L'anno che si è appena concluso è stato un anno particolare per gli attaccanti nominati in questa lista: alcuni, da totali Carneadi, sono passati alla ribalta; altri che sembravano pronti alla consacrazione nel proprio club e nella propria nazionale si sono "sgonfiati", per la gioia dei loro club e delle loro nazionali; altri, infine, hanno vissuto un anno buono, ma non hanno spaccato il mondo come i loro tifosi si aspettavano. Il tratto comune di questi giocatori è che devono capire cosa fare della propria vita quest'estate. Una scelta che non è mai facile. 

Mamma, mi sono smarrito a Torino-  Cominciamo da Paulo Dybala. E partiamo da un presupposto: le aspettative abbastanza alte non lo hanno agevolato nel suo percorso di crescita. Che dovesse essere un anno difficile per lui, lo avevamo capito fin dal Mondiale: ad ogni partita, anche le più disastrose, era sempre relegato in panchina dal CT Sanpaoli. Non esattamente un modo per fargli sentire fiducia e farlo sentire l'erede di Messi, soprattutto in una delle Argentine più scarse da qualche anno a questa parte. Poi l'acquisto di Ronaldo. Su questo tema sono stati scritti dei trattati negli ultimi 12 mesi, mi limito a sintetizzare al massimo: volontariamente o no, il portoghese ha preso tutto il gioco su di sé, eclissando un po' il collettivo in attacco. Non è un caso che anche Mandzukic non abbia fatto un'annata spettacolare. Adesso, per l'ex giocatore del Palermo si parla di Bayern, Inter e United. Grandi realtà, grandi stadi, però forse l'Inter (parere personale) sarebbe l'opzione migliore: in primo luogo, perché quando un giocatore è a corto di motivazioni, Conte lo rivolta come un calzino. Se sopravvive, è una macchina da guerra; sennò un Elia, ma vale la pena provare. Il Manchester, da un decennio a questa parte, mangia indifferentemente grandi allenatori e grandi giocatori. Il problema col Bayern è la Bundesliga: anche da noi la Juve vince da tantissimi anni, ma forse la bundes non è il campionato più allenante del mondo.

Profumo di Wanda- Di Femmes fatales è piena la letteratura occidentale, dall'Odissea in poi. E no, cercherò di non solleticare il voyeurismo di alcuni, tifosi e non dell'Inter, sulle foto Nara-Icardi. Al tempo dei social, i politici si prendono delle licenze che i loro colleghi di 20 anni fa non si sarebbero mai presi, perché i calciatori non dovrebbero fare lo stesso? Detto ciò, Icardi non gestisce la propria immagine nella maniera migliore possibile. Però Maurito non era un brocco prima e non lo è ora, ed è un giocatore che, messo nelle buone condizioni, può fare grandi cose (cose, non foto). Il fatto che sia stato messo fuori squadra da Spalletti e poi da Conte non ne mette in discussione il talento, semplicemente ha bisogno di cambiare aria e magari trovare una maniera di dividere vita privata e pubblica. A Roma, a parte gli evidenti problemi d'ingaggio, sarebbe difficile. A Torino, forse, la Juve potrebbe aiutarlo a riprendersi. 26 anni non sono molti, però Icardi si deve decidere se essere un top player indiscusso o una testa matta (senza offesa) baciata dal talento.

Crescere, che fatica- A vedere la stagione di Patrick Cutrone, sembra di avere la prova dell'eterno ritorno di Nietzsche. Quante volte, al Milan, abbiamo visto ragazzi usciti dalle giovanili fare, a 18-20 anni, una stagione fenomenale? E poi la società fa (quasi) sempre l'errore di cercare una scorciatoia, prendendo giocatori d'esperienza,spesso stranieri, che tarpano le ali a questo processo di crescita? Se state pensando ad El Shaarawy, Locatelli e De Sciglio con Ibrahimovic, Kessie e Rodriguez (forse, non mi intendo troppo di Milan, purtroppo) non siete troppo fuori strada. La prima parte di stagione con Higuain, in questo senso, non è stata una passeggiata di salute; la seconda con Piatek pure peggio. Ora, dei giocatori che ho elencato, nessuno ha fatto una brutta carriera: El Shaarawy è uno dei pochi che si è salvato nell'annus horribilis della Roma; De Sciglio gioca in nazionale e nella Juve; Locatelli fa il suo nel Sassuolo (ed è ancora molto giovane). Però è vero che, se fossero rimasti al Milan vita natural durante, forse si sarebbero un po' bloccati. L'offerta di Cairo non sembra male, in più, e lo spazio per affermarsi è maggiore. Chi scrive è un grande estimatore del giovane attaccante rossonero, quindi speriamo che, qualunque cosa faccia, il suo processo di crescita non si blocchi. Anche perché una punta centrale giovane, in nazionale, farebbe comodo.

100 million dollar babe- Ok, qui mi si potrebbe dire di mollare il fiasco di vino e smettere di gettare letame sul centravanti titolare della nazionale italiana. Inoltre, Belotti ha fatto anche una buona stagione, dopo un anno scorso abbastanza complicato. E ancora (per evitarmi improperi) vi dico che sarebbe una grande tristezza vedere un giocatore del genere fuori dal Torino, soprattutto dopo un'annata buona come l'ultima. Però, gli anni passano, e su Belotti incombe un po' la maledizione che, inconsapevolmente, Urbano Cairo ha lanciato su di lui "Vale 100 milioni". Da quel momento, Mr. 100 milioni (titolo che inizia ad essere un bel po' inflazionato, e questo non è sano per il calcio), dopo una stagione in stato di grazia, ha iniziato ad essere tormentato dagli infortuni, dai quali si è ripreso poi brillantemente quest'anno. Ma, a mio parere, non è ancora tornato ai livelli dell'anno scorso, e malgrado un lavoro pregevole, sia uscito dalla "Top Player zone" al momento, sebbene resti sulla soglia. Forse sarebbe il momento di farlo esordire in Europa (quindi vade retro, West Ham), e il Napoli sembra interessato (della Roma non parlo nemmeno). Vediamo un po' che succede...

Lascio quando voglio- Qui è fin troppo semplice scrivere il pezzo, perché di Federico Chiesa ha parlato praticamente chiunque nell'ultimo anno. Un anno difficile per la sua squadra, la Fiorentina, in cui (salvo lui e Veretout) nessuno si è salvato. L'unica consolazione che hanno i tifosi è appunto il loro giovane fenomeno, ma a Firenze, dopo l'affaire Bernardeschi, nessuno dorme più sonni tranquilli. In più, è anche vero che si può ricostruire mezza squadra con il prezzo che la Viola ha fissato per il figlio di Enrico. C'è da capire due cose: in primo luogo, cosa vuole il ragazzo. Tarpargli le ali sarebbe crudele verso di lui, lasciare la Fiorentina nel caos sarebbe crudele verso i tifosi, malgrado non ci sia nessuna legge morale che lo vieti. L'altra incognita è il nuovo proprietario, Rocco Comisso, che dice "Non voglio che Chiesa diventi il mio Baggio". Prima di tutto, per quello che ha dato al calcio italiano e ai viola, speriamo (e Mancini ancora più di noi) che lo diventi. Detto questo, se c'è un buon progetto e una squadra competitiva, perché non fare un altro anno a Firenze? Dopotutto, Federico, sei giovane. L'Inter e la Juventus possono aspettare.

Torna a casa, Petagna- Un altro caso interessante è quello di Petagna. Giocatore sempre poco considerato, perché non è il fenomeno che ruba gli occhi con una giocata, ma semplicemente un ariete fatto per metterla dentro (che in questi tempi, non è da buttare: Inzaghi ci ha costruito una carriera su questo). Quest'anno il prestito dall'Atalanta alla SPAL, una scelta perfetta: la squadra, buona provinciale, si metta a sua disposizione ed è ripagata con 16 goal e un riscatto che arriva, malgrado le titubanze dell'Atalanta (per una volta, sembra che Gasperini abbia fatto partire un giocatore senza valorizzarlo al 100%). Adesso lo vogliono diverse big: in Italia Roma e Lazio, in Inghilterra il Leicester. Misurarsi con l'Europa League sarebbe una bella sfida per il giocatore, ma è anche vero che Roma non è Ferrara: lì la squadra non gioca per lui, non è facile imporsi e le pressioni sono differenti. Riguardo al Leicester, abbiamo tanti dubbi: a questo punto, un altro annetto alla SPAL per vedere come va? 

Il mio grosso, grasso centravanti greco- Nella squadra giallorossa c'è un bel po' di caos, soprattutto nell'attacco. Edin Dzeko ormai ha fatto capire che per il futuro si vede a Milano; El Shaarawy non si sa manco se rinnoverà; Ünder viene da una stagione terribile, che ha portato il "Piccolo Dybala" a passare da 60 a 20 mln di valutazione; Perotti è continuamente in infermeria; di Kluivert dovremo vedere il secondo anno per capire bene di che pasta è fatto. In più, c'è la scure del Fair play finanziario, e bisogna racimolare una quarantina di milioni in fretta. Per cercare di barcamenarsi, la Roma pensa a delle cessioni di giovani, magari al rientro dal prestito, che quindi sarebbero indolori. La vendita di Ezequiel Ponce, centravanti argentino tornato da un anno di prestito all'AEK Atene sembra l'ideale: contratto in scadenza, poca esperienza in serie A. Però attenzione, potrebbe essere un errore: il ragazzo, in primo luogo, ha fatto 16 goal nel campionato greco, più di tutti i suoi colleghi nel reparto avanzato giallorosso; la sua squadra è arrivata terza, alle spalle dell'Olympiakos e del PAOK. È vero, è il campionato greco. Però la Roma ha preso il proprio portiere l'anno scorso da quello danese (che non sembra migliore), e per sostituire Olsen ora si fa anche il nome del portiere dell'AEK, Barkas. Per il posto da titolare magari è ancora presto, ma come secondo un centravanti da 16 goal a stagione in Grecia può arrivare a 10 in Italia. In più è un '97, in più ha giocato nelle giovanili, e la cifra offerta dallo Spartak (8mln) non è una cifra monstre. Almeno dategli una possibilità, prima di bocciarlo.

Fuga per la vittoria (della serie B) - Infine, l'italianissimo Alfredo Donnarumma. Dev'essere stato un brutto colpo, alla promozione in A dell'Empoli, dover lasciare la squadra Toscana per tornare in Serie B. Ciononostante, un anno dopo, Donnarumma si prepara da titolare indiscusso a giocare la sua prima stagione in serie A, a 29 anni. Adesso sarebbe da folli pensare di cambiare squadra, magari per ritornare in serie B (anche se, forse, l'anno prossimo c'è lo ritroveremmo in A ancora) o per andare a fare panchina in una squadra di medie dimensioni. Più che trasferirsi, il dilemma riguardo a Donnarumma è se possa meritarsi la categoria (cosa molto probabile) o sia più un attaccante da promozioni dalla Serie B alla A. Starà a lui dimostrare di che pasta è fatto

Lo so, ne mancano molti, anche importanti, come Zapata, Milik, Dzeko. Però questi hanno catturato di più il mio interesse, e mi sembrano quelli che più dovranno dimostrare qualcosa nella Serie A che partirà l'anno prossimo. In bocca al lupo a tutti loro.