In Italia, come nel resto del mondo, ha preso piede il malcostume di etichettare qualsiasi cosa, calciatori compresi, forse perché c’è sempre il sogno di avere tra le proprie fila un futuro campione o semplicemente perché i social networks hanno dato la possibilità di parlare e dire quello che si vuole, come si vuole, quando si vuole.
Proprio a questo proposito, considerata l’esplosione non ancora avvenuta, si sta disquisendo molto su un prospetto italiano, portato alla ribalta dai media e dalla voglia di accaparrarsi click per farne discutere. Stiamo parlando di Tonali, battezzato erroneamente 'nuovo Pirlo', ma essendo centrocampista con caratteristiche ben diverse.
Ovviamente nessuno ha la sfera di cristallo per sapere se un giocatore possa avere un futuro roseo oppure no, ma si può quantomeno capire se la crescita del talentino classe 2000 di Lodi sia costante e continua anche dopo l’approdo in rossonero e se il Milan ha quindi fatto un investimento corretto.
Per poterlo capire occorre analizzare sia la crescita del giocatore in sé dal punto di vista fisico, mentale, tecnico e tattico, sia l’operazione in termini pecuniari.
Calcisticamente vede la sua prima vera ribalta ad agosto del 2017 contro l’Avellino, un assaggio seguito da qualche mese in Primavera e infine da una costante presenza come titolare nelle Rondinelle già a partire dai suoi 17 anni.

FISICO: inizialmente si poteva notare come fosse fisicamente non robustissimo, ma abbastanza da poter ricoprire il ruolo di vertice basso, abbinando una buona forza ad un buon equilibrio, grazie ai quali si è distinto per la fase di interdizione. Questa buona struttura fisica però ne limitava la velocità e infatti Tonali soffriva molto i giocatori che lo puntavano in campo aperto oltre a limitarlo nella gestione dei primi metri. I suoi 65kg andavano sicuramente riempiti i vista dell’approdo in Serie A o i centrocampisti della massima serie se lo sarebbero mangiato.
Il lavoro per mettere su massa (parliamo di quasi 80Kg ora) gli ha permesso di ricevere senza problemi di sorta l’impatto con la Serie A, ma è il lavoro fatto dallo staff di Pioli ad aver dato a Tonali quella marcia in più che gli mancava, ovvero la velocità nei primi metri e nella corsa.
Nel primo anno di Serie A a Brescia si poteva notare un Tonali più piazzato, ma sempre con qualche difficoltà parlando di velocità. Approdato al Milan possiamo vedere un Tonali fisicamente cambiato.
Al Milan hanno capito che il suo tallone d’Achille sul quale lavorare era proprio la velocità e il dato dimostrato contro la Roma al ritorno di quest’anno dimostra il grande lavoro fatto. Parliamo di una velocità massima di 33.63 Km/h. Per fare un raffronto, la velocità massima registrata dai compagni di reparto (Meite, Kessie, Bennacer) è inferiore.
Possiamo dire quindi che il percorso fisico di Tonali ha subito un’evoluzione ottima.

MENTALE: l’approccio con cui Tonali, nei suoi 17 anni, ha affrontato la titolarità sia in Serie B sia in Serie A è veramente lodevole. Parla di un ragazzo con carattere, che si prende molti rischi, come si è visto nella prima stagione nella massima seria, dove tentava lanci lunghi molto interessanti, sopperendo a mancanze strutturali del suo Brescia e prendendosi la responsabilità di qualcosa che a detta dello stesso Tonali “Il gioco corto mi viene più naturale rispetto al lungo” non è completamente nelle sue corde.
Parliamo comunque in un giocatore che già sa analizzare con distacco e precisione i suoi limiti e i suoi pregi e su questo sta lavorando.
L’approccio alla Serie A quindi è stato molto positivo. Meno se parliamo di una grande piazza come Milano. Il suo percorso è iniziato timidamente, nascondendosi a volte quando si trattava di prendere palla e servire, anche nel corto, i proprio compagni.
Non stiamo certo parlando di un regista, chi si aspetta questo, già fa partire Tonali con un giudizio negativo, ma non è solo la grande piazza a frenarlo mentalmente, ma anche un ruolo completamente differente.
Dopo qualche mese in rossonero vediamo un Tonali sempre più sicuro nel ruolo e nei movimenti, più addentro nel mediano a due, sicuro di sé nella fase di non possesso quando l’avversario attacca, ma vediamo anche ancora una residuo di timidezza quando è il Milan ad avere il possesso della sfera, forse per dettami impartiti da Pioli o forse perché il mediatore tra reparti non è/sarà il suo ruolo.
Quando ha la palla tra i piedi non cerca il lancio lungo, ma non pensiamo che questo sia un segno di timidezza, al Brescia lo faceva, ma perché costretto dalla struttura di squadra, al Milan ci sono molti giocatori con il lancio lungo nelle corde, lancio lungo che viene effettuato solo quando Ibrahimovic è in campo, altrimenti si tende il gioco a terra. E Tonali ora accompagna l’azione e quando ha la palla, porta palla avanti senza timore, senza scaricare subito al compagno più vicino.
In conclusione, Tonali sta crescendo nel suo ruolo, soprattutto in fase di copertura, con qualche difficoltà ancora nel proporsi per ricevere la sfera, ma sicuramente sta tornando alla sicurezza che aveva a Brescia.

TECNICO: abbiamo già parlato del lancio lungo, fondamentale nelle corde di Tonali, ma con riserva. Il suo gioco, come già anticipato dallo stesso giocatore, è a terra, corto. Non ha sensibilità, dice lui, nel lancio lungo, poi andiamo a vedere e la media lanci lunghi del suo primo anno in Serie A parla di un giocatore tra i miglior tre per lunghezza media passaggi. Certo, non una precisione millimetrica, ma la sua evoluzione in questo fondamentale, in termini di accuratezza, risulta positiva, seppur minima.
Se guardiamo però al dato sul gioco corto, scopriamo che Tonali, in quanto ad accuratezza, non è decisamente eccelso e nel suo proseguo non ha aumentato in maniera netta questo dato, galleggiando sempre su una media statistica generale.
Il suo gioco parla di un giocatore sicuramente abile nel palleggio, con una tecnica di base ben superiore alla media, sfornando un repertorio di passaggi ben articolato: verticale, diagonale, incrocio e talvolta lancio lungo. Questo gli permetterà, una volta acquisito completo controllo e dimestichezza del mezzo, un maggior volume di gioco e una chiave tattica più importante all’interno di uno scacchiere.
Inizialmente, inoltre, abbiamo visto un Tonali peccare nell’orientamento, comportando, se pressato, difficoltà di gestione del pallone, così come la conduzione del pallone, ma abbiamo visto che nell’arco di due anni questa problematica sta sparendo, seppur lentamente.
Insomma, un volante se vogliamo, abile nel contrasto e nei recuperi, con un ottimo piede (come dimostrano goal e assist da fermo), e con una predisposizione al ruolo di metronomo di squadra grazie alla vasta gamma di passaggi che ha nel repertorio. Gamma che potrà utilizzare con più costanza, quando avrà acquisito maggiore sicurezza nel ruolo e ovviamente coadiuvato da uno staff tecnico che lo indirizzi correttamente.

TATTICO: qui il discorso è più complesso. Tonali ha ricoperto il ruolo di vertice basso a Brescia, grazie alle sue qualità in termini di copertura e di abnegazione nel provare ad intessere una trama di gioco, sta ricoprendo il ruolo di mediano a due, grazie al suo dinamismo e alla bravura nelle lettura (fondamentale cresciuto molto nel tempo), ma non è da sottovalutare un suo impiego come mezzala, grazie alla sua facilità nel tentare i dribbling, alla sua propensione all’innesco e alla sua abilità nel portare palla, anche se nell’ultimo caso, la poca propensione alla realizzazione, lo limiterebbe.
Ancora non ha un quadro tattico ben definito Tonali.
Tonali risulta essere come approccio un regista basso, considerata la sua propensione ad accorciare la distanza con il difensore per ricevere palla e smistare, ma i suoi numeri in termini di accuratezza dei passaggi, non portano ad identificarlo come regista, anche se la vasta gamma di passaggi gli permette di avere quantomeno un ruolo di mediatore tra i reparti.
Non disdegna il portare avanti il pallone scegliendo in seguito la soluzione, distinguendosi dal centrocampista medio, su quale sia la scelta migliore per il passaggio.
Tonali inoltre vede nel suo movimento spalle all’avversario con visione periferica mentre riceve palla, il suo marchio di fabbrica, permettendo una velocità di transizione elevata, in combinazione con una proprietà di tocco abbastanza sviluppata.
Infine, il suo buonissimo range medio e la sua visione di gioco già ben sviluppata gli permettono un approccio sempre sicuro alla gara, al netto delle difficoltà milaniste avute nel nuovo ruolo.
La fase di possesso è dunque leggermente superiore alla media, ma non ancora sufficientemente ad alto livello per permettergli un posto da titolare o quantomeno una rotazione sicura.
Le noti dolenti nascono nella fase di non possesso, sia per le letture sulle infilate avversarie, sia per la parte decisionale, se contrastare o attendere, essendo Tonali abbastanza aggressivo come atteggiamento. Risulta però molto bravo nei recuperi e nelle letture degli stessi.
Ora sta migliorando, nonostante il centrocampo a due in questo senso sia il più difficile in termini di non possesso, la personalità di Tonali e le sue caratteristiche lo hanno fatto crescere molto e ora difficilmente si fa infilare, coprendo discretamente le linee, anche se l’aggressività vince ancora sull’aspetto decisionale.

IN COSA DEVE MIGLIORARE: una questione delicata in quanto dipenderà molto da che ruolo interpreterà. Certo se in futuro ricoprirà il ruolo di vertice basso, l’accuratezza dei passaggi e il volume di gioco sono due step ai quali Tonali non può esimersi, ma personalmente non credo che quello sia il suo ruolo. Ha sì una varietà di soluzioni molto interessanti e potrebbe certamente ricoprire il ruolo di vertice basso, ma non come regista classico, bensì come volante, ribaltando l’azione con le sue veloci transizioni, delegando alle mezzali e agli esterni il proseguo dell’azione, velocizzando le situazioni con diagonali o incroci.
Il ruolo di mezzala invece sarebbe quasi calzante, se non fosse per la sua poca propensione al goal, e sinceramente credo che questo fondamentale sia difficile da sviluppare, quindi credo che questo ruolo sia il meno futuribile per lui.
Infine il ruolo ricoperto ora al Milan. Dicevamo che è migliorato in un suo tallone d’Achille, ovvero la lettura delle infilate e la copertura degli spazi, fondamentale per calcare il ruolo di mediano in un centrocampo a due. In questo ruolo dovrà lavorare sulle scelte dei contrasti, ma è un lavoro decisamente non difficile da intraprendere, soprattutto quando acquisirà esperienza.
La vera domanda è se Tonali, dovendo necessariamente, in fase di possesso, accompagnare l’azione offensiva con continuità, possa avere nelle corde questo genere di situazioni, non tanto con inserimenti, fondamentale normalmente innato, quantomeno con appoggio dell’azione sfruttando la sua propensione al servizio dei compagni tramite passaggi chiave.
Certamente sta lavorando in questo senso, è visibile la differenza che c’era tra il Tonali fisso nel centrocampo, e il Tonali che talvolta gioca qualche metro più avanti, anche se la strada non è corta per vederlo assiduo in questo ruolo.
Quindi vertice basso sì, ma con riserva, riserva dipendente dai compagni e dal quadro tattico, mezzala tendenzialmente no, mediano a due tendenzialmente sì, ma solo se il suo apporto in fase offensiva diventerà più costante.

DEBOLEZZE: la forza di Tonali sta nel fatto che non ha apparenti debolezze. Le uniche che aveva (lentezza e lettura degli spazi) le ha già appianate e sta lavorando ora per incrementare i fondamentali in cui non eccelle e che però sono nelle sue corde.
ACQUISTO AZZECCATO: parliamo un attimo del fattore economico. 10 milioni di costo, più 15 di diritto di riscatto e 10 di bonus variabili a seconda del raggiungimento di presenze prefissate oltre a obiettivi di squadra e non. Un costo non piccolo per un giovane che ha mostrato sì e no il suo valore.
Ma sappiamo anche che con questo genere di formule, il costo si alza, quindi diciamo che quei 35mln, non sono un prezzo reale, ma un prezzo dettato dalla formula. Probabilmente con 10 milioni in meno, sull’unghia, si sarebbe portato a casa, ma vedendo i prezzi in circolazione (ad esempio Fofana, pagato oltre 40mln con pochissime presenze in Ligue 1), non è un prezzo alto, soprattutto se consideriamo la mediaticità acquisita da Tonali.
Prezzo tutto sommato congruo, ma ad ora quanto vale Tonali? Secondo gli istituti di statistica del calcio, il suo valore attuale si aggira attorno ai 29 milioni. Se continua così, con questo approccio e questa crescita, lenta, ma comunque costante, il Milan sicuramente riscatterà il giocatore, in quanto già dopo un anno gli ammortamenti porterebbero il valore della spesa a 28 milioni e tenendolo un altro anno non sarebbe difficile venderlo qualora calasse, portando quindi ad un acquisto, se va male, non dannoso.
Se invece crescerà, il discorso viene da sé, l’investimento sarà stato ottimale.
In sintesi un’operazione degna di nota.

COSA PUÒ DIVENTARE: allo stato attuale, che diventi una mezzala, un vertice basso o un centrale in una mediana a due, risulta essere un centrocampista buono e nella media per molti fondamentali, eccellendo in pochi (dribbling, passaggi chiave e conduzione del pallone), quindi non certo un centrocampista che possa ambire, sembra, a crearsi una grande carriera, ma, c’è un grosso ma. Tonali ha una notevole mentalità, che tutto sommato è quella che conta e se rispetta mentalmente le aspettative e al contempo si definisce in un ruolo ben preciso, eccellendo in qualche fondamentale in più, potremmo parlare di un giocatore dal futuro roseo.
Quello che appare è che se verrà impiegato come vertice basso, potrà fare molto bene, ma solo alla condizione in cui non gli venga cucita addosso l’etichetta di regista della squadra, in quel caso potrebbe rimanere solo un buon centrocampista senza difetti e con pochi pregi.
Invece, per quanto riguarda il mediano a due, potrebbe avere un ottimo futuro, appianando quei fondamentali necessari al ruolo che sono nelle sue corde e non insormontabili.
Una cosa è certa, non è un prospetto come tanti, sia la tranquillità come gioca a 20 anni sia la volontà nell’approccio alla gara, da giocatore fatto e finito, lo dipingono come giocatore superiore alla media, ma per fare il salto di qualità necessario ad esserlo effettivamente un giocatore sopra la media, dovrà lavorare molto su alcuni fondamentali.
La base c’è, non ancora espressa, ma anche se non riuscisse nell’intento di una carriera rosea, difficilmente si potrà parlare di flop, rimarrà, se va male, un buon centrocampista.