Josè Mourinho, dopo lo scorso United- Juventus, disse che Chiellini e Bonucci dovrebbero avere una cattedra di insegnamento ad Oxford, in quanto maestri della fase difensiva.

Ma lo stesso Special One, ieri sera, battendo la Juventus a casa sua, ha dimostrato che le doti da insegnante si addicono anche a lui. 

Un match sofferto per il suo United, come era del resto prevedibile. Una Juventus che domina in lungo e in largo, va avanti col un gol meraviglioso di Ronaldo, ma poi, calandosi in modalità campionato, mostra l'ennesima presunzione e superficialità che da un po' l'accompagnano, e così si fa' rimontare negli ultimi 5 minuti. 

Come in uno dei più classici finali teatrali, la scena ultima spetta al protagonista, che è risultato essere, ancora una volta, Mourinho stesso.

Con la sua inconfondibile capacità di attirare l'attenzione, con il più classico dei gesti di provocazione, portandosi la mano all'orecchio, rivolgendosi al centro del campo con un mezzo giro, quasi a voler indispettire uno per uno i tifosi bianconeri, Mou lascia da vincente lo stadio della sua nemica di sempre, ammutolendo chi per 180 minuti, tra andata e ritorno aveva offeso lui, e come sottolinea lo Special One, anche "la sua famiglia e la famiglia interista". 

Inevitabilmente tutti contro Mourinho, dai tifosi juventini agli pseudo- intenditori di calcio, per concludere con gli immancabili moralisti da bar, anzi da scrivania, passando per giocatori, o presunti tali, come Bonucci, il quale tutto potrebbe fare tranne che la morale. Tutti loro hanno concordato nel condannare un gesto ripetuto più volte da altri e mai passato così tanto alla storia. 

Ora, che Mourinho lasci il segno in ogni suo gesto, dichiarazione e perfino semplice espressione è assodato. Ma risulta altrettanto ridicolo appellarlo come l'anti-calcio in persona, quando c'è chi fa' di peggio in campo e fuori. 

Lo sfogo del tecnico portoghese è apparso francamente legittimo, nel momento in cui, dalle giustificabili offese sportive, si passa a ripugnanti calunnie private. I tifosi bianconeri hanno fatto la figura peggiore in tutta questa situazione; proprio loro che dovrebbero esportare in Europa il rinomato "stile Juve" dell'avvocato Gianni Agnelli, signore d'altri tempi. Proprio loro sono caduti così in basso, per l'ennesima volta.

Mourinho, dal canto suo, ha saputo sopportare ed aspettare, prima di rispondere nel finale che lo ha visto trionfare.

L'interismo di Mou è uscito fuori, come all'andata, ma è apparso ieri sera anche l'uomo Josè, marito e padre di famiglia, offeso nel suo intimo più profondo. 

Forse ha ragione ancora una volta Mourinho, il quale parlando del Triplete nerazzurro, della fattibilità o meno per la Juve di oggi di raggiungerlo, tempo fa disse: " Quello che per noi è stato un sogno, per loro è un'ossessione".

Alla luce di quanto visto sembra proprio così. La Champions al mondo Juve fa' un brutto effetto. E tutto il mondo Juve su questo dovrebbe meditare a fondo. 

Josè Mourinho, invece, ha dimostrato che sa' sempre risorgere quando sembra finito. Ha dimostrato che lo Special One sarà sempre e solo uno, lui. Si è guadagnato la cattedra ad Oxford, con una forte possibiltà di vederlo un giorno rettore.

 Agli altri si lasciano prediche e commenti ipocriti.