Il poeta e diplomatico americano James Russel Lowell scrisse “Solo gli stolti e i morti non cambiano mai le loro opinioni”. Io (gesto scaramantico che non posso dirvi ma che potete intuire) non sono morto e forse non sono nemmeno tanto stupido, dato che ho cambiato la mia opinione.

A fine 2017, dopo il disastro targato Ventura, bisognava scegliere un nuovo commissario tecnico per ridare credibilità ad una Nazionale umiliata dalla mancata qualificazione ai Mondiali in Russia. Di Biagio fece da traghettatore per alcuni mesi, nel mentre impazzava il TOTO-CT. I nomi più caldi erano quattro: Ancelotti, Allegri, Conte e Mancini, scritti rigorosamente secondo il mio ordine di preferenza. Ero sicuro che l'uomo giusto fosse Carletto, perciò quando a Maggio del 2018 venne annunciato il Mancio la mia delusione non fu poca, l'avevo sempre considerato un allenatore sopravalutato. Non possiamo certo dire che arrivasse da grandi risultati, quando prende le redini della squadra azzurra Roberto è in una fase calante della sua carriera. Dopo l'esperienza in Turchia con il Galatasaray, torna all'Inter dove in due stagione non riesce ad andare oltre un quarto posto che, nel 2016, valeva soltanto l'Europa League. L'ultimo anno sulla panchina di un club lo passa in Russia con lo Zenit San Pietroburgo e al termine di una stagione abbastanza anonima rescinde per accettare la sfida in Nazionale. Il mio scetticismo si basava principalmente su due punti; nelle sue squadre non avevo mai visto una sua impronta di gioco, una sua “firma”, e ritenevo che i successi con la prima Inter e il City, anche se sofferti, fossero arrivati senza troppa concorrenza. Vincere non è mai facile, soprattutto quando i grandi risultati mancano da molti anni, ma essere alla guida della squadra più forte sicuramente aiuta.

Ho iniziato a vedere i primi incontri della sua Italia con molta diffidenza, anche se non si dovrebbe, devo ammettere che come prima reazione pensai addirittura di non seguirli, ma il richiamo della Nazionale era troppo forte. Partita dopo partita, con la forza del lavoro, è riuscito a farmi ricredere, conquistando me e credo tanti altri tifosi, ma come ha fatto? Prima di tutto partendo da un'idea quasi rivoluzionaria, giocare a pallone! In poco tempo ha impostato il 4-3-3 con il doppio regista dando una chiara identità alla squadra e smentendomi praticamente subito. E' impossibile negare che dal 2006 ad oggi il livello della nostra Nazionale, come delle nostre squadre di club, si sia notevolmente abbassato, abbiamo perso competitività e mancano talenti, fortunatamente a centrocampo i piedi e i pensieri di Jorginho e Verratti sono ancora di altissimo livello ed è proprio da lì che il Mancio è partito per dare forma alla sua Italia. Per gli avversari diventa difficile bloccare entrambe le fonti di gioco, i nostri due direttori d'orchestra dettano i tempi mentre Barella si inserisce e a turno i terzini si sovrappongono agli esterni d'attacco. La macchina azzurra ha ingranato così bene da poter cambiare i suoi interpreti senza troppi patemi, ad esempio con Locatelli che non sta facendo rimpiangere l'infortunato Verratti. Al netto di alcuni elementi imprescindibili, sembra essere una squadra con una sua identità e delle meccaniche ben oliate, capace di dare vita ad un gioco corale che allo stesso tempo esalta i singoli.

Il percorso intrapreso dalla compagine azzurra sotto la guida del CT Mancini ha dell'incredibile, soprattutto se pensiamo che si partiva da uno dei punti più bassi della nostra storia calcistica. Con il recente 4-0 alla Repubblica Ceca ha allungato la striscia di risultati utili a 27 partite, a sole tre lunghezze dal record di Pozzo. La sua Italia ha ottenuto 23 vittorie su 32 incontri segnando 79 Gol e subendone appena 14, in pratica vince 2 partite su 3. In molti obbiettano che fino ad ora non abbia affrontato avversari di valore ed effettivamente, se escludiamo i quattro match con Olanda e Polonia (2V-2P), dobbiamo ammettere che è vero ma è giusto sottolineare come in passato per l'Italia sia stato sempre complesso affrontare Nazionali minori, ci siamo finalmente lasciati alle spalle quella sofferenza che ci accompagnava quasi ad ogni partita e sono arrivate vittorie nette, spesso con risultati rotondi, come i 9 gol, cifra che non si vedeva dal 1948, rifilati all'Armenia. Bonucci ha recentemente sottolineato come Mancini sia stato il numero uno nel non far sentire la pressione e nel portare al gruppo spensieratezza ed entusiasmo, queste sensazioni possono essere le armi giuste per spingere i giocatori oltre le loro possibilità e sicuramente sono state la chiave dei risultati ottenuti fino ad ora.
Non dobbiamo però illuderci, siamo ancora piuttosto indietro a livello tecnico, specialmente nel reparto offensivo, il nostro tridente d'attacco è formato dai titolari di Napoli, Lazio e Sassuolo, senza nulla togliere a questi tre club, capite che facendo un paragone con gli stessi elementi d' Inghilterra (ManCity–Tottenham–ManUtd), Germania (Bayern Monaco–Chelsea) o della corazzata Francia (PSG–Real Madrid–Barcellona) la differenza c'è. Chiaramente giocare in grandi club comporta un vantaggio in termini d'esperienza internazionale e gestione della pressione, poi parliamoci chiaro.. se giochi in una big europea è perchè sei al top nel tuo ruolo. Alcuni elementi della nostra rosa non hanno mai giocato in Champions League, confido però che il cammino trionfale del Chelsea di Jorginho ed Emerson e l'esperienza dei veterani possa fare da contraltare, aiutando i più giovani nei momenti di difficoltà. A nostro favore c'è anche lo splendido momento di forma di alcuni elementi, come ad esempio Insigne, Berardi e Chiesa, in più possiamo sperare di sopperire alle nostre lacune grazie all'intesa che hanno alcuni giocatori; Bonucci e Chiellini giocano inseme da più di dieci anni, non saranno perfetti ma per certi versi si completano a vicenda e sanno dirigere tutta la difesa. Un altro rapporto meraviglioso è quello fra i tre tenori del mitico Pescara di Zeman; Insigne, Immobile e Verratti che nella stagione 2011-12 vissero un'annata sorprendente, di quelle che ti porti dentro per sempre. Vorrei spendere due parole anche sul nostro centrocampo, fra titolari e riserve ritengo che non abbia nulla da invidiare alle altre grandi Nazioni e che sia il reparto più solido, la classica ciliegina sulla torta sarebbe stato Zaniolo ma il destino ha remato contro, per il suo bene e per quello della nazionale gli auguro di tornare presto ad essere quello di due anni fa, anzi ancora più forte.

Nonostante i numeri e i giocatori siano abbondantemente dalla parte di Mancini, le sue ultime scelte riguardo la rosa dei 26 convocati hanno creato qualche polemica. Il nostro è sempre stato un paese di Commissari Tecnici e non cambieremo mai, lo ammetto, anche io avrei preferito Kean a Bernardeschi, ma non è il mio lavoro, la realtà è che né io, né voi abbiamo le competenze per scegliere chi portare alle fase finale, se no alleneremmo noi la Nazionale. In Italia abbiamo poco rispetto per il lavoro degli altri, pensiamo di poter fare tutto e meglio, infatti sto qui a scrivere quando nella vita mi occupo di ben altro... diciamo che non ci poniamo grossi limiti. In questo caso però mi sarebbe piaciuto che più persone dessero credito al lavoro svolto finora dal nostro allenatore, penso si sia guadagnato la nostra fiducia ed eventualmente anche il diritto di sbagliare.

Mancano solo tre giorni all'inizio di EURO 2020, l'Italia farà il suo esordio nella partita inaugurale a Roma contro la Turchia, venerdì sera alle 21:00, a distanza di 5, ripeto CINQUE, anni dall'ultima apparizione in un grande torneo, un'eternità. L'Europeo non sarà il Mondiale ma se pensate che nelle ultime quattro edizioni della Coppa del Mondo l'unica finalista non Europea è stata l'Argentina, peraltro sconfitta dalla Germania, capite che il livello è alto. All'estero alcuni ci danno poco credito, altri ci indicano come possibile sorpresa, forse nel nostro paese stiamo creando troppe aspettative su questa Italia, non lo so... e sapete una cosa? Non mi interessa! Io dopo un'attesa infinita, dopo un anno duro per tutti, voglio godermi questa Nazionale Inaspettata, che sa giocare a pallone e sa divertire, voglio tornare a seguire un grande torneo fra nazioni, sperando di ritrovare quelle emozioni che solo queste competizioni sanno darti. Personalmente mi piace molto l'atmosfera che si sta creando intorno agli Azzurri, Mancini ha saputo creare un gruppo sereno, che ha fiducia nei propri mezzi, ha dato un'identità a questa squadra, ci ha messo la sua firma, smentendo il primo dei miei dubbi. La Francia è la squadra più forte di tutte, chi sa che il CT non riesca a smentirmi ancora una volta...
Buon Europeo a tutti!