E' domenica. Come ogni mattina mi preparo per fare la colazione, dopo essermi lavato non usando il solito sapone, ma un detergente appositamente disinfettante, antivirale. Sì, perché questa non è la solita domenica!
E' la domenica che per me significa stare a casa e non uscire neanche per fare la spesa. Non si va a fare la spesa anche perchè, in questo periodo, io vado a fare la spesa solo 2 volte alla settimana. Il tempo minimo indispensabile per approvvigionarmi di ciò che la mia famiglia ha bisogno. Le notizie sui contagi non sono delle più assicuranti. Finisco la colazione fatta con i miei familiari e mi affaccio dalla finestra della cucina per osservare fuori la vita che scorre. Il panorama è sempre lo stesso. La finestra è come una televisione, ma mentre la televisione presenta immagini e ascolti notizie, la finestra appare come uno schermo come fosse una foto. La strada è deserta, come deve essere in questo periodo, la natura mi riempie di vita. La giornata è solare, di tanto in tanto qualche nuvola di passaggio oscura brevemente la luce. A me il sole influisce positivamente sull'umore e mi dà grande energia e forza. Una carica positiva che mi invoglia quasi a scendere per strada e correre a perdifiato. Cercare nella corsa e vincere quella forza misteriosa che da tempo blocca la mia persona nel fisico e nella psiche. Fisicamente bloccato per il troppo tempo costretto a stare in casa, la mia mente provata dalle notizie di troppi morti a pochi chilometri dalla mia abitazione. Il sole si staglia di fronte a me e, senza quasi accorgemene, fa capolino tra le nuvole. Il cielo si oscura lievemente ed io mi sento quasi incupirmi. In quell'istante, quasi fosse simultaneo, vedo dalla parte destra dalla finestra, uscire a pochi metri da casa mia (ASSOCIAZIONE VOLONTARI DI PRONTO SOCCORSO) un'ambulanza a sirene spiegate che sfreccia come una scheggia. E se mi prima mi sentivo pieno di energie adesso le sirene, in quel di CASIRATE D'ADDA e dell'ASSOCIAZIONE di cui sono volontario, mi rituffano in una sorta di impotenza e di disperazione. Immaginavo in quel momento che quelle sirene si riferissero ad una chiamata di soccorso per il CORONAVIRUS. Incuriosito per la corsa folle dell'ambulanza, mi spostai dalla finestra e brevemente lanciai una chat all'associazione scrivendo: "Ho visto l'ambulanza a sirene spiegate, ancora CORONAVIRUS?" La risposta bloccò subito il mio allarmismo: "No Carlo, stai tranquillo era..la cicogna". Il mio viso ritornò ad avere colorito. Una signora aveva dato alla luce 2 gemelline. Il sole ritornò a fare capolino. Mi venne in memoria, in quel momento e tornando indietro nel tempo, quando dalla mia CATANIA affacciandomi dal balcone, vedevo l'ETNA far capolino tra le nuvole. Anche allora come oggi, ero stato costretto a rimanere in casa a causa dell'aumento del prezzo del carburante. L'effetto fu simile a quello che accade oggi, strade quasi deserte ma molti in strada con la bicicletta. Quindi sì a casa, ma non necessariamente. La preoccupazione era solo di natura economica ma niente conseguenze per la salute. Erano gli anni '70 circa 50 anni fa. Ma oggi direi che, la preoccupazione non è soltanto, come allora di natura economica, ma soprattutto di origine climatica. Le tante alluvioni che hanno ferito l'ITALIA, i terremoti, le tante trombe d'aria, le eruzioni. Quindi, perché preoccuparsi anche per questo? Già, le preoccupazioni sono tante e un problema non esclude l’altro. Anzi lo ingigantisce. Cosa scegliere, per cosa preoccuparsi oggi se potessimo scegliere tra tante preoccupazioni per i quali passare le notti insonni? Direi al 100%, in questo particolare periodo, io mi preoccuperei del Coronavirus, malgrado sia invisibile, molto più invisibile delle trasformazioni climatiche che vediamo e viviamo sulla nostra pelle tutti i giorni, è comunque identificabile, magari anche solo con una mascherina, sia pure pallida idea di difesa per la nostra salute.Oggi la salute è vittima più dei virus piuttosto che del clima impazzito: la storia ci racconta dei morti di Spagnola, di Asiatica, di Sars. Mi ritiro dalla finestra della cucina, anche perchè il sole è nascosto dalle nuvole. In me scende un velo di tristezza, mi viene il dubbio che forse sono un meteoropatico. Mi ritiro in soggiorno, seguo lo schermo dinamico più che la finestra, e cioè la televisione che sposta i miei pensieri e mi riporta nella, per ora, cruda realtà, lo specchio di quello che sta avvenendo nella mia cara, dolce e soprattutto bella ITALIA. Mi auguro che le notizie siano più positive di quelle di ieri. Che il virus si sia stancato di girovagare per tutta la penisola. Ma soprattutto che altre persone come me, abbiamo avuto la brillante idea di fantasticare affacciati dalla finestre o dai balconi e infine siano finalmente tutti rimasti a casa, a distanza di sicurezza.
Oserei dire, a questa condizione, che il virus si sia stancato di girovagare. Nella Speranza, buona domenica a tutti!




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