C'è una barzelletta, molto vecchia, che racconta di una proposta fatta ad un passante per indurlo a mangiare un piatto di m... (sì proprio quella che scarichiamo nel Water) e quale sarebbe stata la sua richiesta economica per accettare. Fra battute e dialoghi divertenti la constatazione finale di Tony e Beppi, mitici personaggi di moltissime storielle venete, logicamente allegri e inebriati dall'eccessivo vino bevuto, conseguenza del rituale giro fra bacheri, locali tipici di Venezia a cui è impossibile sottrarsi, è che: "magna m..., se ne trovano sempre, ma purtroppo sono i soldi che mancano".  
Una similitudine fin troppo calzante con il calciomercato attuale che, dopo quindici giorni è parco di contratti conclusi, ma ricchissimo di potenziali trattative. Un susseguirsi di nomi, di rinforzi per tutte le squadre, per poi constatare che nessun club ha liquidità sufficiente per fare investimenti e nella più ottimistica delle soluzioni, concluderanno un'unica operazione, con pagamenti molto dilazionati nel tempo. Se consideriamo che moltissimi club, sia italiani che esteri, hanno rose in sovrannumero e che per rispettare i regolamenti dovranno essere costretti a sfoltirle, è facile prevedere che si arriverà a fine mercato con squadre obbligate a cedere i giocatori, gratuitamente con anche l'onere di accollarsi, parzialmente o totalmente, gli stipendi. 

Appare evidente che riuscire a vendere stia diventando una operazione molto più complessa che comperare. Specialmente se le trattative non riguardano quei pochi campionissimi per cui si è disposti a qualsiasi sacrificio, anche quello di rischiare la bancarotta, pur di poterli tesserare, cosa totalmente illogica per quei giocatori normali dai prezzi fin troppo gonfiati.
Dobbiamo innanzitutto evidenziare due situazioni totalmente diverse, ma ugualmente complesse. Se da una parte il mercato italiano non ha liquidità e si trova obbligato ad augurarsi che siano le squadre straniere, specialmente quelle inglesi, notoriamente più ricche, ad acquistare dai nostri club, dando "ossigeno" e slancio ad un mercato che rischia l'immobilità più totale, dall'altra il peso delle Società Calcistiche nelle trattative si sta azzerando, con procuratori e giocatori a prendere decisioni, a forzare o negare le cessioni o, ancora peggio, a fissare i prezzi. Il tutto a svantaggio dei Club, che perdono forza contrattuale, indebolendo e impoverendo tutto il movimento. Un danno gravissimo per tutto il sistema e che il più delle volte riesce anche ad aggirare qualsiasi forma di tassazione, grazie a sedi legali in Stati accondiscendenti.                 

Luis Alberto, che non si presenta al ritiro della Lazio, Locatelli che rifiuta qualsiasi destinazione che non sia la Juventus o i casi Holland o Mappè, o per restare al Milan, quello di Donnarumma e quelle future che saranno più a discrezione dei procuratori che di trattative fra tesserati e squadre, come Dybala, Kessie, Lautaro o Brozovic. Tutte situazioni che evidenziano quanto la situazione stia sfuggendo da ogni tipo di logica e controllo. Fino a quando “il Palazzo” non deciderà di attivarsi per arginare questo dannosissimo strapotere a disposizione di procuratori avidi e a quanto pare poco volonterosi di aiutare le squadre in un momento così difficile, sarà più che scontato doversi preparare al peggio... Fino ad oggi, l'operazione economica più importante l'ha conclusa l'Inter, vendendo Hakimi al PSG, ma della cifra introitata nessun euro verrà investito sul mercato, utilizzandolo esclusivamente per ripianare il bilancio. Sarà forse l'Udinese a investire quanto guadagnato dalle cessioni di De Paul e del portiere? Conoscendo come opera la famiglia Pozzo sembra alquanto complicato. Chi sarà in grado di dare inizio alle danze? La Juventus comprando Locatelli dal Sassuolo in comode rate, no di certo. Come potrà ad esempio il Napoli alleggerirsi di campioni costosissimi in assenza di acquirenti? E la Roma? Come potrà rafforzarsi senza smaltire tutti quei giocatori costosissimi che da anni pesano a bilancio senza essere disponibili? Commisso e Ferrero continueranno a proporre prezzi irreali, imitando Lotito e Cairo per poi accorgersi che i loro giocatori invecchiano senza avere più mercato e non poter accontentare le loro assurde richieste? Come vedete tutte domande che necessitano di risposte immediate. Chi segue anche i mercati esteri si sarà accorto che in Germania e Francia i prezzi dei cartellini si sono dimezzati.       

In questa situazione permettersi di fare obiezioni sulle cessioni di qualche giocatore è molto rischioso. Da tifoso milanista mi permetto di segnalare che, a fronte di un solo ruolo ancora scoperto, quello del turco giunto alla conclusione del suo contratto, abbiamo sei difensori centrali, tre esterni sinistri e qualche giocatore ai margini del progetto. Sogniamo tutti un innesto sulla fascia destra, ma vendere Castilleco sarà possibile? Ho molti dubbi in proposito. Che poi ci siano richieste per Conti, è plausibile, ma in prestito o acquistandolo? Nessuno vorrebbe la cessione sia di Hauge che di Pobega, ma quale altro giocatore può garantire quella liquidità indispensabile per completare il mercato ? Forse Leao, o Romagnoli, con operazioni da concretizzarsi all'estero con l'intervento e congrue commissioni ai due procuratori più importanti nel panorama mondiale, Mendez e Raiola. Il mese di Agosto metterà a nudo una situazione che stenta ad essere compresa nella sua drammaticità. Ci saranno talmente tanti giocatori a disposizione che vendere sarà praticamente impossibile, anche accettando prezzi al ribasso. Con l'arrivo dell'ultimo acquisto, il terzino francese senegalese che sarà la riserva di Theo, il Milan ha attualmente 28 giocatori a disposizione, contando anche Giroud e Diaz, seppur non ufficializzati. 
Nulla di grave, perchè il calcio continuerà ad entusiasmare ed appassionare, ma complicherà notevolmente tutte quelle "alchimie" che in anni passati riuscivano a mascherare bilanci già ampiamente sulla via del collasso e renderà problematico, se non impossibile, recuperare soldi oramai irrecuperabili e accorciare il gap con le squadre più forti e competitive. Pjanic, Isco, Coutinho e moltissimi altri sono in svendita, pezzi pregiati, dagli ingaggi troppo onerosi e ritenuti non più funzionali, per formazioni che anche privandosene resteranno ugualmente le favorite per la vittoria finale. 

In questo azzeramento economico obbligato, il Milan ha l'indubbio vantaggio di aver intrapreso questo percorso in leggero vantaggio rispetto a tutti gli altri e forte di un'immagine e ad una risonanza sportiva mondiale, di cui fino ad oggi ha usufruito in modo molto limitato, recuperare parte di quel terreno perduto. Una lacuna fin troppo evidente se si considera la "fama" con cui era stato osannato l'arrivo di Gazidis. Non va infatti dimenticato che il dirigente sudafricano, braccio destro della proprietà e artefice di ottimi risultati economici all'Arsenal, non altrettanto sportivi, ha ottenuto, da chi è particolarmente attento a tutte le voci di spesa, anche alle bollette della luce o quanto detersivo viene usato per lavare gli spogliatoi, uno stipendio top, ben superiore a quello di molti calciatori, con l'aggiunta di averlo attorniato da manager i cui risultati in termini di contratti pubblicitari stentano a vedersi.
L'augurio è che, grazie alla qualificazione alla Champions e la realizzazione, vera o presunta, del nuovo stadio, possano garantire quelle entrate economiche, su cui fanno affidamento tutti i club più seguiti nel Mondo fra i quali figura anche il Milan, nonostante si abbia la sgradita sensazione che a qualcuno sia sfuggito.
La conclusione è fin troppo semplice, in una situazione così complicata che probabilmente porterà a situazioni nuove e innovative, Super Lega compresa, a fissare nuove regole e strategie, la forza del denaro, della risonanza dei Club e della consistenza dei bacini di tifosi, saranno determinanti nel disegnare il nuovo panorama mondiale. Essere il MILAN è un bel punto di partenza.