Sono le 11e30 di una fredda e piovosa domenica  mattina quando mi viene comunicata la scomparsa del capitano viola Astori. Lo sgomento e l'incredulità hanno il sopravvento su di me e non riesco a capacitarmi dell'accaduto. In pochi minuti questa tragica notizia fa il giro del web, sollecitando le reazioni degli addetti ai lavori che esprimono attestati di stima all'uomo Astori più che meritati e di conseguenza arriva anche il giusto rinvio della giornata di campionato.

La Fiorentina oltre a perdere un grande uomo con lo spirito da guerriero, sempre pronto a metterci la faccia nei momenti difficili e anche un esempio per i giovani perde un ottimo giocatore. Non possiamo non ricordarlo anche come difensore perno della Fiorentina è probabile prossimo titolare della nazionale, abile nell'uno contro uno con gli attaccanti, fortissimo di testa sia in fase offensiva che difensiva, capace di impostare l'azione e di proporsi in avanti (vedi assist a Biraghi domenica scorsa) anche andando sul fondo a crossare che è una cosa atipica per un centrale alto 1.89. 

Mentre scrivo queste righe non riesco ancora a credere che un ragazzone di 31 anni allenato e super controllato dal punto di vista clinico sia morto così, la vita è ingiusta e lo ha dimostrato ancora una volta privando noi tifosi viola di un campione sempre sorridente e solare che, come ha testimoniato Andrea Della Valle, era sempre più leader di questo spogliatoio.

Da oggi, con l'augurio che venga ritirata la maglia numero 13 e che il nuovo stadio venga intitolato a Davide, noi tifosi avremo due capitani il glorioso Giancarlo Antognoni e il condottiero Astori rispettivamente unico 10 e unico 13.

Addio Davide, guida la tua Fiorentina da lassù e riposa in pace.