E son 36... Già perché oggi Zlatan Ibrahimovic spegne 36 candeline.

Apro così il mio pezzo facendo gli auguri al più forte giocatore della storia del calcio post Ronaldo il fenomeno, il più forte dell'epoca moderna, con rispetto di Cr7 e Leo Messi, l'unico in grado di competere a livello di numero 9 con il mostro sacro di Marco Van Basten.

Festeggia da convalescente Ibra, pronto però a riprendersi ciò che a Malmoe non più tardi 5 mesi fa gli è stato tolto, credo che l'impossibilità di giocare quella finale sia il suo costante stimolo per tornare presto ad alzare un trofeo, e lo farà, ne sono certo.
Ne sono certo, come ne sono altrettanto certo che qualcosa ahimè di strano sotto ci sia.

Senza offesa, ma io non mi capacito di come una televisione con così tanto seguito e così tanti abbonati possa permettersi il lusso di essere di parte.
Già, perché con i vari Caressa, Vialli, Mauro e tutti i discepoli Sky ha fatto presagire palesemente il pensiero distorto della malafede ai suoi abbonati.

Non prendiamoci in giro, o meglio non prendeteci in giro, anche l'informazione così come la carta stampata sembrerebbe essere pilotata da una società che vanta più scudetti di tutti (e sappiamo anche il modo in cui li ha vinti), il caso Pistocchi Mediaset ne è l'esempio lampante.

Più trasparenza, più serietà, più oggettività, ma soprattutto più imparzialità, miei cari giornalisti, li dovete al lettore, all'abbonato, ma soprattutto all'appassionato che vi segue ancora prima del celebre "Andiamo a Berlino" e che in voi ancora crede per non diventare dei semplici giornalai.