La situazione di emergenza sanitaria da Coronavirus è ormai all’ordine del giorno in tutto il Mondo, anche se allo stato i Paesi nei quali è stata accertata con con particolare virulenza (a parte la Cina) sono la Corea del Sud e l’Italia.

I continui richiami delle Istituzioni, governative e sanitarie nonchè i pareri, le opinioni e i consigli dei virologi e degli epidemiologici , stranieri ed italiani, certificano che, purtroppo, stiamo vivendo ancora solo le manifestazioni di esordio di un’epidemia, con contagi in crescendo ed il cui picco è attualmente inimmaginabile, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità non esclude la possibilità che l’epidemia possa trasformarsi in pandemia.

Alla luce dell’informativa che viene resa negli ultimi giorni, il cittadino è ormai pienamente consapevole che, a parte l’adozione dei noti comportamenti (evitare luoghi affollati ed igiene), si deve porre in una posizione di attesa: l’attesa di conoscere se e quando il numeri del contagio cominceranno progressivamente a ridursi; l’attesa di apprendere se la stagione estiva, con il rialzo delle temperature (condizione in genere non favorevole alla diffusione dei virus), permetterà di contenere il contagio; l’attesa di sapere se e quando sarà disponibile il vaccino anti Covid 19.

Insomma, l’attesa costituirà un leit motiv del presente, delle prossime settimane e, presumibilmente dei prossimi mesi e, forse, riusciremo anche a comprendere perché lo spagnolo è l’unica lingua diffusa in tutti i cinque continenti: in spagnolo aspettare si dice “esperar”, perché in fondo attendere è anche sperare.

In un tale contesto emergenziale, si inserisce ovviamente anche il pianeta calcio e, in queste settimane, abbiamo letto ed ascoltato opinioni e pareri discordanti, ricchi di contraddizioni ed intrisi, sempre e comunque di polemiche, sterili e faziose.

Ma se per il cittadino alle prese con la vita quotidiana, l’attesa costituisce uno stato rispetto al quale non si può opporre alcuna forma di resistenza, ma solo subire gli eventi, ci sono evidentemente settori, quali il calcio, per cui l’attesa o l’attendismo non sono certamente più sostenibili. A questo punto, ci sono già tutti gli elementi, per varare provvedimenti definitivi, anche se impopolari ma comunque graduabili nella loro “gravità” perché ora la situazione lo impone e non ammette ritardi o comportamenti tattici, che non portano a nulla se non a fenomeni dilatori (rinvii) che rendono ancora più complessa e confusa la gestione.

Sino a quando la situazione di emergenza non dovesse rientrare, si possono ipotizzare diverse soluzioni, evidentemente tutte caratterizzate da un impatto, più o meno straordinario ma sicuramente imposto da circostanze eccezionali.

Restringendo l’ambito al massimo campionato di calcio e a livello Europeo, si può ipotizzare un ventaglio di possibilità e, in tale ambito, si potrebbe ipotizzare quanto segue (fermo restando che ciascuna ipotesi si porta dietro la necessità di risolvere una serie di decisioni a catena sugli aspetti “secondari”)


Partite a porte chiuse sine die

Sino a quando permarrà la situazione di emergenza sanitaria e, se del caso, sino alla fine del campionato, tutte le partite dovranno essere disputate a porte chiuse, senza distinzione alcuna. Gli abbonati dovranno essere indennizzati con un rimborso sulla propria tessera per ciascuna partita cui non si potrà assistere. Anche le partite delle coppe europee di club dovranno essere giocate a porte chiuse, in Italia come all’Estero, senza distinzione alcuna, tenuto conto che l’Italia non è l’unica detentrice del marchio di fabbrica Covid 19.

Per consentire di allineare tutte le squadre sullo stesso numero di partite, cancellazione delle (peraltro inutili e ancora di più in questo momento) amichevoli Inghilterra- Italia del 27 marzo e Germania-Italia del 31 marzo e disputa nel weekend del 28/29 marzo delle partite da recuperare. Ove per qualche astruso motivo non si procedesse alla cancellazione di queste come delle altre amichevoli europee in programma nello stesso periodo, mancata convocazione in Nazionale di tutti i calciatori impegnati nei recuperi.


Differimento all’estate del 2021 degli Europei di Calcio 

Cancellazione di qualsiasi amichevole tra Nazionali già programmata e, ove entro la fine di Aprile, la situazione di crisi sanitaria non fosse ancora gestibile in regime di controllo, slittamento all’estate del 2021 degli Europei di Calcio, perché non è immaginabile che i cittadini europei possano mischiarsi tra loro negli stadi o circolare liberamente nelle città delle sedi ospitanti.

Se stanno ipotizzando già sin d’ora di posticipare le Olimpiadi del Giappone del luglio 2020, non si comprenderebbe per quale motivo non sia possibile procrastinare di un anno una manifestazione sportiva nettamente meno importante come gli Europei di Calcio 2020.

Sospensione/Interruzione Campionati 2019 - 2020

Sottoposizione, non appena possibile, della rosa di ciascuna squadra ai test per il Coronavirus e, nell’ipotesi in cui dovessero essere rilevati casi di contagio riguardanti staff tecnico e/o calciatori e stante la necessità di disporre per tutta la rosa del periodo di quarantena, sospensione del campionato a data da destinarsi. In caso di ulteriori positività, interruzione dei campionati, prevedendo la non assegnazione del relativo titolo e la cristallizzazione della classifica alla data di sospensione (previa disputa degli incontri da recuperare, al fine di garantire quantomeno pari partite giocate per tutte le squadre). Per la serie A, le prime quattro squadre in Champions League e a seguire le altre secondo i consueti criteri. Le ultime quattro squadre disputeranno a giugno 2020 – se possibile a porte aperte, altrimenti a porte chiuse - i playoff con le prime quattro squadre del campionato di serie B per stabilire la griglia delle promozioni e retrocessioni dei prossimi campionati. 

L’interruzione del campionato e la relativa mancata assegnazione del titolo, in caso di positività di qualche addetto ai lavori, sarebbero le uniche decisioni di buon senso al fine di garantire una par condicio tra le squadre partecipanti al medesimo campionato. 

Allo stato attuale, ci sarebbero già argomenti per porre in discussione che il campionato si sia svolto regolarmente, in quanto (i) alcune squadre hanno giocato a porte aperte e altre non hanno neppure giocato; (ii) alcune squadre si trovano già sin d’ora a dovere recuperare due partite di campionato e non svolgono attività agonistica da due settimane (ad es. l’ Inter, stante il rinvio di Napoli-Inter di Coppa Italia) (ii) senza modifiche dell’attuale calendario, alcune squadre (l’Inter in particolare) saranno costrette ad incastrare i recuperi infrasettimanalmente, infittendo gli impegni in modo troppo gravoso. 

Slittamento Campionato di Calcio Serie A 2021-2022 e composizione a diciotto squadre

Ove la situazione sanitaria fosse caratterizzata da elementi di gravità, che imponessero uno spazio temporale di gestione solo a ridosso dell’estate, sarà inevitabile far slittare l’inizio del prossimo campionato di Serie A del tempo necessario ad assicurare, ove non fosse stato addirittura interrotto, la chiusura di quello precedente.

Di conseguenza, si potrà contestualmente rendere necessario (e per tanti versi anche opportuno per svariati altri motivi) il varo di un campionato 2021-2022, riducendo la partecipazione da venti a diciotto squadre. Ciò assicurerebbe una partenza differita (settembre) e una chiusura comunque anticipata, anche al fine di consentire lo svolgimento degli Europei di Calcio, qualora tale competizione slittasse effettivamente al 2021. In tal caso, sarà necessario effettuare gli spareggi tra le prime quattro del campionato di serie B per ridurre a due le neo promosse al massimo campionato.


Ciò posto, non vedo l'ora di cambiare argomento e di tornare a polemizzare di calcio giocato e ad ironizzare sulla community con i miei amici interisti (in particolare, ma non solo), ai quali comunque rivolgo un messaggio di auspicio:... magari potessimo prescrivere il Coronavirus!