Quanto tempo dall'ultima volta di una partita di Serie A, è stata niente di meno che Juventus-Inter disputata l'8 marzo in un' atmosfera già surreale( stadio a porte chiuse) che dava un'anticipazione delle conseguenze causate dal Covid19 sul calcio. Bastò quel match a convincere anche i più irriducibili a giocare, che per qualche tempo di durata indefinita anche il pallone doveva mettersi da parte in attesa di tempi migliori in cui tornare in campo. Sarebbero passati mesi di discussioni tra le diverse componenti che ruotano intorno al calcio, ognuna delle quali portatrice legittima dei propri interessi. Nelle prime fasi la confusione è stata l'unica ad emergere creando scompiglio e mettendo in dubbio qualsiasi prospettiva di ripresa, proprio mentre il contagio virale proseguiva la sua corsa nel Paese. Con il lento ma progressivo abbassamento del livello di emergenza c'è stato uno schiarimento generale sul tema, animando le tenue speranze di conclusione dei campionati tenuti in sospeso. In un'altalena continua di dichiarazioni anche il governo, per le sue competenze, si è aggiunto alla schiera dei partecipanti al dibattito svolgendo un ruolo importante di terminale alle decisioni prese dagli organi più propriamente implicati, ma non abdicando anche ad una funzione di indirizzo alle scelte da attuare nel pieno rispetto dei protocolli sanitari, condizione posta come indispensabile per l'obiettivo della ripartenza stante la situazione di circolazione del virus.
Il termine protocollo ha catalizzato l'attenzione di tutti i soggetti interessati, assumendo declinazioni diverse ma riassumendo in sè tutta la problematicità che la realtà attuale presenta.
Alla fine l'accordo sembra essere raggiunto tenendo in considerazione le diverse esigenze messe sul tavolo della trattativa, e l'ipotesi anticipata da alcune indiscrezioni di fissare la ripresa della Serie A per il 13 giugno trova riscontri positivi, in modo da terminare entro il 2 agosto, quando nello stesso periodo avranno priorità di svolgimento le partite internazionali che vedono impegnate alcune squadre italiane sul palcoscenico europeo.
Anche in Italia, come già in Germania, il ritorno del pallone compie passi decisivi verso la normalità.