La notizia che è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri ha del clamoroso e del vergognoso allo stesso tempo. Diego Godin, ex veterano dell'Atletico Madrid, ex miglior difensore della Liga assieme a Sergio Ramos, vincitore di coppe europee e di campionati nonchè sceriffo nerazzurro saluterà Appiano per approdare verosimilmente al Cagliari, che nelle ultime ore sta cercando di organizzare l'affare del secolo, almeno in terra sarda. Una scelta inattesa e sorprendente che nessuno si sarebbe mai immaginato, un po' come quella di Ribery, che dal Bayern Monaco si ritrovò in una Fiorentina con obiettivi diametralmente opposti a quelli dei bavaresi. Alla fine, però, la volontà domina su tutto e riusciamo a capire il buon Diego, che si ritroverebbe nella terra d'origine di sua moglie e che andrebbe di fatto a concludere la carriera in una delle isole più belle dell'intero globo terrestre. 

Quello di Godin all'Inter è stato un percorso difficile da giudicare, accompagnato da luci e ombre, come d'altra parte è stata la stagione nerazzurra; il problema maggiore lo ha avuto con Conte, il quale non ha mai digerito il suo acquisto e non si è fatto problemi a metterlo fuori dai titolari, per la sua ossessiva e a tratti estenuante difesa a 3. Non è un caso infatti che l'ex allenatore di Juventus e Chelsea non sia mai stato in grado di alzare un trofeo in campo europeo con il suo "infallibile" 3-5-2. Il colpo di scena è arrivato proprio dopo la finale di Europa League persa contro il Siviglia, quando a seguito del famoso incontro fra Conte-Zhang è emersa la sentenza definitiva di allenatore e dirigenza: Diego Godin non sarebbe rientrato nei piani del club per il futuro, complice uno scarso adattamento ai metodi di gioco della nuova Inter ed una volontà reciproca di puntare su altri interpreti (Darmian). La figura dell'uruguaiano rappresentava un punto solido nello spogliatoio, poche parole ma dirette a rafforzare il dna della squadra, come succedeva all'Atletico Madrid; un grande motivatore, scuola Simeone, che l'Inter perderà.

Non riusciamo a capire il senso di questa operazione, come l'intero mercato nerazzurro visto finora. Se dovessimo attribuire un voto alla campagna acquisti dell'Inter questo non arriverebbe neanche al 4, considerando le linee guida di Marotta e Ausilio, sotto la presenza del "direttore" Conte. Che senso ha puntare su un giocatore esperto come Kolarov se verrà messo come terzo di difesa in un ruolo non suo? Oppure, che senso ha acquistare Arturo Vidal se in rosa c'è già un mastino di rottura del calibro di Nainggolan? La scelta di Darmian per sostituire Godin da che cosa è nata? Tanti quesiti che dimostrano come l'Inter sia in confusione totale, nonostante l'ossessione di vincere a tutti i costi un trofeo nella prossima stagione. Il semplice gioco economico del vendere per acquistare regge fino ad un certo punto, visti gli esuberi di Vecino, Gagliardini, Joao Mario e Perisic. L'aspetto imbarazzante e a tratti comico è che lo stesso Conte per vincere abbia deciso di privarsi di Godin, regalandolo di fatto al Cagliari, qualora la trattativa andasse in porto.

Una scelta che dimostra a grandi tratti il DNA perdente dello stesso Conte e la sua incapacità di adattarsi alla squadra che ha a disposizione, preferendo imporre il suo unico ed estenuante schema di gioco senza guardare in faccia a nessuno; la storia infatti insegna che nessun top club (Barcellona, Real Madrid, Liverpool, Bayern) lo abbia mai cercato per affidargli le chiavi dello spogliatoio, a seguito anche di un'esperienza al Chelsea che lo ha portato diretto in tribunale per una serie di dissidi che non stiamo a raccontare. Spesso dagli errori nascono le occasioni per migliorare, invece ancora una volta ci sentiamo di dire che l'ossessione e la mania di protagonismo hanno dominato in lungo e in largo, con il conseguente cerino acceso da parte dei sostenitori nerazzurri i quali dovranno sperare che tutto vada per il verso giusto, come vuole Conte. 

Per vincere il campionato servirà un miracolo sportivo, nonostante la Juventus di Pirlo e la sua fase di transizione. Forse da quel famoso patto Conte-Zhang è nata la distruzione dell'Inter e il primo a pagare sarà, salvo sorprese ad ora tutt'altro che pronosticabili, proprio Diego Godin. Lo sceriffo nella sua lunga carriera ha vinto molto più di Conte, le strade si separeranno e forse è giusto così anche perchè è inutile avere una Ferrari in garage e non essere in grado di guidare neanche una semplice Panda. Un vero peccato, ma Conte per vincere vuole questo. Chissà che giustificazioni troverà quando vedrà il suo amico Pirlo trionfare al primo anno da allenatore sulla panchina della Juventus.