A Milanello in questi giorni si è immersi in una strana, impalpabile atmosfera, nella sala riunioni gli addetti alle pulizie si alternano in faticosi turni giorno e notte, il salone del camino è stranamente vuoto senza più il chiacchiereccio degli ospiti, la sala del bigliardo e il tavolo del ping pong attendono vanamente i giocatori, nelle stanze riservate ai ritiri gli inservienti non sanno se allestirle per una più o meno lunga permanenza, nelle cucine lo chef stenta ormai a trovare le giuste diete, le ha provate tutte, negli spogliatoi il magazziniere non cambia, da quando non si suda più gli accappatoi, il giardiniere non sa più come regolare il taglio dell'erba e la quantità d'innaffiatura per i terreni degli allenamenti, persino gli alberi avvertono un'aria diversa quasi a sconvolgere il loro ciclo biologico di fotosintesi clorofilliana, aleggia insomma in tutto il comprensorio un'atmosfera tipica della "suspence" che si avverte nella lettura dei romanzi gialli di Agatha Christie. 
Tutti gli addetti ai lavori si aggirano per le stradine e per le varie dependence come fossero alla vana ricerca di un colpevole pur ben sapendo nel loro animo di non riuscire nell'intento, perchè magari la colpa dell'attuale nemesi rossonera non è da imputarsi ad una singola persona ma forse ad un gruppo di dubbie capacità, e in ultima analisi pur sapendo che le cose in casa Milan vanno male da un po' di anni, siamo tutti  noi e quindi non solo i presenti a Milanello protesi alla ricerca del o dei colpevoli cui imputare la paternità di questa sportivamente incresciosa ed economicamente devastante situazione e, fra tutte le critiche sollevate ne dovremmo (ma sarebbe compito del nostro staff dirigenziale) trovarne una positiva che ci porti in gran fretta ad una fattiva risoluzione e condurci fuori dal tunnel che abbiamo imboccato (ma dalla sua lunghezza sembra ormai sempre più simile ad un traforo transalpino).

E' sera gli allenamenti a Milanello sono finiti, tutta la squadra si riunisce in salotto e alcuni uscieri distribuiscono in attesa della visione della partita di Champion League delle copie di "Assassinio sull'Orient Express" un supergiallo di Agatha Christie, a latere la dirigente Sig.ra Agata Frigerio "Responsabile Risorse Umane" di Casa Milan augura a tutti i presenti una buona lettura.
Dal primo piano dopo l'ennesima riunione di lavoro scende di corsa Paolo Maldini per recarsi allo stadio San Siro per vedere la partita di C.L.Atalanta- Shaktar Donetks con l'ex compagno di squadra Andry Shevchenko, che dopo la gara sarà suo ospite a cena, e sicuramente passati i bagordi tipici della rimpatriata gli verrà proposta la conduzione del suo ex amato Milan. Il rischio che un buon risotto alla milanese unito ad un prelibato oltrepò pavese gli faccia cambiare idea, attualmente è l'allenatore della nazionale ucraina, c'è, il suo amore per la maglia rossonera e l'attaccamento della sua famiglia per Milano rappresentano indubbiamente un motivo di riflessione, ma tempo non ce n'è!
Dunque se ci fosse una risposta negativa ricomparirebbe il siparietto con i nomi dei soliti candidati detti e stra detti in queste ultime ore e che non ho voglia di ripetere. 

Personalmente, essendo un nostalgico, e l'ho scritto su di un mio recente articolo contatterei Gianni Rivera, una bandiera (ed un Pallone d'Oro) del Milan, che pur essendosi solo ora laureatosi allenatore, avrebbe tanta e tale voglia, qualità da trasmettere all'attuale squadra che a mio modo di vedere avremmo con la sua guida sicuramente un bottino più ricco dei 6 punti attuali in classifica dopo 6 gare (siamo terzultimi...vergogna! bisogna tornare ai tempi della guerra abissina per ritrovare quella posizione!).

Ma torniamo a noi, siamo rimasti immersi nella lettura di questo avvincente libro giallo la cui trama lo vede ambientato prevalentemente sui monti della ex Jugoslavia e qui durante il tragitto a causa di una tormenta di neve il convoglio rimane bloccato per alcuni giorni.
Un addetto dei wagon-lits scopre un cadavere, risulta ucciso da 12 pugnalate inferte sul suo corpo così come repertato dal detective Hercules Poirot passeggero del treno. L'assassinato risulta essere un cittadino americano di nome Ratchett, che dà il via ad una sequenza di minuziose ricerche ed  avvincenti quanto misteriosi indizi che depistano talmente il pur abile Poirot fino al punto d'inventarsi un falso colpevole per prender tempo e raccogliere altre prove prima dell'arrivo del treno a Istambul e poter così consegnare alle autorità il vero colpevole.
Ciò che farà riflettere ed arrivare alla conclusione con lo smascheramento del colpevole che non sarà uno, ma ben dodici, è proprio questa cifra finale, perchè tutti e 12 i colpi inferti erano nel corpo con un'impronta di taglio uno diverso dall'altro, difatti ben 12 persone risulteranno colpevoli di omicidio, non del cittadino americano Ratchett, bensì del cittadino italiano Cassetti (che aveva perchè ricercato mutato la sua identità in Ratchett) in fuga perchè ritenuto responsabile dell'uccisione della piccola bimba Daisy, precedentemente rapita con richiesta estorsiva, figlia del pioniere dell'aviazione con il suo Spirit of St.Louis Charles Lindberg l'eroe della prima trasvolata oceanica (dal cui rapimento il romanzo s'ispira). Tutta una serie di vicissitudini legate a questo rapimento ed uccisione della piccola porteranno ben 12 persone tutte nella carrozza di Cassetti che avevano architettato l'omicidio per vendicarsi della morte della piccola Daisy alla quale in vari modi erano tutte legate. 
Il giallo si conclude con l'accordo preso da Hercule Poirot e il rappresentante dei 12 colpevoli Monsieur Bouc di non consegnarli come rei alla polizia jugoslava, ma di considerare colpevole un solo omicida poi scomparso, ritenendo che quell'efferato delitto fosse stato imposto dagli stessi autori come liberatorio delle loro tribolazioni dato che erano tutti profondamente legati alla famiglia Armstrong.
Sembrerebbe un finale a rigor di codice non esemplare, ma così fu scritto il tanto decantato giallo, e chiudendo la copertina del libro compare il sottostante odierno quotidiano sportivo con le vicende milaniste in prima pagina. 

Ebbene, accostando tra loro giallo e rotocalco la conclusione che se ne può trarre è la seguente
Nel giallo di Agata si scoprono 12 colpevoli. 
Nel nostro giallo rossonero ne conto altrettanti ecco i nomi: 1) A.D. Ivan Gazidis 2) Presidente Paolo Scaroni 3) Direttore Area Tecnica Paolo Maldini 4) Brand Ambassador Franco Baresi 5) Commercial Officer Lorenzo Giorgetti 6) 7) 8) i tre Chief: Fabio Guadagnini, James Murray, Casper Stylsvig 9) Human Resorces Agata Frigerio 10) Stadium Operation Marco Lomazzi 11) Marketing &Sales Michele LoRusso 12) Digital Director Lamberto Siega 13) Partnership Director Mauro Tavola  14) Planning & Control Angelo Zucca... ed avrei finito, questo è l'organigramma dell'A.C. Milan di oggi 1.10.2019... ma non compaiono Boban e Massara... non sono a libro paga?   
Nel giallo di Agata nessuno alla fine è di fronte alla giustizia colpevole o meglio verrà incriminato un solo uomo, ma purtroppo dileguatosi e quindi non condannabile. 
Nel giallo del nostro Milan io scoprirei oltre ai 14 menzionati + Boban e Massara e ai quali ovviamente aggiungerei Marco Giampaolo con tutto il suo staff.       
Ma l'ultima sentenza, amici, non sta né a me né a Voi pronunciarla. Forse come nel giallo della grande Agatha Christie un colpevole c'è ma anche lui si è dileguato!  (sembra però che lo abbiano qualche anno dopo rivisto nel centro storico di Monza! ...mah...!).

                                                           
Un abbraccio

Massimo 48