"Gnothi Seauton" è la massima che attraverso i secoli è giunta fino a noi dall'antica Grecia. Massima che nella sua accezzione più popolare viene interpretata come un invito a riconoscere i propri limiti, perchè solo così potremo superarli. Riconoscere i propri limiti o la propria forza non è mai stato più difficile come in questa stagione, con Lotito che intravedeva nella Lazio le potenzialità di una Ferrari, mentre il tecnico piacentino, ad inizio anno, vedeva la sua squadra come sesta forza del campionato. Alla fine dei giochi il confronto sul reale valore della rosa si è concluso con un nulla di fatto, poichè una parte, grazie alla vittoria della Coppa Italia, ottenuta battendo le avversarie per la Champions (Milan, Inter e Atalanta) sembrerebbe concordare con la visione del presidente, mentre il piazzamento in campionato, concluso all'ottavo posto, sembrerebbe spostare la ragione dalla parte del mister. Concluso l'incontro con il Torino e posto fine al campionato è il momento degli scontri: le tre parti in ballo, ovvero Il presidente, il ds Tare e il mister Inzaghi cominciano una diatriba che andrà avanti per diverse settimane, soprattuto fra Inzaghi e Lotito. Il tecnico non avrebbe gradito alcune critiche tecniche mossegli dal presidente nel corso della stagione. Ad aggravare la contesa le voci di mercato di un fortissimo interesse della Juve per il tecnico piacentino, ma grazie alla mediazione del direttore sportivo alla fine si è ritrovata la pace che da tanto mancava, anche grazie alla oramai certa successione di Sarri sulla panchina di Allegri.

In questi giorni a Formello tutte le parti in causa scoporno le carte, rivelando intezioni e sogni. Tutti e tre hanno a cuore la Lazio e vogliono vederla grande tra le grandi, ma qualcosa in più deve essere fatto per centrare questo quarto posto che da troppi anni oramai sfugge sempre nel finale di campionato. Complice l'interessamento del Milan per la coppia Inzaghi-Tare, i due mettono alle strette il patron: se questa collaborazione deve continuare si dovrà rivoluzionare radicalmente il modo di intendere la Lazio e, soprattutto, il modo di intendere il mercato della Lazio. Mercato che dovrà puntare non più su giovani promesse estere da valorizzare, che di solito impiegano almeno un anno per ambientarsi, ma si dovrà puntare da subito su giocatori pronti e soprattuto italiani, ovvero che provengano dal nostro campionato e che quindi siano pronti a partire a mille già dalla prima partita. Tra sogni e realtà, ecco come strutturerei un mercato per puntare subito al quarto posto l'anno prossimo.

Il tesoretto iniziale - Non dobbiamo dimenticarci che la Lazio quest'anno, da vincitrice della Coppa Italia, è già entrata in possesso di un buon capitale iniziale, in quanto la calvalcata vincente nella competizione frutta una cifra vicina ai 20 milioni, somma che viene superata considerando quei 3-4 milioni che già spettano alla Lazio per la finale di Supercoppa. Di queste ore è la notizia della cessione di Pedro Neto e Bruno Jordao al Benfica per 20 milioni, più le altre cessioni (Patric, Durmisi, Wallace ecc) si potrebbero raccimolare altri 20 milioni. Soprattuto va considerata la cessione che dovrebbe riempire i forizieri di Formello, ovvero Milinkovic per il quale Lotito non sembra disposto a scendere sotto i 90 milioni. Partendo così da una cifra iniziale di 150 milioni.

Portieri - Il reparto sembra essere quello meno interessato dal mercato, con Strakosha confermato titolare (partirà solo se arriverà un'offerta di 50 milioni) e Proto dietro di lui.

Difensori - Il mondo Lazio è stato sconvolto dall'annuncio di qualche giorno fa che dava Radu, storico capitano, per partente: errore grave secondo me cedere il rumeno, sì avanti con l'età ma giocatore affidabile e di esperienza, non in grado di giocare più tutte le partite ma che potrebbe essere utile. Io ripariteri da Luiz Felipe e Acerbi come titolari con Radu e Bastos a partire dalla panchina. Serve un titolare, la richiesta di Inazghi è stata diretta: Izzo, difensore napoletano in forza al Torino. Valutato 25 milioni, in questa stagione ha dimostrato tutte le sue qualità, e considerata la sua età (27) è un difensore su cui poter contare per molti anni. Chiuso il terzetto dei titolari, come sesto difensore punterei su di una giovane promesse, qualcuno da far crescere all'ombra di Izzo e Acerbi, come Bastoni, puntando anche su Armini, il giovane talento di casa. Il reparto difensivo definitivo sarebbe così: Acerbi, Izzo, Luiz Felipe, Bastos, Radu, Bastoni, Armini (40 milioni).

Centrocampo - A centrocampo si riparte con la certezza Lucas Leiva vero muro davanti alla difesa, alla sua destra Luis Alberto e sulla fascia Lazzari sempre più vicino. Sulla fascia sinistra prenderei Shurrle, in rotta con il Dortmund: sarebbe un colpo alla Klose, grandissima qualità ed esperienza ad un costo bassissimo, sembra infatti che non rientri nei piani della squadra tedesca, così da poter puntare molto sul dopo Milinkovic. Io personalemnte busserei subito alle porte del Betis per Lo Celso, 23 anni, talento cristallino, il cui prezzo si aggira già intorno ai 50 milioni, ma il suo talento è indiscusso. La panchina la vedrei composta dai senatori Lulic, Parolo, Cataldi con l'aggiunta di Kurtic dalla Spal e De Silvestri, il giocatore romano oramai non più giovane garantirebbe esperienza e quantità sulla fascia ad un modico prezzo. Il reparto sarebbe quindi: Schurrle, Lo Celso, Lucas Leiva, Luis Alberto, Lazzari, Lulic, Kurtic, Parolo, Cataldi, De Silvestri (circa 90 milioni).

Attacco - Quest'anno come non mai si è avvertita l'esigenza di avere in squadra un attaccante da alternare ad Immobile, che possa garantire almeno 15-16 gol. Io spenderei gli ultimi soldi per potare alla Lazio Pavoletti e Joao Pedro dal Cagliari, abile di testa e con i piedi il primo e fantasista il secondo: sarebbero ottime alternative per immobile e Correa. Avremmo dunque Immobile, Correa, Pavoletti e Joao Pedro (circa 20 milioni)

Con una formazione titolare: (3-5-2): Strakosha, Luiz Felipe, Acerbi, Izzo, Schurrle, Lo Celso, Leiva, Luis Alberto, Lazzari, Correa, Immobile.