Saranno settimane concitate in casa Milan, periodo in cui si decide il futuro, e non solo quello immediato. Infatti i rossoneri sono presi tra due fuochi e non sarà facile per Fassone e Mirabelli venirne a capo. In effetti, sembra proprio che i due dirigenti siano in balia degli eventi, e difficilmente riusciranno a gestire questa situazione.

Da un lato, la società è in attesa delle decisioni dell'Uefa. Le sanzioni che potrebbero arrivare imporrebbero alla società serie limitazioni al mercato, una multa pesante, e un limite molto stretto al tetto ingaggi. Ciò significherebbe legare le mani dei dirigenti per la futura campagna di rafforzamento della squadra, ma soprattutto la necessità di smobilitare una parte della rosa. Infatti, sono numerosi i giocatori con contratti troppo alti per le imposizioni dettate dall'Uefa. Donnarumma costa circa 12 milioni l'anno, 15 ne costa Bonucci, 7 milioni ciascuno Biglia e Kalinic (ovviamente stipendi lordi). Quel che è certo, è inoltre, che i nomi in entrata non potranno essere quelli sperati dai tifosi: Cavani, Falcao, Mandzukic hanno contratti troppo alti per le modeste casse del club. Insomma, una situazione davvero complessa che rischia di esplodere tra le mani dei dirigenti milanisti.

E' forse anche per questo che si susseguono le voci, mai smentite da Milanello, della futura partenza di Donnarumma, e oggi quella di Bonucci, affascinato dall'esperienza inglese alla corte di Mourinho. I due calciatori, simboli dell'ultima campagna acquisti, potrebbero lasciare il club senza neppure troppo soffrire per le eventuali rimostranze dei tifosi, in quanto potranno sempre affermare che le necessità economiche del club non lasciavano margini di trattativa. Insomma, una fuga da Milanello dettata più da esigenze di bilancio che dall'effettivo desiderio dei calciatori di provare nuove esperienze. Si ricorderà a proposito l'esempio di Ricardo Kaka. La sua cessione fu giustificata proprio con le esigenze di bilancio del club. Oggi la storia si ripeterebbe, anzi sarebbe anche peggio.

Infatti, non c'è solo l'incertezza legata al momento. Il club attende ancora buone notizie sulla possibilità di rifinanziare il debito. In pratica, il fondo Elliot è l'effettivo proprietario del club, ma prima o poi si vorrà disfare di un peso che potrebbe non produrre profitti ancora per lungo tempo. E' solo una logica finanziaria: non c'è ragione di fornire ancora adeguate garanzie se non ci sono stabili prospettive di futuro. E il Milan rischia proprio di veder allungarsi considerevolmente il tempi della rinascita. E tutto a causa dell'insensata gestione di quei due dirigenti che oggi osservano quasi con freddo distacco l'esito delle proprie nefaste decisioni.

La passata stagione si presentarono sullo scenario del calcio italiano come i "salvatori della patria". Mirabelli si presentava ai microfoni col sorriso "sardonico" del più tipico "so tutto io". Decisero di spendere e disperdere risorse in giro per l'Europa.
Non si comprendono infatti certe scelte, che sembravano già allora avere più i connotati delle operazioni propagandistiche piuttosto che le caratteristiche della saggezza e dell'oculatezza: per Bonucci ingaggio più che raddoppiato rispetto ai tempi della Juventus; per Donnarumma praticamente lasciarono carta bianca a Raiola; Andrè Silva pagato 40 e passa milioni, e praticamente avrà giocato 10 partite; Kalinic si è preso lo stipendio senza mai praticamente giocare. E gli esempi potrebbero continuare. 

Oggi i due dirigenti sembrano godere ancora della fiducia della proprietà, anche se non si comprende da chi sia effettivamente rappresentata. I Cinesi sono lontani e non sembrano in grado di fare scelte strategiche risolutive. A ciò si aggiunge la stretta finanziaria imposta dal governo cinese.

Insomma, oggi più che mai è d'obbligo la prudenza. Fino a quando l'Uefa non si sarà pronunciata i tifosi vivranno momenti di ansia. In ogni caso, quando si sbaglia, qualcuno dovrebbe pagare. Evidentemente ciò non vale per Fassone, ma soprattutto per Mirabelli. Unico colpevole facilmente individuabile è stato Montella, che infatti è stato cacciato via.
Ma chi ha il potere di cacciare i due dirigenti?