Una semifinale di coppa Italia col pensiero alla durissima partita col Toro che, visto l’orripilante andazzo di Gattuso &Co, sta assumendo i contorni di un impegno proibitivo.

Era difficile immaginare ad inizio stagione ed ancor più dopo i felici innesti (finalmente) di Paquetá e Piatek, che lo snodo stagionale si giocasse in condizioni psicofisiche e tecniche al limite del dramma sportivo sul campo di un Toro che partirà nettamente favorito. Lo sarà non solo perché in casa propria, ma perché è stato per tutta la stagione concreto, affamato, spietato.

Il Milan ci arriva con credenziali esattamente opposte: atleticamente sottozero (chi ha programmato questa preparazione?), tecnicamente dotato in non più di tre o quattro elementi in rosa, sfiduciato, scarico.

Questa è la foto del Milan attuale, ma si aggiunge ad una bacheca sempre uguale da anni: allo sprint finale delle ultime stagioni ci arriva una squadra ne’ carne, ne’ pesce, con molti dell’organico non adeguati a fare la guerra, senza fiducia nei propri mezzi probabilmente perché qualcuno non è stato in grado di mettere insieme un undici logico per tutta la stagione. Manca il ragionatore di centrocampo e si prende Bakayoko, mancano gli esterni e si insiste con due giocatori che non faranno mai la differenza in nessuna squadra (Suso e Calhanoglu), manca chi sappia assemblare una squadra credibile e si va avanti col volenteroso Gattuso che allenatore non è.

Quello che si vede oggi, che si è visto per tutta la stagione è un Milan che non ha i mezzi (a cominciare dalla panchina) e quindi non può scendere in campo con la consapevolezza di poter far male!

Non so a quanti interessi la semifinale con la Lazio: il tifo è proiettato alla sfida che vale una stagione e che oggi incredibilmente appare quasi impossibile vincere; Torino-Milan.

Quando torneremo ad avere un po’ di pace?