Come un bellissimo castello di sabbia, creato in riva al mare, sparisce con le prime onde portate dall'alta marea, così il Milan, la splendida squadra che abbiamo ammirato per moltissimi mesi, coesa e compatta, alla ricerca delle vittorie, si sta sgretolando in prossimità del traguardo finale, lasciando tutti increduli, ma specialmente perdendo anche la più minima certezza, sufficiente almeno per poter appoggiare la nostra eventuale delusione e ripartenza.

Dov'è la squadra che è stata prima per 21 giornate e seconda per 11? Eppure ieri sera mancava un solo giocatore all'appello, il "vecchietto Ibra", a cui in molti non avrebbero rinnovato il contratto, per la prossima stagione. Possibile che la squadra che segnava almeno due gol a partita non sia più in grado di essere pericolosa? Pioli doveva far giocare le riserve? Tomori, non è più un fenomeno? E ancora, chi è nel giusto? Gigio, il capitano, che dopo un tre a zero "pesante", ride a centrocampo scherzando con Reina e altri giocatori della Lazio, oppure Calabria che piange, in panchina?

Ci sono talmente tanti argomenti e motivazioni a spiegare la sconfitta di ieri sera, che non è solo impossibile analizzarli tutti, ma che specialmente lasciano ben poche speranze che si possa arrivare fra le prime quattro classificate e non certo per il calendario, complicato, ma proprio perchè si è arrivati al rush finale, pensando a tutt'altro che a giocare. La "forza" di questa squadra era l'umiltà, saper giocare sacrificandosi, dando il massimo e Calabria, il giovane terzino, più criticato che elogiato, tanto di essere stato messo più volte sul mercato, con destinazioni non certo famose, il più bell'esempio del concretizzarsi di una bella favola. Si parlava di scudetto, da Kessie a Kalulu, da Theo a Tonali, tutti giovani e "bravissimi", mentre Pioli era candidato alla Panchina d'oro. Accendere il fuoco, in un pagliaio, avrebbe fatto danni minori. Il susseguirsi di interviste, tra Scaroni e Gazidis a tessere le lodi della loro gestione, stadio incluso e facendo bene attenzione di non nominare la Super Lega, sono state solo l'inizio di un lento, ma inesorabile, ritorno alla cruda realtà.

Se gli infortuni, avevano il merito di tenere tutto il gruppo concentrato e consapevole dei propri enormi limiti, i rinnovi dei contratti in scadenza e le posizioni dei giocatori in prestito hanno innescato degli ordigni ad orologeria, che hanno creato malumori e divisioni nello spogliatoio, portandole logicamente in campo dove i risultati hanno incominciato a venire meno. Sapere che Calha e Donnarumma non accettano contratti, dopppi o tripli del proprio, pensate sia piacevole? Sapere che dai tutto per arrivare in Champions, mentre altri si preparano a trasferirsi ed hanno altre priorità, non è certo lo stimolo migliore a compattare il gruppo. Crepe, che si sono aperte su un muro ancora fin troppo fragile e poco può fare Mister Pioli, se i suoi messaggi non hanno lo stesso effetto di prima. Una situazione fin troppo uguale a quella attraversata da Rino Gattuso, quando in molti erano a fine contratto e già con un piede fuori dal Milan.

E' in questo contesto che le lacrime di Calabria o il suo diverbio con Calha, per un passaggio sbagliato, mettono a nudo una situazione che è ben lontana da trovare soluzioni tecnico-tattiche. Abbiamo 15 giocatori pronti a dare tutto in queste ultime cinque partite ? Questa è la domanda che deve farsi l'allenatore. A mio modesto giudizio inizierei con togliere la fascia dal braccio di Gigio, per darla a Kessie. Con tutta sincerità, cambierei anche il portiere, meglio averne uno più debole come Tatarusanu, sperando che tutto il reparto sia più attento, piuttosto che uno che è distratto e rinuncia all'uscita pericolosa per non rischiare di infortunarsi. Un bel segnale, che adotterei anche con il turco, visto che un 4-4-2 è di facile applicazione.

Se devo annegare, preferisco il mare profondo e non certamente un bicchier d'acqua. L'Inter è prima, Atalanta e Napoli, volano, solo la Juve e il Milan sono in difficoltà e rischiano la qualificazione, ma la squadra di Torino ha uno spessore ben superiore al Nostro. Peccato è stata una stagione, triste per l'assenza del pubblico e il perseverare della pandemia, ma entusiasmante, che ci ha regolato divertimento e l'orgoglio di sentirsi ancora competitivi, servivano tre rinforzi a dicembre e non sono stati presi, serviva coesione e un bagno di umiltà, si è pensato ad altro, ad una scorciatoia chiamata Super Lega, dimenticando quanto sia più facile distruggere che costruire. Aspettiamo la fine della stagione. All'andata era la vigilia di Natale, il Milan vinceva 3 a 2, con il gol finale di Theo, portandoci in alto, oggi stiamo cadendo e tutto sembra buio, l'imperativo è REAGIRE, ma tutti i segnali non sono positivi. 
FORZA MILAN, SEMPRE