JUVENTUS - TORINO
Al novantesimo cambia canale altrimenti ci rimani male!
La decima giornata di campionato di una stagione fin qui altalenante e difficile da decifrare, presenta in calendario il derby di Torino. La Juventus arriva a questa partita dopo il pessimo pareggio di Benevento in parte riscattato dalla vittoria europea contro la Dinamo Kiev. Pirlo, come sempre da inizio stagione, presenta una formazione differente rispetto alla precedente partita. In alcuni casi sembra quasi non tenere minimamente in considerazione lo stato di forma dei giocatori al momento di fare le sue scelte. Di nuovo fuori Bernardeschi, che la nazionale aveva restituito in buona forma e soprattutto più convinto (niente di eccezionale ma comunque in progresso rispetto alle prestazioni dell’ultima stagione), dentro Kulusevski che al contrario da qualche partita sembra aver perso la brillantezza e l’efficacia nelle giocate che aveva mostrato nelle prime uscite. Nonostante le buone prove di Benevento e soprattutto di mercoledì scorso contro la Dinamo Kiev, Chiesa è costretto ad abbandonare la fascia destra e a far ritorno a sinistra dove in maniera evidente si trova molto meno a suo agio. In mezzo al campo Bentancur e Rabiot. In avanti, squalificato Morata per l’espulsione rimediata a fine partita a Benevento (l’ultimo capolavoro del Signor Pasqua, in grande spolvero quel pomeriggio), restano Dybala e Ronaldo. L’argentino è di nuovo chiamato ad offrire quella prestazione convincente che in questo avvio di stagione ancora non c’è stata. La difesa è la solita. Cuadrado - Danilo, che in questo sistema di gioco estremamente confusionario più o meno fanno i terzini, e Bonucci - De Ligt, senza particolari discussioni la coppia centrale titolare.
Il Toro, oltre alla solita retorica del cuore granata, del tremendismo e di qualche altra banalità gramelliniana che oramai nemmeno ricordo più, presenta Belotti e altri dieci corridori la cui principale funzione sarà quella di spezzare in qualche modo le trame bianconere, di per sé già ingarbugliate da questo  modulo visionario di Pirlo..
L’ingresso in campo delle squadre è accompagnato dal solito inno “storia di un grande amore”. Pinsoglio dalla panchina si impegna al massimo per non far sentire la mancanza dei quarantamila assenti dello Stadium. Fa quel che può, del resto gli è stato affidato un ruolo ingrato. Il compito di supportare la squadra tocca a lui. Avesse almeno il supporto di quei mille che le nuove disposizioni governative hanno di nuovo ributtato fuori dagli stadi dopo appena una manciata di partite.
Il derby comincia con un buffo tentativo di Ronaldo di segnare direttamente da calcio d’avvio (probabilmente l’unico gol che ancora gli manca). Sirigu è posizionato fuori dai pali ma la palla termina la sua corsa lontanissima dalla porta.
Il Torino passa in vantaggio alla prima occasione in cui supera la metà campo. Un angolo calciato male da Ansaldi termina la sua corsa sul vertice dell'area piccola. Meite cerca una deviazione volante che viene contrastata da Bentancur. Il rimpallo favorisce N'koulou che, appostato all’altezza del primo palo, non ha difficoltà a segnare. Sono trascorsi solamente dieci minuti dall’inizio ed è già chiara la sensazione che sarà durissima e faticosa. 
La Juventus accusa il colpo. Non produce altro che una serie infinita di passaggi corti che non portano a niente. Di arrivare in area non se ne parla, il tiro in porta è al momento un miraggio. Pochi minuti dopo il gol del vantaggio, è ancora il Torino ad avere la palla per il raddoppio. Lyanco con un buon anticipo spezza una complessa e lenta manovra bianconera e scarica su Belotti all’altezza della linea di centrocampo. Il centravanti del Toro vede l’inserimento di Zaza, perfetto nei tempi, e lo serve con un filtrante che spalanca all’attaccante l’intera metà campo juventina. Il respiro si blocca per un lunghissimo istante, il due a zero già al quindicesimo minuto sarebbe un colpo tremendo per questa Juventus che appare così fragile e insicura. Zaza entra in area e davanti a Szczesny apre il sinistro per cercare il secondo palo. Il portiere polacco lo aspetta proprio lì. Si distende e riesce a respingere. Una grandissima parata. L’urlo di Pinsoglio che celebra il compagno è lo stesso di tutti i tifosi sollevati per lo scampato pericolo. 

Le trame bianconere restano comunque lente ed inefficaci. L’area di rigore è sempre vuota. Dybala gira a largo, Ronaldo prosegue la sua partita sulla falsariga di quel buffo tentativo su calcio d’avvio. Pesa moltissimo l’assenza di Morata. Kulusevski conferma di attraversare un periodo negativo. Male anche Rabiot che riuscirà a sbagliare tutti i palloni giocati nei primi venti minuti e in generale trasmette la sensazione di essere troppo compassato. Non apre mai la falcata, non fa pesare il suo fisico enorme. Quello che maggiormente risalta agli occhi è la nostra debolezza a contrasto. Usciamo sempre sconfitti, non vinciamo un rimpallo, il pressing è come al solito confuso e poco coordinato. Solo Bentancur, nonostante un primo tempo non particolarmente brillante, offre la sensazione che se esiste la possibilità di vincere un contrasto o recuperare una palla sarà lui a farlo.

Il primo tempo trascorre praticamente invano. L’unico tiro in porta è una telefonata da fuori area di Dybala. Un tiro piatto e centrale che Sirigu blocca senza alcuna difficoltà. La Juventus si perde nel solito groviglio tattico, reso ancora più intricato dalla contemporanea presenza in campo di Cuadrado, Dybala e Kulusevski che di fatto occupano tutti e tre la stessa posizione. Il risultato è la solita fitta trama di triangolini e passaggini innocui che si conclude con l’inevitabile scarico all’indietro. Ronaldo si segnala solo per un bel cross dal fondo che, da sinistra, attraversa tutta l’area senza che nessun giocatore bianconero arrivi a spingerlo in porta. Per il resto tenta qualche iniziativa personale senza esito, spesso dimenticandosi il pallone a metà strada.

Il tempo si conclude con un tiro da lontano innocuo di Lyanco e una sforbiciata alta di Belotti, arrivata al termine di un’azione in cui il Torino ha gestito indisturbato il pallone  a ridosso dell’area bianconera. I granata hanno giocato la partita che ci si attendeva, ben arroccati a difesa della porta e molto attenti a non concedere spazi tra le linee, aiutando la Juventus ad ingolfarsi come al solito in una rete di passaggi senza significato. In aiuto del Toro anche il Signor Orsato che, sulla scia di Mister Fourneau e dell’ineffabile Pasqua, ha mostrato una notevole compiacenza verso i granata, autori in diverse circostanze di entrate particolarmente rudi. Il Signor Orsato fischiava un fallo per la Juventus ogni tre interventi fallosi dei granata, comunque sempre ben attento a non concedere punizioni dal limite dell’area. In una sola occasione è stato tradito dal guardalinee che gli ha portato all’attenzione un’entrata da dietro su Dybala sfuggita all’eccellente arbitro. Siamo abituati a questo. Sono anni che funziona così ma è sempre doveroso rimarcare qualcosa che l'ottima informazione italiana dimentica sempre di riportare.

L’intervallo arriva quasi come una liberazione. Troppo brutta la Juventus per ripresentarsi in campo nelle stesse condizioni. Mi aspetto qualche sostituzione. Penso a Bernardeschi per Kulusevski ad esempio, in modo da riportare Chiesa sulla fascia destra. Andrebbe tolto anche Rabiot, alla sua peggior partita di questo inizio di stagione. Nessun cambio invece alla ripresa del gioco. Pirlo si risistema davanti alla panchina con la sua solita espressione indecifrabile. Forse a lui la Juventus è piaciuta.

Il secondo tempo presenta una Juve leggermente più decisa ed aggressiva. Complice anche il calo del Torino, la squadra bianconera prende possesso della metà campo avversaria raccogliendo una grande quantità di calci d’angolo. Da uno di questi, quando da poco è trascorso il decimo minuto, arriva il pareggio. Il cross di Dybala al centro dell’area viene respinto al limite dalla difesa, la palla arriva proprio incontro a Cuadrado che di destro in diagonale trova l’angolo. La Juve ha pareggiato ma il tifoso trattiene l’esultanza (al contrario di Pinsoglio scattato dalla panchina). Una maglia bianconera al momento del tiro è oltre la linea difensiva. Resta da vedere se partecipa al gioco. Dal replay da dietro la porta si nota Bonucci, proprio sulla traiettoria del tiro, ostacolare il difensore avversario. E’ fuorigioco, il gol viene annullato e stavolta non c’è molto da discutere. 
Pirlo manda in campo Ramsey al posto di Kulusevski. Il gallese si sistema sulla destra, Chiesa resta a sinistra. Evidentemente il nostro allenatore da meno importanza di quanto immaginassi a quello che si verifica in campo. Sembra privilegiare il suo sogno, la sua visione tattica anteponendola alle caratteristiche e alle prestazioni dei giocatori.

La Juventus alza ancora il livello del pressing e dell’intensità, il Torino per la prima volta dall’inizio della partita sembra andare in affanno. Il Signor Orsato è costretto ad aumentare il suo contributo alla causa granata. Per i giocatori del Toro scatta il “bonus Barella”, libertà di entrare senza ricevere cartellini se non dopo sei o sette falli. Rincon terminerà la sua gara con la fedina penale incredibilmente pulita. Belotti, cui il signor Orsato non nega mai un aiuto per cercare di far salire il Toro, resta sempre più isolato in avanti, a contendere il pallone a De Ligt e Bonucci. La Juventus è più decisa ma la produzione offensiva resta scarsa. Tanti calci d’angolo e una sola azione manovrata conclusa da Chiesa, che alla fine è andato di testa sua a prendersi la fascia destra, deviata in angolo da Sirigu. Il primo giallo per i granata arriva al settantesimo. Lo prende Lyanco per un’entrata su Bentancur alla prima progressione palla al piede della partita. Pirlo interviene ancora. Entrano Alex Sandro per Danilo e McKennie per Rabiot. L’americano dopo essere stato sballottato in varie posizioni dal furore visionario di Pirlo, viene finalmente schierato nel suo ruolo. Da mediano offre subito un grande contributo di intensità e corsa, oltre anche ad alcune giocate che evidenziano un buon livello tecnico. Non avevo avuto una buona impressione riguardo questo giocatore ma stavolta il suo impatto sulla partita si rivela determinante. Il derby assume i contorni della battaglia.  Entrate dure, giocatori a terra e perdite di tempo. Lukic, subentrato a Zaza, si presenta subito con con il piede a martello sulla caviglia di Bentancur. Il Signor Orsato si limita al giallo, il Var tace ma il fallo meritava almeno di essere rivisto. La partita sembra scivolare via. Il possesso di palla della Juventus si è spostato più avanti ma le occasioni continuano a latitare. Ronaldo conferma la serata no. La speranza di far gol è affidata ad uno dei tanti calci d’angolo.
Mancano poco più di dieci minuti, si sta materializzando la prima sconfitta in un derby casalingo dopo oltre venticinque anni e con lei un fine settimana di cattivo umore. Dybala dalla bandierina scambia corto con Ramsey, la palla viene scaricata all’accorrente Cuadrado che da fuori area mette con il suo destro un cross perfetto su cui irrompe, con energia e cattiveria, McKennie. L’americano segna il suo primo gol bianconero. Si può esultare senza particolari dubbi, il centrocampista arrivava nettamente da dietro.
Ottenuto il pareggio la Juventus è chiamata a fare il possibile per prendersi la vittoria. I granata iniziano a rivedere gli spettri dei tanti derby persi o non vinti sul finale di partita in questi ultimi anni. Mi sembra quasi di sentire lo Stadium ruggire per spingere la squadra alla vittoria. L’occasione più grande, proprio sul finale, capita a Dybala su cross di Ronaldo da destra. Il sinistro di controbalzo dell’argentino è deviato da Lyanco in calcio d’angolo. Non attraversa un buon periodo Dybala ma non è nemmeno fortunato. 

Sugli sviluppi dell’angolo però si decide l’incontro. 
Al novantesimo arriva il  momento in cui Torino, per l’ennesima volta, ribadisce di essere bianconera, con buona pace della vecchia retorica granata. Il pallone calciato da sinistra da Dybala e allontanato dalla difesa viene raccolto da Bentancur che scarica prontamente sulla destra per Cuadrado. Il piede del numero 16 è ancora caldo ed ispirato. Parte un nuovo cross che taglia l’area di rigore sul quale irrompe Bonucci. Il colpo di testa del capitano della Juventus riporta la storia sui suoi binari abituali. Bonucci scarica la tensione in un’esultanza rabbiosa. La panchina con Pinsoglio in testa si lancia in campo a festeggiarlo. La Juventus è avanti.
Dopo aver celebrato il gol del capitano juventino, Pinsoglio si sacrifica per tutti i tifosi forzatamente assenti e comunica al Signor Orsato i suoi e nostri sentimenti circa la sua prestazione. Arriva il cartellino rosso. Pinsoglio abbandona la panchina, è stato espulso per tutti noi. Onore a lui.
Il recupero inizialmente previsto di cinque minuti viene portato a sei dopo il gol di Bonucci e infine a sette per un non meglio precisato motivo. Il Torino però non ha più niente da mettere in campo e la Juventus gestisce comodamente il tempo rimasto da giocare.
Finisce la partita. Il sospiro di sollievo è enorme anche se non cancella le perplessità che da inizio stagione ci portiamo dietro.

Resta la sensazione di un azzardo troppo grande. In un periodo reso dalla pandemia molto complicato e completamente privo di riferimenti certi, la scelta di affidarsi a Pirlo, allenatore solo per patentino ma completamente privo di esperienza, sembra sempre di  più un salto nel buio. Una scelta della nostra dirigenza, finora eccezionale in questi dieci anni, che decisamente fatico a comprendere. Rimane l’idea sgradevole e fastidiosa di una decisione presa d'istinto sulla scorta dell’eliminazione dalla Champions per mano del Lione. Spesso mi domando chi siederebbe oggi sulla nostra panchina se quella sera avessimo eliminato i francesi e ci fossimo qualificati per le finali di Lisbona.
Il gol di Bonucci e la vittoria rendono meno insopportabile la partita dell’Inter prevista per la serata. Partita che comunque ignorerò alternando la visione di Chelsea - Leeds e Cadice - Barcellona. I prossimi rivali di Champions si confermano in una stagione molto particolare. Tante ombre e pochissime prestazioni convincenti. Il fatto che la migliore partita dei catalani sia stata quella di Torino dovrebbe forse accendere un ulteriore campanello di  allarme riguardo la nostra squadra.