Questa mattina la città si è svegliata con delle novità importanti riguardo al futuro societario con la volontà recente o vecchia che sia del presidente Ferrero di cedere a nuovi investitori.
Non mi soffermerò sulla vicenda in quanto mettere in vendita un qualcosa non equivale a venderlo in tempi brevi; mi auguro solo che, forti della pregressa esperienza, questa volta non si voglia sbandierare ai quattro venti di ipotetici nuovi proprietari, di fondi, di trattative in essere. Attendiamo eventuali annunci ufficiali con la speranza che la Società finisca in buone mani.

Vorrei però riflettere un poco su Massimo Ferrero come uomo ed imprenditore della sua situazione oggi e del suo lascito.
Di Massimo Ferrero sappiamo che è un imprenditore romano, senza andare troppo nei dettagli, che ha avuto una carriera come produttore cinematografico ed ha avuto a che fare con la società Livingston una compagnia aerea italiana dichiarata insolvente a seguito dell'impossibilità di proseguire l'attività nel 2010 dopo averla acquistata nel 2009.
Ad Oggi è proprietario della società Eleven Finance srl, società immobiliare e cinematografica posta in procedura di concordato preventivo, e della Sampdoria (oltre che di altre società meno esposte perlomeno mediaticamente). Sul perche’ la prima delle due sia in concordato preventivo vi rimando ai dati che trovate facilmente in giro per il web, consultazione che per altro vi porterà a vedere tutta la sua storia imprenditoriale con ben sottolineate le varie zone d'ombra (o peggio) disseminate sul cammino.

Di sicuro di lui si può dire che sia una persona con un obbiettivo preciso: la ricerca del successo con focus sull'aumento delle proprie ricchezze e la consacrazione sociale.
Al grido: "il fine giustifica i mezzi" (solo in ottica soggettiva ovviamente) sono imputabili quasi tutte le sue azioni; non vi è esitazione in ciò che fa; inoltre Massimo Ferrero sembra voler fare ogni cosa in maniera altisonante ed avere più visibilità possibile.

Sinceramente non credo sia giusto demonizzarlo per questo. La ricerca del successo ad ogni costo non è solo una sua prerogativa e i modi con cui lo si espone sono soggettivi alla diversa sensibilità di ogni persona.
La mia posizione è che per la Sampdoria vorrei altro (progetti pluriennali sostenuti da investimenti certi, solidità, trasparenza) e, sinceramente, nonostante la buona gestione di questi anni quantomeno a livello di bilanci, la sua storia imprenditoriale ci dice che il rischio di avere problemi a quel livello è più o meno scontato. E più tempo passa, più il rischio diventa concreto.
Se ci si mettesse nei suoi panni ad oggi si ci ritroverebbe con la preoccupazione di una società gravata di debiti a fronte di buoni ma non risolutivi asset immobiliari con lo spettro del fallimento che incombe. Si ci ritroverebbe in un mare di dubbi sul proprio operato a immaginare scenari “what if” passati presenti e futuri.
Si ci ritroverebbe a quel punto in cui tutto ciò che hai fatto potrebbe crollare.
La tua presenza sui media ormai si è addentrata in una costellazione di minacce, insulti e forse piano piano la scorta che hai intorno è tutto ciò che comincia a rimanere del tuo mondo.
Credo che quell’allegria goliardica facente parte del personaggio ormai si sia tramutata in beffardi sorrisi di paura.
Ecco questo davvero non lo auguro a nessuno. Soprattutto ad una persona che comunque in qualche modo si è impegnata per raggiungere i suoi sogni partendo dal basso dandosi sempre nuovi orizzonti.

Sarei contento che Ferrero risolvesse i suoi problemi con la Eleven Finance vendendo la Sampdoria. Sarei felicissimo se ne uscisse senza scorciatoie o sulla pelle altrui; sarei ancora più felice se lasciasse la Società in mani forti.
Sarebbe il caso in questo momento di essere umani ed empatici con una uomo evidentemente in difficoltà e contestualizzargli un ambiente non aggressivo.
Non dimentichiamoci che ha tra le mani la proprietà di un bene che (purtroppo non a ragione) tutti sentiamo un po’ nostro ed aiutarlo ad uscire senza clamore e senza il tipico lancio di ortaggi o peggio in perfetto stile teatrale di uno spettacolo riuscito malissimo è nell’interesse di tutti. Credo che anche per lui avere meno pressione in cambio di una buona vendita sia un buono scambio.

La Sud, come sempre, sostiene la squadra, che pure è in un momento complicato, e io farei solo quello.
Non lo invidio Massimo Ferrero, anzi, mi dispiace per lui.
Gli auguro di avere quel successo e quella visibilità che tanto cerca.
Lontano da Genova.