Con la  scomparsa di Paolo Valenti si è chiusa un'era che vedeva il calcio in tv in un modo romantico e umano che oggi, a distanza di circa trent'anni, è improponibile dato che vediamo i gol in televisione quasi prima degli gli spettatori allo stadio... 

La mitica trasmissione "90° minuto" era, per noi ragazzi del '68, un appuntamento fisso come il catechismo e la messa. 
Valenti, con garbo e stile, metteva su uno spettacolo misto di passione e ironia - a proposito, dove sono oggi i giornalisti sportivi ironici e autoironici? - che coinvolgeva tutti i protagonisti del programma. I vari Tonino Carino, Castellotti etc... tifosi ancor prima che professionali e professionisti, ci facevano sorridere nonostante la sconfitta della squadra del cuore. 

Schedina alla mano pendevamo dalle labbra di Valenti che recitava, come un santo rosario, i vari risultati con il mitico 1x2. Ai vincitori 1.535.241... numeri, oggi, che neanche più sappiamo esistere. 

Commenti garbati seppur di fede. Mai offensivi o svalutanti. E poi... poi le immagini. Prima in bianconero, con juventini e ascolani, unici sempre soddisfatti, e, successivamente, con quei colori sbiaditi che a noi ragazzini sembravano brillare come fossero a casa nostra. 
Campi ridotti a pozzanghere o arsi dal sole con i calciatori con chiome da novelli rivoluzionari che ad ogni gol alzavano le braccia al cielo gridando "goooolllll". Oggi ad ogni rete un teatrino a volte inutile... 

Chi ha vissuto questi momenti ha, indelebile, l'attesa spasmodica, di una sigla immortale. Di un giornalismo che non c'è più. Di un calcio ancora umano ma, soprattutto, di un uomo, Paolo Valenti, mai ricordato abbastanza per la sua capacità di rendere un gioco una cosa seria ma non seriosa, con un linguaggio forbito ma comprensibile a tutti. Un sorriso, il suo, che ci manca ancora oggi. 

Chiudo come faceva solitamente lui "Bene, per questa settimana è tutto. A voi tutti una buona serata e alla prossima settimana."

Grazie Paolo...! 

 

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