Si apre una finestra di mercato, sia essa estiva o invernale, si certifica la solita sfilza di fallimenti, sia quelli che ci trasciniamo dal passato, sia quelli che ci siamo andati a cercare col lanternino sotto l’ombrellone e, puntuali partono i titoloni sui giornali.

Ogni volta, però, nonostante il piglio perentorio degli articoli che vorrebbero i soliti triti, ritriti e, soprattutto, immaginari tre club di Premier a fari spenti su Kessié, la sensazione netta è che si tratti di puri desideri di sbolognare una batteria di bidoni, piuttosto che trattative concrete che non vadano oltre al club Uzbeko che offre un quarto della cifra sperata.

Non sembra peraltro funzionare molto diversamente sul fronte cessioni: per Donnarumma si vorrebbero realizzare minimo 50 milioncini (e mi gioco tutti i regali di Santa Claus che se qualcuno si fosse presentato con 40 cash, il prode Gazidis glielo avrebbe portato anche su una Panda scassata); Romagnoli e Suso costringono agli incubi il tifo perché passati o in procinto di passare sotto la ferrea ala protettrice di Raiola al quale rivolgo la preghiera di venderceli il più presto possibile non fosse altro perché almeno si potrebbe pensare (oggi il pensiero è quel che resta), ad una vera opera di rifondazione.

Quanto alle insistenti voci (tanto per cambiare) di un’offerta rossonera, in clamoroso contrasto e ancor più clamorosa ammissione di progetto abortito sul nascere (quello dei giovani di talento e bla bla), per Ibra a 18 mesi, dico che ci sto eccome, aggiungendo un altro dei pochi che mi abbia scaldato il sangue in questi miseri 10 anni di declino senza sosta: Gerard Deulofeu, il quale si è comportato da solo più da professionista in 4 mesi, che tutta la rosa attuale in 4 anni. Dico che mi piacerebbe non solo per il carisma, la forza e l’efficacia del colosso di Malmö, ma per la raffica di schiaffoni che farebbe volare nella catacomba che fu il glorioso spogliatoio degli immortali.

Staremo a vedere in trepida attesa, ma con la speranza ormai ridotta al lumicino.
Intanto non perdiamo l’abitudine di berci come acqua fresca l’elenco dei club sulle tracce di Rodriguez, a fari spenti of course.