Poteva diventare tutto tremendamente complicato, e in effetti nei primi 45 minuti di gioco lo è stato. Come nel match di San Siro, il tiki-taka in salsa andalusa ipnotizza i rossoneri: Lo Celso finalizza al minuto 11 una rapida azione a due tocchi degli spagnoli, 1-0. Sanabria da lì a poco rischia di infliggere il colpo di grazia, il Betis fa accademia mentre i ragazzi non impegnano in alcun modo il portiere biancoverde. 
Da Atene giungono pessime notizie poichè l'Olympiakos scherza il Dudelange, quattro gol in poco più di mezz'ora, tutto sembra girar male. In questi casi l'importante è limitare i danni per provare a ripartire nella ripresa, ed è quello che succederà: Suso scalda i motori al '9 con il classico sinistro a giro, respinto da Pau Lopez, ma sempre l'andaluso pochi minuti più tardi pennella una punizione-cross beffarda che s'insacca senza deviazioni.
Da qui in avanti il Betis ripiega su se stesso, i ritmi si abbassano, il Milan timidamente ci prova ma il fatto di maggior rilievo (e preoccupazione) è il violento scontro fra Kessie e Musacchio, dopo i primi attimi di paura l'argentino esce in barella con il collo immobilizzato; come se non bastasse pure Calhanoglu è costretto ad uscire, entrerà Bertolacci.
Nel finale grande occasione per Tello che trova pronto Pepe Reina. Al termine dei 6 minuti di recupero arriva il triplice fischio, è 1-1 al Benito Villamarin.

La reazione dei ragazzi è stata quasi commovente, una squadra costretta a giocare da settimane con gli stessi effettivi, capace di soffrire e di portare a casa risultati importanti, merita rispetto. Poi ci sarà tempo per le disamine tecnico-tattiche, per discutere sui limiti strutturali di questo Milan, ora conta sostenerne gli sforzi. Domenica sera c'è la Juventus e proprio perché siamo il Milan non possiamo permetterci alcun piagnisteo, guai a mettere le mani avanti, si può solo caricare a testa bassa con quelli che abbiamo, con i vivi.
Momenti come questo potrebbero essere determinanti per fare il tanto agoniato salto di qualità, il carattere si tempra in battaglia, perciò avanti Diavolo. Avanti!