Il 20 febbraio scrivevo un articolo dal titolo "una scelta rischiosa". Analizzavo i problemi inerenti l'eventuale arrivo del tedesco Ralf Rangnick con il doppio incarico di allenatore e direttore sportivo, ma ponevo una domanda alla quale non davo, volutamente, la risposta: chi era stato a dare la notizia alla stampa estera, mettendo in subbuglio dirigenza e tifoseria milanista? Dopo due mesi, con il campionato di calcio fermato per la pandemia mondiale, con Boban licenziato, tante parole e pochissimi riscontri, espongo una teoria che nessuno, fino ad oggi, ha preso in considerazione.

Partiamo da questa certezza. Il fondo Elliott, proprietario del Milan, fin dal suo insediamento ha sempre confermato la volontà di cedere in presenza di offerte "interessanti". Si è sempre scritto che per vendere, con l'obiettivo di ottenere il massimo guadagno, deve sistemare il bilancio, già oggi privo di debiti ed avere la documentazione necessaria per poter realizzare la costruzione dello stadio e di tutto il progetto correlato. Anche questo punto, in collaborazione con l'Inter e la sua proprietà cinese, sembra vicino all'approvazione. E' stato evidenziato ripetutamente, da giornalisti e commentatori, che Arnault già figura fra il gruppo di finanziatori che sostengono, tramite Elliott, questa operazione. A queste considerazioni, aggiungerei che sia impossibile pensare che non ci siano acquirenti, nel mondo, pronti a rilevare una società così famosa e conosciuta. Sono almeno tre i nomi accostati a trattative mai decollate. Commisso, ora proprietario della Fiorentina, Friedkin, propabile prossimo presidente della Roma di Pallotta, e il miliardario Jaroslav Tvrdik, presidente dello Slavia Praga. Così come sceicchi arabi, o miliardari russi, sarebbero pronti a cogliere un'opportunità che garantirebbe una risonanza mondiale. Se quindi, come penso, sarà Arnault il prossimo proprietario del Milan, l'operazione Rangnick andrebbe totalmente in conflitto con le strategie dell'azienda francese, leader nei prodotti di lusso.

Perchè faccio questa affermazione? Perché il tedesco darebbe inizio ad un progetto almeno triennale, puntando su giovani calciatori, poco conosciuti, con una tifoseria probabilmente divisa e, scegliendo di allontanare sia Maldini che Ibrahimovic, poco attrattiva per sponsor e media. Per quanto interessante e confortato dall'ottimo lavoro ottenuto con le squadre del gruppo Red Bull è un percorso inverso a quello che vorrebbe intraprendere la nuova proprietà che andrebbe a danneggiarne il "brand" che è un bene intangibile che fa parte del capitale aziendale e di quel prezzo (alto) che è già stato fissato, Viceversa chi è pronto ad entrare vuole attrarre sponsor, anche firme del proprio gruppo, aumentando le entrate che investirebbe su giocatori già pronti, affermati e conosciuti, puntando a riportare immediatamente il Milan ai vertici mondiali, prima come immagine e successivamente come risultati sportivi.

Questa mia personalissima ricostruzione spiegherebbe perchè siano stati proprio i manager di Arnault a far trapelare la notizia ai giornali, nel tentativo di frenare una "rivoluzione" che complicherebbe notevolmente la situazione e confermerebbe quella sensazione che sia Maldini l'unico in grado di fermare il tedesco e accelerare l'ingresso francese. La sua ultima intervista stranamente non ha avuto alcuna replica, così come il nome di Rangnick è passato dalla certezza del doppio incarico a quella di solo direttore generale, addirittura con la presenza in società proprio di Paolo Maldini. Da Casa Milan non trapela alcuna informazione. C'è un'ultima considerazione che non va sottovalutata. Questo virus ha indubbiamente stravolto molte situazioni. Il calcio, come è ben visibile, ne subirà molte ripercussioni con società in difficoltà economica costrette a vendere, anche a prezzi ben inferiori ad ogni previsione. Questo è il momento migliore per effettuare il cambio societario e Arnault ne è ben consapevole. Non ci resta che aspettare, più la pista Rangnick si "raffredda" e più sono convinto che si avvicinino giorni gloriosi, con una nuova proprietà che voglia fare il Milan, senza cercare altre squadre da imitare.