario o involontario possa generare vantaggio all’attaccante nell’andare a rete. I rossoneri non protestano, continuano a giocare e a imporre la loro supremazia tattica sui viola, per tutto il primo tempo e fino al 56’ della ripresa quando Rebic segna il gol del vantaggio milanista.

Al 62’ della ripresa altro intervento del Var che corregge la decisione arbitrale. Ibrahimovic è lanciato a rete che viene steso al limite dell’area di rigore da Dalbert. Calvarese assegna la punizione e ammonisce il giocatore viola. L’arbitro viene richiamato dal Var a rivedere l’azione, qui Calvarese si accorge che Dalbert è l’ultimo uomo e allora solo dopo aver rivisto l’azione al monitor corregge la sua decisione iniziale ed espelle, come da regolamento, Dalbert, in quanto ultimo uomo. Tutto corretto, nessuna protesta da parte dei viola. Milan 1 Fiorentina 0. 11 contro 10.

Prima di discutere il terzo caso che riguarda le decisioni arbitrali, è doveroso ammettere che il Milan da quel momento in poi ha smesso di giocare, il pallino del gioco è passato dai piedi rossoneri a quello dei viola, che hanno aumentato l’intensità del loro gioco, sfruttando anche l’ingresso di Cutrone, che ha messo in difficoltà i rossoneri. I giocatori di Pioli sono calati d’intensità, forse per superficialità perché credevano di gestire la partita in superiorità numerica o forse per calo fisico considerato quello che avevano speso nella prima parte della gara, resta di fatto che il Milan non è riuscito ad addormentare la gara e la Fiorentina invece è riuscita a mantenere alto il ritmo della gara mettendo sottopressione i rossoneri e alla fine ad agguantare il pareggio.

Ecco che arriviamo al momento topico della gara, il minuto 83’, quando viene assegnato il calcio di rigore a favore della Fiorentina.

Cutrone cade in area di rigore. Calvarese assegna il calcio di rigore ai viola perché convinto che la caduta dell’attaccante viola sia stata causata da uno sgambetto di Romagnoli nel tentativo di impedirgli di calciare a rete. In questa circostanza il Var non richiama Calvarese e né tanto meno Calvarese chiede la collaborazione del Var. Rigore. Pulgar dal dischetto segna il gol del pareggio e la partita finisce in parità.

Perché Calvarese non è andato al Var per accertarsi di aver visto giusto?

Se l’avesse fatto si sarebbe accorto che Romagnoli non tocca prima il piede di Cutrone, ma la palla. E dunque anche in questo caso se si fosse preso quei trenta secondi necessari per verificare la dinamica dell’azione, avrebbe cambiato idea, così come aveva fatto nel corso della gara, senza compromettere l’esito della partita. L’intervento del Var anche in questa circostanza sarebbe stato a favore dell’applicazione del regolamento ristabilendo l’oggettività della decisione arbitrale, invece, il mancato intervento del Var ha alimentato polemiche e dubbi sulla regolarità della partita.

Da Milanistaconvinto, e da amante spassionato del gioco del calcio, se ci sono gli strumenti per valutare in tempo reale la regolarità o l’irregolarità di un’azione usiamoli fino in fondo, e non una volta si e una volta no, o peggio ancora per due volte sì e la terza no.