C'era una volta una squadra stellare, capace di vincere e convincere tutto e tutti.
Era il Milan di Sacchi, cui succedette quello di Capello.
Ragazzi invincibili capaci di fare di Milano la capitale del calcio mondiale, per tanti anni. Una squadra stellare di cui era facile innamorarsi.
Così fu anche per Kobe Bryant, un bambino destinato ad incantare il mondo del basket per anni e, purtroppo ad un tragico destino. Un'icona planetaria, uno spot vivente al basket che tifava Milan e Van Basten.

Da ieri, come sappiamo, Kobe non c'è più ma, come si dice in questi casi, quello che ha fatto per lo sport rimarrà sempre.
Sì perchè Bryant, come tutti i grandi campioni di ogni sport, era un grande professionista animato da un'ambizione altrettanto grande: vincere.

In queste ore possiamo leggere tonnellate di aneddoti legati alla sua etica del lavoro unita all'amore per il suo sport. Lì capisci che sei ad un altro livello, che i soldi, il successo e la fama, sono solo una conseguenza e non il fine. Purtroppo non ci sarà più Kobe a dircelo di persona, ma rimarrà il suo esempio, per tutti coloro che ambiscono a qualcosa di grande.
Kobe non era certo l'unico, ma comunque era uno dei pochi. Lo testimoniano i litri di lacrime che stanno versando tutti in tutto il mondo. Perché quando riesci a far vivere emozioni come solo lo sport riesce, allora diventi un esempio per tutti, non solo per i tuoi tifosi. Per questo ci mancherai: ciao Kobe.