Sono già passati dodici anni, dodici anni in cui è successo di tutto come una clamorosa NON PARTECIPAZIONE al mondiale in corso in Russia.

Eppure il 9 Luglio del 2006 Cannavaro, capitano della Nazionale Italiana, alzava verso il cielo di Berlino la coppa del Mondo vinta contro la Francia di Zidane.
No, non eravamo per niente i favoriti al Mondiale di calcio Germania 2006. Qualche settimana prima della spedizione azzurra in terra tedesca, in Italia scoppia il caso Calciopoli,che vedrà in pochi giorni la Juventus campione d’Italia retrocedere in Serie B, il Milan penalizzato di 25 punti e vari calciatori, dirigenti e società deferite.
Appena arrivati a casa azzurri, il gruppo viene scosso, specialmente il blocco bianconero, dalla tragica notizia del tentato suicidio nella sede Juventina dell’ex calciatore e amico Gianluca Pessotto. Alcuni giocatori, lasciano il ritiro azzurro per qualche ora e fanno visita al loro compagno cercando di dare conforto ad una persona afflitto da problemi di depressione.

No, non inizia per niente bene il Mondiale 2006 e nessuno pensa di poter superare gli ottavi, obiettivo minimo di una nazionale scossa da troppi eventi extra calcistici.
L’Italia è nel girone E con: Ghana, Stati Uniti e Repubblica Ceca. Si vince il girone con sette punti e poco gioco, ma il risultato è quello che conta. Agli ottavi ci sbarra la strada un’ostica e sporca Australia, che ci mette in difficoltà più volte come il sole tedesco delle ore 16. Solo un rigore generoso al novantesimo, calciato di potenza e rabbia da Francesco Totti ci permette di proseguire il cammino.
Qualcosa tra i giocatori cresce. La voglia di rivalsa verso una stampa e opinione pubblica estera critica e pungente, coagula un gruppo veterano di mille vittorie a livello di club, ma mai a livello nazionale.

Ai quarti ci va bene. L’Ucraina di Shevchenko è alla fine di un ciclo e nulla può contro il tasso tecnico degli azzurri che con un clima più mite, la partita si giocò alle 20:45, rifilò un sonoro e secco 3-0 a Sheva &co.
Il 4 Luglio fu la prova della verità. Il tabellone ci fece scontrare contro i padroni di casa. Rullo compressore fino a quel momento, la Germania allenata da Klinsmann aveva battuto Svezia e Argentina senza problemi. Al Westfalenstadion di Dortumnd, in mezzo a 60mila spettatori tedeschi, gli azzurri non si fanno intimorire e fanno la loro prestazione migliore, in fin dei conti Italia-Germania è una sfida storica che non tradisce mai le attese. 
La partita è bellissima piena di occasionI. Lehmann e Buffon sono assoluti protagonisti di interventi da campioni assoluti, mentre prima Perrotta e Totti e poi Podolski e Klose rendono la partita più che vivace. Ma i tempi regolamentari non bastano, si va ai supplementari.
Lippi non vuole i rigori, toglie Camoranesi a centrocampo per Iaquinta. Il barricentro si sposta subito in attacco, i tedeschi danno segni di debolezza e uno STRAORDINARIO KANNAVARO, detta alla Caressa, fa muro in difesa.
Fuori un altro centrocampista Perrotta, dentro Del Piero e l’Italia ha quattro attaccanti in campo.
Poi l’apoteosi.
Nel secondo tempo supplementare, esattamente al 13° minuto, sugli sviluppi di un calcio d’angolo Pirlo inventa un assist dei suoi a Grosso che chiudendo gli occhi calcia di prima con un tiro a giro angolato. Lehmann non può nulla: è uno a zero.
La Germania prova il tutto per tutto e si volta tutto all’attacco. Cannavaro ruba un’ottimo pallone tra la difesa e il centrocampo, passa la palla a Totti che lancia lungo su Gilardino. Con la coda dell’occhio vede la sovrapposizione di 60 metri di Del Piero, passaggio al compagno juventino che insacca con un tiro a giro per la seconda volta consecutiva il portiere tedesco.
Due a zero e finale contro la Francia! 

9 luglio 2006 all'Olympiastadion di Berlino, l’Italia scende in campo contro la Francia di Zidane. La nazionale Francese dal ’98 in poi ha seminato terrore nel mondo vincendo un mondiale ed un europeo, proprio a discapito nostro. Per il super campione franco-algerino è l’ultima partita della sua carriera.
Il primo tempo fu un delirio di episodi ed emozioni. Duro e falloso i giocatori in campo non si risparmiano.
Al settimo minuto la partita si sblocca: Materazzi entra duro in area di rigore su Malouda e causa il rigore per i galletti. Zidane sul dischetto non sbaglia. Uno a zero per la Francia.

Gli azzurri reagiscono ma i risultato è scarso, solo qualche parata da parte di Barthez e un magro bottino di calci d’angolo. E proprio su corner troviamo il pareggio. Pirlo si incarica di battere il calcio d’angolo e Materazzi salta più in alto di tutti: riscatto del rigore provocato, batte in elevazione Vieira: è uno a uno al ventesimo del primo tempo.
Quasi al quarantesimo Toni fa tremare la traversa e dall’altra parte Zidane si rende pericoloso più volte.
Il secondo tempo è un’altalena di emozioni non adatto a cardiopatici. Gli azzurri si chiudono in difesa per ripartire in contropiede, Buffon, salva più volte con le sue manone il risultato. Domenech prova a cambiare qualcosa, ma Lippi ridisegna la squadra con gli innesti di De Rossi, Del Piero e Iaquinta. Non succede niente, stallo.

Ancora una volta supplementari.

Le squadre sono stanche e le occasioni da goal sono poche, ma appena prima del fischio che avrebbe mandato tutti ai rigori succede l’incredibile: tra Zidane e Materazzi, che stavano risalendo verso la metà campo, avviene uno scambio di battute tra i due e quando tutto sembrava tornato alla normalità, dopo un paio di passi, Zidane fa dietrofront e tira una testata nel mezzo del petto di Materazzi, il quale stramazza a terra. Espulsione per il campione francese che rovina la sua ultima serata.

Rigori

Tutta la nazione è in silenzio, nessuno respira e per le strade neanche una macchina attraversa le strade.
Pirlo, Materazzi, De Rossi e Del Piero vanno tutti a segno, mentre per la Francia sbaglia Trezeguet, facendo schiantare il pallone sulla traversa.

Fu Grosso, inatteso eroe di Germania 2006 a mettere a segno l’ultimo rigore decisivo per l’Italia e far scoppiare di gioia una nazione intera.

Dodici anni fa, l’Italia arrivò al mondiale tra lo scetticismo più totale. Giocatori inattesi e con un calcio interno allo sbando i ragazzi di Lippi fecero l’impresa, furono campioni del Mondo.
Buffon, Amelia, Peruzzi, Cannavaro, Nesta, Materazzi, Zaccardo, Zambrotta,Oddo, Barzagli,Grosso, Perrotta, De Rossi,Barone, Camoranesi, Gattuso,Pirlo, Del Piero, Toni, Totti, Iaquinta,Gilardino e Inzaghi.

Allenatore: Marcello Lippi

Grazie

ILPARLAFUS