Il caso Milan ha tramortito i tifosi e l'ambiente calcistico italiano, ma è con l'Inter che la Cina si giocherà la faccia e la sua credibilità. Ogni investimento all'estero deve passare sotto la rete di controllo dello stato comunista cinese. In sostanza la proprietà dell'Inter, simbolo del capitalismo calcistico italiano, è comunista. Verrebbe da sintetizzare così ironicamente. 
Ma qui da ironizzare c'è ben poco. La situazione è seria.
La Capogruppo F.C. Internazionale Milano S.p.A. società per azioni ha come Azionista di Riferimento, a partire dal 28 giugno 2016, la società Great Horizon S.à.r.l, controllata da Suning Holdings Group Ltd. (“Gruppo Suning”), multinazionale cinese operativa nel mercato al dettaglio dell’elettronica di consumo, già attiva nel settore calcio in Cina, in quanto detentrice del club Jiangsu Suning Football Club, uno dei più famosi club calcistici cinesi militante nella Super League cinese.
Uno dei più famosi club calcistici cinesi. Che ora ha cambiato nome, per le regole imposte dalla federazione locale, nessuno spazio allo sponsor privato, deve prevalere il nome della società. Una delle squadra calcistiche più famose della Cina, che ha gli stessi colori dell'Inter e viene liquidata per ragioni economiche alla fine del campionato da parte del gruppo Suning. Investimenti irrilevanti. Da sacrificare. Sacrificabili. Il mondo dei numeri funziona così.
C'era fiducia ma anche diffidenza verso l'approdo dei cinesi all'Inter. Hanno piazzato il presidente più giovane nella storia della Serie A. La missione del Gruppo Suning, scrivono nel bilancio interista “che ha maturato già esperienze nella gestione di società di calcio in Cina, è quella di dare continuità al progetto iniziato dal precedente azionista di riferimento puntando ad affermare il Gruppo F.C. Inter come uno tra i più importanti club calcistici al mondo, raggiungendo importanti risultati sportivi, incrementandone la presenza commerciale globale e implementando e mantenendo una rigorosa disciplina finanziaria (con l’obiettivo di raggiungere l’equilibrio economico-finanziario), anche alla luce della normativa sul fair-play finanziario”.

Si aspetterà la fine della stagione per vendere l'Inter. Sarà così. Magari con un titolo in tasca potranno economicamente portare più soldi a casa e soprattutto salvare la faccia. Certo che se l'Inter non dovesse vincere niente e concludere la stazione con zero titoli, la Cina perderebbe ogni credibilità nell'ambiente calcistico italiano e stiamo parlando di una potenza che è la principale potenza economica mondiale a livello economico e seconda solo agli USA a livello militare.
Con l'Inter è l'intera Cina che si gioca la faccia, non è solo una questione economica. E questo in Cina lo sanno bene visto il modo in cui funziona quella società orientale. L'affare Inter è delicato, quasi un piccolo affare di Stato.