Subito dopo il derby era abbastanza chiaro: la squadra nerazzurra sarebbe stata bersagliata di continuo. Non è una novità, lo sappiamo tutti che è sempre stato così, ma le critiche che stanno raggiungendo Appiano Gentile e dintorni stanno diventando davvero risibili. Leggere continui commenti che puntano a trovare alibi di ogni sorta, con l’obiettivo (non) dichiarato di sminuire i successi della truppa di Antonio Conte, sono perlomeno significativi: l’Inter è tornata a fare paura. Lo si legge in quelle poche righe, elaborate per non ammettere la superiorità manifesta di un avversario. Già, perché è impensabile poter riconoscerne i meriti: deve esistere sempre qualcosa che non va. Sia ben chiaro, il discorso vale per tutte le tifoserie, ma nello specifico si ha un accanimento nei confronti dell’ultima squadra italiana vincitrice in Europa che non ha ragione di essere. Si rende necessario fare ordine, perché le tesi che vengono portate avanti sono alquanto deboli o, a tratti, addirittura fantasiose e occorre smontarle pezzo per pezzo.

- L’Inter gioca una volta a settimana
Siamo a maggio e non me ne sono accorto? No, perché, in genere, il discorso delle coppe europee viene fatto valere verso la fine del campionato, quando le squadre impegnate nei tornei internazionali accumulano un dispendio energetico, fisico e mentale, che potrebbe (condizionale) impattare sulla corsa tricolore. Il punto, però, è che ciò può essere (eventualmente) sostenuto solo dopo aver giocato un certo numero di incontri, non agli albori di marzo. Dopo la prima fase delle coppe, per intenderci, le milanesi hanno disputato ad oggi lo stesso numero di partite. Quale sarebbe il grande vantaggio ottenuto? Volete forse dire che se l’Inter fosse stata impegnata anche in Champions League non sarebbe in testa al campionato? E per quale ragione? Ora, se i rossoneri dovessero arrivare ai quarti di finale di Europa League, già potrebbe cominciare ad avere un senso, ma sempre in modo limitato. Perché? Semplice: perché tutte le squadre sanno ad inizio stagione di partire su due o tre fronti. Si costruiscono le rose anche per sopperire al ritmo infernale che la stagione richiede. Non si può piangere dopo, non è corretto. E comunque, come appena scritto, il fatto di essere impegnati nelle competizioni continentali vale fino a un certo punto: vincere aiuta sempre a vincere. Passare un turno può generare sicurezza, autostima e voglia di scendere in campo per ottenere ancora un successo. La stanchezza è un concetto relativo, e la squadra che viene bersagliata costantemente lo ha ampiamente dimostrato nel 2009/10.

Il Milan ha disputato i preliminari
Qui mi rivolgo nello specifico ai sostenitori rossoneri che lamentano questo incredibile fardello. Allora, riavvolgiamo il nastro.
L’Inter gioca la finale di Europa League 2019/20 il 20 agosto 2020, con la stagione iniziata il 26 agosto 2019. Dopo appena 37 giorni, a seguito di una stagione che ha visto nei neroazzurri la squadra che ha (per ovvie ragioni) disputato il maggior numero di partite, è scesa nuovamente in campo per la nuova annata. Il Milan gioca l’ultima gara della stagione 2019/20 il primo giorno del mese di agosto 2020, in un’annata in cui non è stata impegnata nelle competizioni internazionali (cosa che nessuno nota, naturalmente). La ripresa ufficiale avviene 47 giorni dopo, il 17 settembre, disputando i preliminari. Ora, come diamine si può pensare che questo possa costituire un vantaggio per l’Inter? Qualcuno parla di preparazione diversa, di carichi di lavoro: no, signori, non è questione di atletica, è che, molto semplicemente, l’Inter è sotto tutti i punti di vista più forte del Milan, e questo valeva anche nei mesi in cui i rossoneri erano stabilmente davanti in classifica. Non si può continuare a non prendere atto della realtà, adducendo giustificazioni che non sono suffragate da fatti concreti.
E poi, detto con franchezza, il Milan si è qualificato ai preliminari di Europa League e questo non è colpa di nessuno. Il regolamento lo conosciamo fin dal principio: chi arriva in una determinata posizione di classifica, giocherà le gare che precedono la fase a gironi. Niente di più, niente di meno.

Se si infortuna…
«Vorrei vedere se giocaste senza Lukaku, Barella, Bastoni, la panchina, i raccattapalle, l’impianto delle luci, l’autobus ecc.»
Non so, vogliamo aggiungere qualcosa? Sì, altrimenti che ci sto a fare?
Qualcuno, di grazia, vorrebbe spiegarmi perché mai una squadra che legittimamente ha in rosa degli atleti professionisti dovrebbe dimostrare di essere ugualmente formidabile senza i suddetti?
L’infortunio, anche semanticamente, è un evento eccezionale, un qualcosa che si oppone alla regola. Se una squadra ha costantemente a che fare con questo tipo di problemi, ci possono essere tante spiegazioni, ma ciò non è utilizzabile come arma per cercare di trovare una scusa. I “se” sono le cose peggiori, tanto nella vita, quanto nello sport, perché semplicemente sono rappresentativi di qualcosa che non esiste. Sono ipotesi basate sul nulla, su qualcosa che non è accaduto. Pertanto, inutile insistere su questo tasto. E comunque, anche volendo concedere un’apertura, la profondità della rosa è un argomento che da sempre ha alimentato dibattito. Quando si parlava di avere tanti giocatori validi per ruolo, in molti ritenevano che non ci fossero differenze tra le varie squadre. E invece no, la differenza c’è ed esce fuori soprattutto quando si verificano le circostanze “eccezionali”.

- Siete fuori dalla Champions League, non osate festeggiare!
Qui, invece, mi rivolgo principalmente ai tifosi interisti o pseudo tali. Quando siamo usciti malamente dal girone della competizione più importante, il sottoscritto si è incazzato, come credo ogni sano supporter. È ovvio. Non era facile digerirlo. Però, non esageriamo: adesso, sembra che l’eventuale vittoria di un campionato non debba essere neanche vissuta con orgoglio e felicità perché siamo stati estromessi dalla ex Coppa dei Campioni. Per cortesia, non scherziamo! Io, dopo 11 anni, semmai dovessimo cucirci realmente quel tricolore sul petto, sarò in estasi. Tornare davanti a tutti in Italia dopo tantissimo tempo, spezzando un dominio che resterà impresso nella leggenda del calcio, è qualcosa che dovrebbe renderci fieri di essere interisti solo all’idea. E invece no, si parlerà di Conte, di quanto è antipatico, dei suoi errori e del fatto che non ci siamo fatti valere in Europa, dimenticando che neanche sette mesi fa siamo arrivati in finale di una coppa europea, che piaccia o no.
Ah, e a chi sostiene curiosamente che «La Serie A è tornata ad essere importante, mentre quando vinceva la Juve era da buttare» vorrei evidenziare dei fatti: quando i bianconeri hanno vinto i primi titoli, credo che nessuno potesse dire nulla. È evidente che, dopo che si vince così tanto consecutivamente il torneo nazionale, sono gli stessi sostenitori che desiderano altro, per cui lo scudetto non basta più. Non mi dite che i primi campionati non li avete festeggiati con passione, perché sarebbe falso. Dopo averne vinti sette, otto e addirittura nove, mi sembra evidente che la stessa foga cali, se non è accompagnata dal sussulto internazionale. Per cui, non è mai stato così: il campionato di Serie A è sempre importante, ma per chi non vince da più tempo lo è naturalmente di più, solo perché maggiormente sentito e atteso.

Solo in contropiede, vergogna!
Mi sono già espresso sul tema. La squadra ha un’identità. Non pratica il tiki taka, ma si percepisce la mano del tecnico e la voglia di andare a vincere sempre e comunque. Solo deve finire questa storia che si gioca di rimessa: in primis, non è vero (secondo gol al Milan lampante dimostrazione) e, secondariamente, anche fosse così, non è un motivo per sminuire una squadra. Non mi sembra sia vietato dalle regole del gioco del calcio. E dunque, piantatela anche con questa lagna.

Conclusioni
Ovviamente, non mi soffermo sulle altre questioni: crisi societaria, finirete in Serie D, perderete il derby a tavolino perché avete utilizzato più slot di quelli previsti (mamma mia…), adesso vendete tutti, stavate cedendo Eriksen e Perisic, avete umiliato il campione danese, Kessié è più forte di Barella, in Coppa Italia avete dimostrato di non essere all’altezza e tanto tanto altro.
Ci sarebbe un manuale da poter scrivere, ma meglio chiudere e concentrarsi sul match di lunedì. Arriva l’Atalanta ed è un banco di prova molto, molto importante.
Lo Scudetto non è scontato, anzi, la strada è lunghissima e io temo sempre la Signora. Per cui, concentrazione e voglia di conquistare i tre punti contro la squadra che pratica il calcio esteticamente migliore d’Italia.
Per tutti gli altri, cercate di essere sportivi e riconoscere i meriti di chi in questo momento è in testa alla classifica. Si può discutere, certo, ma senza arrampicarsi sugli specchi inventandosi cose che nulla hanno a che vedere con la realtà.
Perché la realtà è che l’Inter è forte e forse, dico forse, adesso ve ne siete accorti.

Tutti.

 

Indaco32