LA SFIDA ASSUME CONNOTATI FANTASTICI

Non esiste una netta separazione tra la finzione e la realtà e per La Champions League 2018-19  sembra essere questo il leitmotiv che corre e scorre di partita in partita. Quella tra Ajax e Tottenham, quella delle rimonte improbabili, rimarrà  scritta per sempre negli annali del calcio! Se nello spazio della fantasia, in cui si sviluppa la saga di Harry Potter, il Quidditch è lo sport magico che si srotola a cavallo di manici di scopa volanti, con  quattro palle che schizzano in cielo, seguendo traiettorie bizzarre e impossibili, nello spazio degli sport praticati, il  calcio giocato si presenta come prodigioso e magico forse più del Quidditch,  se giocato, come si è giocato mercoledì sera,  in maniera proverbiale, tra due formazioni di livello!

Se nella scuola di maghi e stregoni di Hogwarts, si sono contesi il primato della scuola, le quattro casate: “Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso”, nella bellissima Arena di Amsterdam si è consacrata una delle più epiche partite, mai viste nella storia del calcio, capeggiate dallo stregone Erik ten Hag per l’Ajax e il temibile  Mauricio Roberto Pochettino Trossero per il Tottenham. Tale sfida ha assunto connotati talmente fantastici da proiettare il telespettatore in un mondo parallelo, dove tutto ha preso una piega possibile ed impossibile nello stesso memento: ognuno ha potuto in maniera  plastica, trasformare, modificare e cambiare  la realtà con un sol battito di ciglio:  niente era più scontato, né tanto meno il risultato.
In questo duello, si è perso il filo della regia e così il copione della partita ha seguito due canovacci frettolosamente scritti: il primo interpretato in maniera eccellente dallo mago Erik ten Hag padrone di casa e il secondo sviluppato e modificato in corsa dalle intuizioni del temibile Pochettino, oltreché dalle folate agonistiche degli sfidanti. Ciò che però, a detta dei più, sembra abbia spostato le sorti della partita a favore di una delle due squadre,  è stato un fattore, nascosto ma presente come per i giochi di prestigio, ossia quello mentale! Paul J. Meyer scrive che “Non esiste un regolo, un metro, o una scala graduata in tutto l’intero mondo, lunga abbastanza per calcolare le forze e le capacità insite nella nostra mente” ma questo non significa che questa forza e capacità non esistano  e mai come nell’Arena di Amsterdam, si sono sentiti così presenti questi ingredienti.

IL CANOVACCIO SCRITTO NEL PRIMO TEMPO
Nella prima fase della partita il Tottenham appariva impacciato e un po’ intimorito, dall’atteggiamento molto aggressivo degli olandesi senza palla e qualsiasi trama veniva spezzata.
Senza poter trovare continuità nei fraseggi corti, il Tottenham provava senza troppa convinzione la soluzione con i lanci lunghi, ma gli stangoni dell’Ajax nel primo tempo arrivavano alle stelle pur di vincere  qualsiasi duello aereo, soprattutto De Ligt.

Non solo l’Ajax ha avuto vita facile nella gestione degli attacchi del Tottenham, ma si è perfino reso pericoloso creando situazioni di superiorità  che portavano la linea difensiva degli Spurs a indietreggiare di parecchi metri. Da una situazione di questo tipo è nato il corner che ha portato al gol di De Ligt! Un gigante appunto!

Il gol del raddoppio, non si è fatto attendere! E’ arrivato  grazie a un passaggio laterale  Tadic  il quale ricevuta la palla ha confezionato un cross al bacio, nel quale  il Tottenham  cerca di difende l’area creando una linea immaginaria di 3 uomini in mezzo e Wanyama a rimorchio, ma si perde l’arrivo di Ziyech che fulmina Lloris

La strategia di Ten Hag non solo sembra pagare, ma appare vincente finché il canovaccio della partita non viene strappato in maniera energica dal temibile Pochettino, che non conoscendo le trame dell’Ajax, si era difeso a quattro, optando per un attacco un po’ più leggero con Son  e Lucas Moura.

IL CANOVACCIO DEL SECONDO TEMPO VIENE RISCRITTO DAL TREMENDO POCHETTINO
Tra primo e secondo tempo Pochettino, cerca di rimediare alle difficoltà in costruzione sostituendo Wanyama (comunque infortunato) con Llorente. Nell’intervallo si avvicina negli spogliatoi il capitano Kane, l’attaccante più prolifico degli Spurs, che non potendo giocare, perché  infortunato da diverse settimane decide di avvicinarsi ai ragazzi un po’ depressi e quasi eliminati  e arrabbiato inveisce contro di loro dicendo: “dopo tutto quello che abbiamo fatto in questa stagione, vogliamo in questo modo chiudere l'annata, vogliamo forse lasciare ai tifosi questo ricordo?” Dopo questo messaggio altamente motivante non scesero in campo 11 giocatori, ma 11 gladiatori o forse di più, pronti a ribaltare il mondo intero e  a sovvertire le sorti della partita. La forza si poteva leggere nei loro volti, che non erano più vsemplici volti, ma maschere da guerra. Il copione precedente è stato rimosso…

Da un punto di vista tattico, il Tottenham cambiò la sua impostazione, la sua priorità diventò quella di scavalcare le linee di pressione dell’Ajax bypassando completamente l’utilizzo del centrocampo, sfruttando la presenza di Llorente con i lanci lungi e il sostengo, quanto più vicino e veloce possibile, di Son, Lucas e Eriksen.

IL PRIMO GOL DEGLI SPURS CHE RIAPRE LA PARTITA
Con Llorente, il Tottenham ha iniziato a consolidare meglio la propria supremazia territoriale, portando rapidamente la palla sulla trequarti grazie alle giocate lunghe e attaccando l’area con più continuità. Il gol che riaccende le speranze, quello del 2-1, però non è arrivato in questo modo, ma grazie a una ripartenza manovrata da dietro, che  ha sorpreso l’Ajax sugli sviluppi di un calcio piazzato battuta da Ziyech, in cui aveva portato in avanti sia De Ligt che Blind.
Questa volta la tattica del sovraccarico dell’Ajax sguarnisce la difesa: Son è bravo a recuperare palla, Rose a saltare in tunnel de Ligt e lanciare in profondità, Lucas fa il resto!
Il primo gol di Lucas, oltre a confermare l’importanza dei lanci lunghi per il Tottenham nel secondo tempo, è anche il preludio magico che porterà alla svolta dominante Lucas, che in questo caso ha prima intercettato e portato avanti il lancio di Rose e poi attaccato con una rapidità impressionante la profondità, raccogliendo un dribbling  tentato di Dele Alli su de Jong.

 Nel secondo tempo il Tottenham non si è limitato a presenziare più spesso nella metà campo dell’Ajax, ma ha alzato visibilmente i ritmi delle giocate, cercando preferibilmente la rifinitura con i cross e provando a sorprendere l’avversario sul lato debole.  

IL SECONDO GOL DEL TOTTENHAM  PAREGGIA I CONTI
Il secondo gol nasce da un altro isolamento, di Rose contro Mazraoui, con Ziyech che per una volta non ce la fa a raddoppiare, lasciando il terzino inglese libero di crossare verso Son, al limite dell’area. A quel punto l’Ajax scappa (male) in avanti per attuare il fuorigioco.

Il centro dell’area è pericolosamente vuoto e Llorente si divora l’occasione, con la complicità di uno strepitoso Onana. Lucas però è in giornata e riesce a conquistare la palla vagante, sgusciare in una selva di gambe e trovare la porta. Nel fossato di Amsterdam il tabellone luminoso indica che la partita è stata raddrizzata, ogni pedina e ogni emozione ora è al posto giusto: fuori controllo, appunto!

 L’errore sul fuorigioco in occasione del secondo gol è sintomatico di una squadra che forse stava subendo eccessivamente il ritorno di fiamma di un avversario creduto morto, ma che morto non era e, questa insicurezza, sta iniziando a sentirsi anche nella finalizzazione di tutte le occasioni create dopo il pareggio, diventate via via sempre più frenetiche ed appannate.

 IL TERZO TOCCO MAGICO DI LUCAS TRASCINA GLI SPURS IN FINALE
Gli Spurs, al contrario, acquisiscono  sempre più confidenza col passare dei minuti, grazie soprattutto alla capacità di Llorente di mettere nel forziere ogni pallone alto (12 duelli aerei vinti su 15). Il canovaccio del primo tempo che vedeva il dominio di de Ligt, è completamente stravolto e riscritto nel secondo: ora la luce buona delle stelle punta tutto sullo spagnolo,  che con le sue sponde permette due cose: di attrarre fuori dalla linea i difensori e poi di creare spazio per gli inserimenti in profondità, consentendo  ai compagni più rapidi e tecnici di arrivare da dietro sulla seconda palla, per puntare la difesa frontalmente. Ed è questo secondo particolare che si è rivelato sostanziale nel gol del definitivo 2-3 Un anticipo alla disperata di de Ligt, per anticipare Llorente fa arrivare la palla a Dele Alli, che in maniera fenomenale riesce a servire Lucas Moura, il quale dotato di poteri prodigiosi, si inventa al 95 il terzo tocco della serata!

E’ fatta! La partita è finita. Nel teatro di Amsterdam, la palla schizza velocemente al centro del cielo come fosse quella del Quidditch , senza controllo, tracciando percorsi bizzarri.
E’ festa! E’ Lucas Moura! E’gioia. Sono gli Spurs, sono loro i vincenti e il Wanda Metropolitano li aspetta!