Una delle domande che mi faccio quando analizzo le vicende italiane è come mai sia così difficile rapportarsi agli altri: ad avviso dei miei connazionali, gli italiani sono i più bravi tra i medici, i più bravi tra gli avvocati, i più bravi tra gli studenti, i più bravi tra i ricercatori... e così via. Fino a poco tempo fa, pensavano anche di essere i più bravi tra i calciatori.
Il problema è che, se negli altri ambiti (diritto, economia, medicina, università) spesso si finiva col fare la fine del signore greco nel famoso film sul grasso Matrimonio, secondo cui tutto è  di origine greca, nel calcio i risultati ci davano ragione, ora la situazione di fatto è cambiata. 
Inizialmente questo articolo voleva  paragonare Bernardeschi, classe 1994, pagato due anni fa più di 40 milioni di euro dalla Juventus, con Asensio, classe 1996. Poi, col passare dei minuti di Spagna - Croazia, il confronto si è fatto impietoso.
E allora chi scrive ha realizzato un'altra verità: non solo ciò che è "nato italiano" gode di una sopravvalutazione incredibile, ma anche ciò che lo diviene per adozione o per tifo. Sarà anche per questo, e non per le sventure o i tiri mancini dei ct, che perdiamo sempre più spesso, come nazione e come nazionale: forse la realtà è che siamo meno bravi degli altri.

Ci si è dunque chiesti: se Dybala, sirenetta incantatrice di tanti juventini, panchinaro in bianconero e in nazionale, vale oltre 100 milioni di euro, quanto vale Asensio, protagonista da un paio d'anni col Real e in Nazionale? 
Non abbiamo avuto il coraggio di formulare una risposta, per non spogliare definitivamente il Re.