Se i sessantacinquemila tagliandi staccati sabato sera per l’amichevole con cui la Roma si presentava al suo pubblico non fossero bastati a chiarire lo stato d’animo dei tifosi giallorossi, l’esodo degli stessi in direzione Salerno può dare una chiave intrepretativa ben definita. Duemila i biglietti garantiti ai romanisti per la trasferta campana, e duemila quelli venduti in una manciata di ore: senz’altro pochi per “vaccinare” la febbre di Roma che circola e si diffonde a macchia nel cuore dei lupacchiotti. D’altronde l’Arechi non è un impianto ‘enorme’, per di più fa i conti da anni con problemi in diversi settori che finiscono per restare chiusi. Pur essendo ancora lontani dalla trasferta prevista per domenica sera, le indicazioni 'sponda' giallorossa sono abbastanza chiare, con Mourinho che dovrebbe schierare pressappoco gli stessi undici che hanno superato agevolmente lo Shakhtar, ad eccezione di Kumbulla e Vina, i quali salvo sorprese dovrebbero accomodarsi in panchina. Stessa sorte quindi per il neo-arrivato Wijnaldum, per forza di cose lontano dalla forma migliore, e con i “fab four” in condizioni scintillanti, diventa facile per il tecnico lusitano fare a meno delle caratteristiche del centrocampista olandese, il quale senza dubbi diverrà un titolare nello scacchiere di Josè. Del resto se ti chiami Jose Mourinho e hai vinto ventisei trofei in carriera, gestire l’abbondanza non può mai - in nessun modo - essere un problema. Un grande allenatore spinge per avere qualità, consapevole che solo attraverso i grandi interpreti e la loro attitudine al sacrificio si possono raggiungere obiettivi importanti. Lo sa benissimo Samuel Eto’o, centravanti formidabile ‘costretto’ a sacrificarsi da esterno, quasi da terzino nell’ undici interista che arrivò a vincere tutto con il 'mago' di Setubal a dare indicazioni. 

Come far funzionare Dybala,Abraham,Pellegrini,Zaniolo e Wijnaldum contemporaneamente in campo? 

La risposta verrebbe spontanea: “Non funzionano”, semplice.

Eppure vuoi che non stia frullando nella mentre creativa del portoghese, uno schieramento, un modulo, una soluzione possibile per buttarli tutti nella mischia?

Ci metto la mano sul fuoco, pur consapevole che sia difficile immaginare un ‘all in’ del genere. La risposta è sempre da cercare nel sacrificio. E’ tutto lì. 

Sacrificio che però Mourinho non credo sia disposto a fare se 'l’escluso' fosse Matic, suo pretoriano per antonomasia: un uomo che sta per iniziare la sesta stagione da 'vassallo' del portoghese. E allora 'l’unica' potrebbe essere una sorta di 4-3-2-1, il famoso ‘albero di Natale’ tanto caro al Milan di 'Ancelottiana' memoria, spostando Spinazzola nella posizione di terzino ‘puro’, inserendo Celik che ha caratteristiche proprio da terzino nei quattro, con  Matic come vertice basso e Pellegrini-Wijnaldum mezz’ali, lasciando davanti Zaniolo e Dybala a supporto di Abraham, ovviamente ‘sacrificando’ qualche metro per aiutare un centrocampo che sarebbe in balìa del troppo peso offensivo.

Ricapitolando: 

4-3-2-1

Rui Patricio - Celik Mancini Smalling Spinazzola - Matic Pellegrini Wijnaldum - Dybala Zaniolo - Abraham

Leggendola e considerando che la rinuncia sarebbe Ibanez (o Mancini…fate voi), non sembra niente male, anche se probabilmente saremmo davvero troppo ‘leggeri’ difensivamente, considerando pure che i centrali non sono proprio delle garanzie assolute in termini di rendimento. Un esperimento in ogni caso abbastanza lontano da quanto visto in precampionato, con la tendenza a continuare con il canovaccio che ha portato il gruppo ad acquisire maggiore sicurezza nei propri mezzi, fino a vincere la Conference League.

Una ‘via di mezzo’ potrebbe essere il 3-5-2, schieramento che permetterebbe di rinfoltire la mediana, piazzando sulla linea di metà campo gli stessi cinque di cui sopra:

Karsdorp/Celik - PellegriniMatic - Wijnaldum - Spinazzola/Zalewski

Ovviamente in questo caso a cedere il posto non sarebbe un centrale ma uno tra Dybala e Zaniolo: probabilmente volenti o nolenti è questo il vero ballottaggio della stagione. Non cambierebbe infatti anche restando con l’attuale 3-4-1-2/2-1, l’esclusione toccherebbe ancora al carrarese o all’argentino, con “Lollo” capitano e titolare indiscusso di Mou. 

Chiaramente con una stagione lunghissima, caratterizzata da gare accorpate ogni tre giorni, la necessità incombente di vederli tutti allo stesso momento non esiste. Probabilmente è più un ‘friccico’ dei tifosi che una reale preoccupazione dell’allenatore. In situazioni di ‘emergenza’, con il risultato da recuperare o ‘ribaltare’, certamente Mourinho non lesinerà ‘offensività’, abituato com’è alla vittoria. Anche nel suo primo anno romano, abbiamo assistito sovente a cambi da ‘tutto per tutto’, con l’atteggiamento di chi contempla il pari solo come vittoria sfuggita. Potendo scegliere inoltre, Josè farebbe sbarcare a Trigoria altri dieci calciatori di livello - mai sazio di uomini su cui poter contare - con l’unico comun denominatore della sua vita in mente: vincere

Mercato - Per questa ragione, Pinto continua a scandagliare in lungo e in largo possibili occasioni dal mercato, consapevole di aver già fatto il ‘lavoro grosso’ e quindi senza l’assillo di chiudere operazioni che magari non convincono a pieno ne l’allenatore ne lo stesso dirigente generale. C’è da prendere un difensore, e l’ex Benfica lo sa perfettamente. Nei giorni scorsi si è visto nel quartiere generale giallorosso l’agente che fa gli interessi di Tanganga, difensore del Tottenham che probabilmente voleva legare l’operazione all’interesse che avevano dimostrato per Zaniolo: interesse rispedito al mittente dal no secco di Mourinho a una possibile cessione del ‘ventidue’. Resta ancora senza squadra Zagadou, alternativa sempre sul tavolo dei vagliati, giocatore a cui aveva pensato anche Marotta per la sua Inter: il francese classe 99' in realtà farebbe 'gola' a parecchi, ma figura ancora tra gli svincolati a causa dei problemi fisici che l’hanno attanagliato negli anni, le stesse ragioni che hanno portato il Dortmund - che pure credeva nel ragazzo - a non rinnovargli il contratto. Probabilmente tra i ‘prendibili’ per costo e opportunità, il preferito resta Bailly, anche se il Manchester United ha chiesto tre milioni per il solo prestito e i Friedkin sono rimasti piuttosto freddi davanti a questa richiesta, convinti che nelle battute finali della sessione estiva le pretese inglesi possano calare pur di evitare un peso a bilancio di un calciatore considerato fuori dal progetto tecnico di Ten Hag. Occhio anche ad Akandji: il ventisettenne svizzero è in 'rotta' con i giallo-neri, e in un mercato che ha visto partire svariati difensori, potrebbe risultare una buona occasione, essendo un giocatore con notevole esperienza internazionale. Anche per lui interesse vivo dei nerazzurri.

Capitolo cessioni. In settimana gli 'addii'  in prestito di Villar alla Sampdoria e di Carles Perez al Celta Vigo, hanno alleggerito il monte ingaggi, pur non liberando spazio chiave per l’ingresso di Belotti: per l’arrivo dell’ariete bergamasco serve l’uscita di Shomurodov, al momento ‘bloccato’ dalle richieste della Roma che per evitare minusvalenze ha bisogno di un accordo che faccia rientrare dei 17 milioni investiti sull’uzbeko nella scorsa estate.

Venti giorni circa alla fine del calciomercato, con gli arrivi fondamentali già archiviati e pronti ad esordire nel ‘catino’ salernitano. Venti giorni per guardarsi intorno con l'obiettivo di puntellare una squadra che è già 'fatta', che non ha necessità reali di nuovi arrivi per la stagione che si vuole fare. Potendo sperare in qualcosa che 'sposti gli equilibri', ci vorrebbe l'arrivo di un calciatore del livello di Badiashile: messo accanto a Smalling andrebbe a formare una coppia difensiva formidabile, a quel punto con l'intento non velato di vincere il campionato. Purtroppo questo è un nome mai uscito per ovvi motivi, ci vorrebbero parecchi quattrini per l'arrivo del francese in forza al Monaco, soprattutto in un periodo storico dove chi ha la 'fortuna' di avere difensori forti se li tiene, e se li cedi li vende a carissimo prezzo. Ma va bene cosi. La Roma è superiore - nettamente - rispetto a due mesi fa, e approccia la serie A con l'ambizione di dar fastidio a chi l'ha sopravanzata in classifica, affrontando i 'big match' non da 'agnello sacrificale' - come accaduto negli ultimi campionati - ma da serissima competitor.

Con queste premesse, chiaramente Pinto predica calma: il ‘gallo’ prima o poi canterà, e se non dovesse farlo per noi, tanti auguri a lui per il prossimo anno. La pancia è piena, in attesa del dessert ( e del caffè ).

 

ForzaRoma27