L’ultimo weekend di Serie A ha portato un ulteriore allungo dell’Inter sui campioni d’Italia della Juventus, che ora si ritrovano sotterrati a -10 punti dalla vetta e forse alla fine del loro leggendario ciclo vincente. Non si tratta solo però del vantaggio su una Juventus in cerca da un po’ di una nuova identità, ma sono significativi anche i 10 punti sull’Atalanta, i 12 sulla Roma e i 13 su Napoli e Lazio, con il solo Milan che tiene a fatica il ritmo dei nerazzurri, trovandosi però a quattro lunghezze dai cugini e quindi costretto a non sbagliare più, nella speranza di poter accorciare al più presto. È chiaro ormai che i nerazzurri sono in fuga e un decennio dopo sono di nuovo loro la squadra da battere.

Ma come ha fatto l’Inter a emergere dopo un inizio di stagione abbastanza complicato, in cui la figura di Conte è stata messa più volte in discussione a causa soprattutto di uno scarso rendimento europeo? Oggi possiamo dire che la mancanza di impegni al di fuori di quelli in campionato sta dando all’Inter maggiore freschezza rispetto alle rivali e credo che sia questa la fonte del successo dei nerazzurri, da cui poi derivano una serie di condizioni favorevoli che Antonio Conte sta sfruttando al meglio. Per fare il confronto con la Juventus, giusto perché viene da nove scudetti consecutivi, i bianconeri da inizio 2021 stanno affrontando un calendario massacrante che si traduce in infortuni e in cali fisici abbastanza evidenti. Pirlo non ha mai avuto nel nuovo anno una settimana intera per recuperare e giocando sempre ogni tre giorni ha iniziato a perdere pezzi fondamentali, le cui assenze stanno pesando molto.

IL NUOVO BUNKER NERAZZURRO
Da questo vantaggio derivano una rosa da cui si può attingere nella sua interezza, undici titolari sempre al 100% e la concentrazione rivolta verso un unico obiettivo. Non vanno però sminuiti i meriti in primis di Conte, che come ho anticipato, è riuscito a sfruttare al meglio queste condizioni favorevoli, perché poi la formazione non si fa da sola ma è frutto delle sue scelte e per vincere gli scontri diretti di certo non basta una buona condizione fisica. Avendo più tempo per lavorare in settimana Conte è intervenuto per rivedere aspetti che non fuzionavano troppo bene e i frutti di questo lavoro si sono visti nelle ultime partite. Mi riferisco in particolare alla fase difensiva, che da inizio stagione fino a inizio gennaio aveva concesso decisamente troppi gol, ma che ora è nettamente migliorata. Un solo gol subito nelle ultime sette di campionato, superando con la rete inviolata anche gli scontri diretti contro Juve e Milan. L’Inter è diventata una squadra che sa soffrire, si sa chiudere dietro quando serve, per poi ripartire e fare male. Se ci si fa caso, tutte le ultime partite della squadra di Conte hanno seguito un identico copione: vantaggio Inter, assedio avversario e infine raddoppio nerazzuro proprio nel momento migliore degli avversari. Anche ieri quando il Genoa sembrava poter far male all’Inter e trovare il pareggio, il bunker nerazzurro ha tenuto per poi centrare il raddoppio in contropiede con Darmian.

L’ARMA IN PIÚ È DAVANTI
Se la solidità difensiva è stata trovata da poco, il grande potenziale offensivo dell’Inter è lo stesso già da un po’. Davanti la LU-LA è la grande arma in più dell’Inter, lo dicono le grandi prestazioni dei due e ancora di più i loro spaventosi numeri (31 gol in due in campionato). Ieri a segno ci è andato Lukaku, con il suo solito sprint infermabile che abbiamo imparato a conoscere bene da quando è in Italia, ma anche Lautaro ha fornito la sua solita grande prova. Proprio per questo tale coppia è una risorsa così fondamentale per l’Inter, perché quando non segna fa comunque segnare i compagni. Contro il Genoa Lautaro ha servito la palla per il gol di Lukaku, mentre il gigante belga ha mandato a rete Darmian e poi propiziato il colpo del KO di Sanchez, altra grande risorsa a partita in corso.

In particolare, del grande potenziale offensivo dell’Inter, deve far paura la bravura nell’imbastire contropiedi pericolosi e spesso vincenti, che ora ha trovato quella solidità dietro che deve esserci alla base. In contropiede oltre a Lautaro e Lukaku accompagnano sempre puntuali i quinti di centrocampo e l’instancabile Barella e questo dà la possibilità di trovarsi in situazioni di superiorità numerica e anche maggiore varietà di interpreti, che invece in altre squadre, come la Juventus, manca, dato che alla fine a dimostrarsi incisivi sono sempre i soliti due o tre.

ERIKSEN E PERISIC RITROVATI
L’ultimo motivo della nuova grande forza dell’Inter è che ora nel motore ha anche questi due, che non possono non stare in campo per le qualità che hanno, ma che sembravano due corpi estranei al progetto di Conte
. E invece, per meriti soprattutto loro, ora fanno stabilmente parte degli undici titolari e la loro presenza ha portato a un salto di qualità importante. Meriti loro perché Conte non aveva mai creduto che potessero stare in questo tipo di contesto e di possibilità per smentirlo ai due ne aveva concesse poche. Poi, quando per necessità hanno trovato continuità, si era capito che l’Inter era meglio con loro piuttosto che senza e ora da lì non li schioda più nessuno. Ma non solo il tasso tecnico con loro si è alzato, ma l’Inter è addirittura più solida e ben coperta di prima, anche grazie alla loro disponibilità sacrificarsi. Perisic spesso va a fare il quinto di difesa e Eriksen, che magari in certi casi potrebbe e vorrebbe svariare un po’, si impegna a rispettare sempre la propria posizione in campo pur non perdendone in qualità. Anche quest’ultimo fattore è strettamente collegato al fatto che l’Inter non giochi le coppe europee, dato che altrimenti un certo tipo di lavoro risulterebbe più difficile, ma sminuire i meriti di questi due resta comunque vietato.

INTER DA SCUDETTO?
Grande solidità difensiva, il miglior attacco del campionato e la qualità di Eriksen e Perisic hanno dato una nuova forza all’Inter e il campo dice che la squadra più forte delle venti di Serie A ora è questa. Una squadra che non gioca un calcio spettacolare, ma efficace, che si affida a pochi schemi collaudati e alle invenzioni dei propri fuoriclasse, che le partite magari non le domina, ma le controlla e le sa azzannare al momento giusto. Resta da chiedersi se l’Inter possa continuare così fino all’ultimo e se sia quindi da scudetto. La mia risposta è sì, sia per la superiorità dell’Inter sulle avversarie, ma anche per il vantaggio che già ha accumulato e per la guida di Antonio Conte, che sappiamo essere uno che in testa ci sa stare e che tiene i suoi concentrati e tutelati fino all’ultimo, evitando cali o eccessi di pressione.