A tre giornate dalla conclusione di un campionato, che ha visto il Milan costantemente in lotta per le posizioni di vertice, i tifosi milanisti non sono solo in trepidazione per conoscere il nome della squadra che sarà Campione d'Italia, ma anche per la trattativa di vendita che vede il Fondo del Barhim: INVESTCORP, molto interessato a rilevare la squadra da Elliott.
Le notizie dettagliate, con cui i giornali hanno raccontato ogni minimo particolare, spingono per una rapida conclusione della trattativa. Probabilmente questo momento di entusiasmo massimo, che sta avvolgendo tutto il mondo milanista e di cui ne avevamo perso ogni traccia, da moltissimi anni vuole essere gestito nel modo migliore da entrambi i Fondi. Non penso minimamente sia una questione di prezzo, già fissato e concordato da tempo, ma piuttosto di tempistica.

L'arrivo del Fondo Arabo apre uno scenario totalmente diverso da quello degli ultimi due anni.
Nessuno si illude che abbiano intenzione di sperperare risorse economiche, in stile Paris S. Germain, ma avendo annunciato di voler restare alla guida del Club per molti anni, l'unico modo per incrementarne il valore economico, oltre alla costruzione dello stadio di proprietà, che per la prima volta viene valutata non in condivisione con l'Inter, è quello di costruire una squadra "forte e competitiva". Se il Milan vincerà questo scudetto è certo che il Fondo Elliott avrà il merito di aver realizzato un'impresa quasi impossibile. Quale squadra potrebbe vincere, tagliando gli ingaggi, puntando su giocatori giovani e non fortissimi, ma specialmente indebolendosi ogni anno di più? Gli sforzi del Fondo Americano erano tutti rivolti alla sostenibilità economica, li abbiamo accettati e sostenuti, anche grazie alla presenza di Paolo Maldini, garante del nostro amore per questo Club, ma come farebbe ad affrontare la prossima campagna di rafforzamento, consapevoli che anche Kessie e Romagnoli sono pronti a salutare e che serviranno almeno quattro acquisti di valore assoluto?

Non sono un sostenitore del Fondo Elliott, non lo sono mai stato e non lo diventerei neppure se si vincesse lo scudetto. Dovevamo vincerlo già lo scorso anno, ma a Dicembre non hanno voluto rinforzare la squadra. Cosa ripetuta anche quest'anno. Bastavano due innesti, un esterno destro e un sostituto di Diaz e questo scudetto sarebbe stato già bello che cucito sulle nostre maglie.
Non lo hanno fatto, non certo per poca disponibilità economica, ma piuttosto per non scalfire il loro "meritatissimo guadagno". No, accetto un calcio sostenibile, ma allora il guadagno che la Proprietà sta concretizzando venga ripartito equamente, metà a loro, artefici di un restailing economico, anche scaricato sulle spalle dei tifosi, e l'altra metà lasciata a disposizione dell'area tecnica, per rafforzare ogni squadra, femminile e giovanile comprese. Ci si scandalizza tanto per le ricche provvigioni riconosciute ai procuratori dei calciatori, rei di rendere il calcio più povero e non si dice nulla su una speculazione così prolifera.
Quasi 400 milioni di guadagno, ottenuti in quattro anno, se compravano oro probabilmente avrebbero guadagnato di più, senza giocare con i nostri sentimenti, i sogni e la passione.
Trattando Boban come un maggiordomo, vendendo Paquetà per prendere Krunic (esagero, per accentuare l'antipatia), vendendo Casa Milan per aumentare il proprio guadagno, ma anche acquistando giocatori forti e costosi, solo  dal Lilla, poichè i soldi tornano nelle loro tasche.
E' servito Maldini, quando Rangnick sembrava già pronto a sostituirlo, è servito Ibra, "Campione vero", dentro e fuori del campo, è servito il momento di transizione della Juventus dopo lunghi anni di dominio e un campionato tecnicamente ben inferiore al passato.
Ecco perchè, a tre giornate dalla fine di un campionato equilibratissimo, più di sognare uno scudetto, di cui non ho neppure il coraggio di nominare, ogni mia speranza è rivolta al cambio di proprietà ed alla prospettiva di tornare ai vertici mondiali.

Nel mio modo di concepire il calcio analizzo la rosa a disposizione dell'allenatore e cerchio in rosso i giocatori che andrebbero sostituiti per avere una squadra più competitiva.
Superfluo segnalare che sono due anni che i ruoli in cui rinforzarsi, per quanto risaputi, non hanno segnalato alcun miglioramento, basti pensare che l'addio del turco è stato sopperito con l'acquisto del giovanissimo francese Adlì, lasciato però a fare esperienza nel S. Etienne. 
Con o senza scudetto, con o senza cambio di proprietà, appare evidente che la prossima campagna di acquisti e vendite dovrà essere molto impegnativa ed onerosa.

Proviamo, anche per distrarci e stemperare gli animi, a guardarla insieme.
Portieri: Maignan è stato superlativo, dubito si voglia investire sul secondo portiere e probabilmente uno fra Tatarusanu, Mirante e Plizzari verrà ceduto.
Difesa: se il grave infortunio a Kjaer aveva preoccupato molti, Kalulu non lo ha fatto rimpiangere. Romagnoli dovrebbe partire, se arrivasse Botman è probabile che Gabbia venga dato in prestito, Ballò Tourè sarà ceduto e Florenzi dovrebbe essere riscattato, anche per l'esigenza di avere giocatori italiani inseriti nella lista UEFA.
Centrocampo: con Kessie destinato a Barcellona e Bakajoko avviato al ritorno anticipato a Londra, il sogno è Renato Sanches a cui andranno aggiunti il ritorno di Pobega, che probabilmente verrà venduto visto la valutazione e la plus valenza che garantisce e Adlì, il giocatore francese che ho seguito molto in questa stagione e personalmente non mi sembra pronto per la Serie A.
L'acquisto più importante da fare è il numero 10. Sostituire Diaz con un giocatore che possa garantire il salto di qualità. Avrei un suggerimento, ma lo analizzerò più avanti.
Esterni: Casty è in partenza, direzione Spagna, Messias dubito che venga riscattato, probabilmente andrà a Monza, da Silvio e Galliani. Serve un titolare, che garantisca gol e assist. Berardi a prezzi più contenuti potrebbe essere una soluzione praticabile, mentre a sinistra è facile che Leao e Rebic vengano confermati.
Attaccanti: dubito che Ibra possa giocare ancora. Le infiltrazioni a cui si sottopone regolarmente gli consentono un'autonomia non superiore ai trenta minuti di partita. Se a ciò si aggiunge la morte di Raiola e la necessità di non veder disperso tutto il suo lavoro, appare evvidente che, specialmente vincendo lo scudetto, questo sarebbe il momento migliore per appendere le scarpe al fatidico chiodo. Giroud sarà confermato, Origi è in arrivo dal Liverpool, senza spesa, poichè è svincolato e non penso vengano aggiunti altri, se non il ritorno di Colombo, dopo la stagione alla Spal o la conferma di Lazetic.

Quindi considerando le entrate dalle cessioni, dove possiamo preventivare i 15 M per Pobega, in caso di cessione, che appare probabile, 5M per Casty, i 12 M dalla cessione di Hauge, i 3M per Pessina, arrivato alle 100 presenze con l'Atalanta, oltre ai prestiti probabili di Gabbia, Caldara, Maldini e Lazetic e l'eventuale ricavo dal passaggio di Paquetà dal Lione al PSG.
Una previsione ottimistica può annoverare 50M sulla voce entrate, sufficienti per assicurarsi Botman e Sanches che da mesi vengono accostati al Milan. Restano i soldi della qualificazione Champions per acquistare l'esterno destro, il mio sogno resta sempre Ziyech, il ventinovenne giocatore di nazionalità Marocchina, riserva di lusso nel Chelsea ed ex Ajax e un titolare, veramente forte ed affidabile per sostitire Diaz e magari garantire il passaggio almeno agli ottavi della Champions del prossimo anno.

Il Fondo Arabo, dopo aver speso la modica cifra di 1.180 Milioni per rilevare il Milan, potrà quindi fare un unico investimento per rinforzare la squadra e dare così lustro alla propria immagine e alla bontà dell'operazione avviata?
A tale proposito avrei un nome da suggerire. Non è giovane, ha l'ingaggio molto alto, potrebbe venire senza dover pagare il cartellino, ma specialmente è quel vero numero dieci che illumina gli stadi, che riempirebbe San Siro, anche quando non si gioca, che proietterebbe il Milan subito fra le candidate a vincere la Champions, anche giocando con Salamandra.
L'unico giocatore al mondo che solo INVERSTCORP potrebbe portare al Milan trovando sponsor per finanziare l'operazione: il trentacinquenne argentino, Lionel Messi detto la pulce.
Dopo Rinaldo, Ronaldo, Ronaldino, dopo i più grandi giocatori al mondo che hanno indossato la casacca rossonera, compreso il numero 14 più famoso in Olanda e nel mondo, Johan Cruiff, seppure in un Mondialito per Club, quale squadra sarebbe più perfetta per concludere la sua entusiasmante carriera? Barcellona era la sua casa, Parigi una scelta obbligata, ma alquanto illogica, mentre Milano, il Milan, non potendo certo andare al Real Madrid, avrebbe un significato ben preciso.
Difficile che l'argentino possa muoversi da Parigi, anche se appare scontento della scelta, la probabile partenza di Mbappè e i Mondiali di Calcio in Qatar chiudono ogni possibilità alla sua partenza.
Va bene lo stesso, il solo fatto di poterlo nominare, di sognarlo con la maglia che fu di Gianni Rivera, mi riconcilia con il calcio.
Si torna a giocare per vincere, non per tentare di arrivare fra le prime quattro e torno a fare il tifoso, non il ragioniere felice per i dividendi di chi sa chi e per lo scudetto del bilancio.
Forza MILAN riparte la rincorsa al Real Madrid e non alla DEA di Bergamo.