Un consiglio per il Milan: questa sera scenda in campo senza pressioni, soprattutto senza quelle pressioni che gli altri cercano di mettergli addosso. Il tam-tam mediatico serve anche togliere serenità a chi, magari, le pressioni potrebbe non sentirle, ma deve sentirle. Il tifo ufficiale e mediatico per l'Inter è sorprendente e mi fa pensare a un paradosso di cui parlava un mio amico esperto di finanza. In sostanza, se sei esposto verso banche e finanziatori per pochi milioni, finisci per fallire o andare giù, in quanto i creditori hanno poco da perdere e nessuno ha ineresse a sbattersela più di tanto per te. Se sei esposto per 800-900 milioni di euro, scatta la gara di solidarietà per tenerti in vita, altrimenti i tuoi debiti diventerebbero crediti inesigibili per l'intero sistema creditizio, nazionale e internazionale. La solidarietà, poi, può esplicarsi in tanti modi.

Non nascondiamoci dietro un dito, si va verso un happy ending nerazzurro di gusto hollywoodiano o, comunque, si tifa molto a tutti i livelli perché si verifichi. Sento già il crescendo di quelle musiche che, nel kolossal, accompagnano i titoli di coda.

Del resto, prima di accusarmi di dietrologia, pensate allo scandalo del giorno, quello del Catania in C. E' stato definito correttamente una farsa proprio su www.calciomercato.com, per cui le farse sono all'ordine del giorno nel mondo del calcio: un circo. Non a caso i clown, farseschi per definizione, sono da sempre uno dei piatti forti dei circhi equestri. In un altro circo famosissimo, che è il wrestling, nessuno parla di dietrologia, in quanto un circo ha come scopo principale quello far andare avanti il carrozzone.

Il Milan è arrivato a questa giornata con 1 punto di vantaggio su Napoli e Inter (il cui recupero contro il Bologna, visto il momento in cui si giocherà, sarà una formalità). Se dovesse vincere, si confermerebbe il leader con sole 6 giornate da giocare, se non dovesse farlo, potrebbe sempre sperare in uno scivolone altrui, ma visto il trend infelice del VAR (più che degli arbitraggi), non ci conterei.

Di certo, a dispetto di quello che sostiene il tam-tam mediatico, se per più di 3/4 di campionato te la sei giocata, vuol dire che... te la potevi giocare e che te la puoi giocare, quindi che eri e sei all'altezza della situazione. Hai la coscienza pulita.

Il Milan finora è mancato quando doveva vincere per forza, ma sarebbe superficiale dire che non ha ucciso il campionato per quello. Come diceva Totò, è la somma che fa il totale. Il Milan ha perso punti in situazioni nelle quali gli altri hanno trovato la vittoria. Ha fatto, però, punti dove gli altri ne hanno persi.

Sì, il Milan cerchi di vincere, ma non si ponga il problema di dover vincere. A Torino col Toro, almeno in questa stagione, si può anche non vincere senza che sia una vergogna. Altri sono usciti dallo stadio dei granata con un pareggio per il quale avevano poco da gloriarsi. Non è stato giusto, ma quel risultato è arrivato e fa classifica, quindi il Milan non deve porsi il problema di ciò che è stato.

Ribadisco che... sì, il Milan non deve entrare in campo convinto di dover vincere, ma per vincere. Il Diavolo non dovrà essere rilassato, chiariamolo, ma tranquillo e sereno.

So che Pioli intende insistere su Diaz ed è un rischio, visto lo stato di confusione attuale del giocatore, ma a questo punto, visto che ha puntato sullo spagnolo tascabile per quasi tutto il campionato, perché non dovrebbe farlo oggi? Al massimo verrà criticato da me e da quei tifosi che non sono convinti di quel giocatore. E allora? Se le critiche di Zardoronz e dei tifosi in genere uccidessero, molti nel mondo del calcio sarebbero defunti da tempo. E c'è sempre la chance che Diaz, prima o poi, imbrocchi la giornata giusta o che i compagni compensino un certo suo girare a vuoto.

Sarà decisivo il fattore serenità, che non vuol dire rilassatezza, come ho detto. Serenità, significa consapevolezza che si è fatto tanto e che non sempre dipende tutto da te.

Questa sera e nelle prossime 6 giornate il Milan dovrà giocare senza pressioni, ma solo con motivazioni, e questo anche per non darla vinta a chi, dopo la vittoria dell'Inter col Verona, si è affrettato ad accendere il falò delle pressioni sul Diavolo. Non dovranno esserci pressioni, non dovrà esserci nervosismo, altrimenti gli sponsor nerazzurri, tantissimi, l'avranno avuta vinta.

Si può non vincere una partita, perché è nell'ordine delle cose del calcio, ma non vincere non vuol dire darla vinta.

In generale, mi viene in mente Totò nel film "I 2 orfanelli" di Mario Mattoli. Svegliatosi da un sogno non piacevole interrotto a metà, decide di richiudere gli occhi, riaddormentarsi e andare a vedere come va a finire il sogno. Scoprirà che i buoni finiscono male e ai cattivi è riservato un happy ending. E quando, a sogno terminato, Totò vede arrestare un mendicante cieco per una rapina non commessa, spiega all'amico Carlo Campanini che il cieco... è uno che sogna, perché le ingiustizie accadono solo nei sogni.

Se noi milanisti dovessimo essere arrestati al posto di chi ha rapinato la gioielleria, qualcuno ci dirà che siamo solo gente che sogna, statene certi. Vi pare di no?

Stasera, tuttavia, divertiamoci.