Ei fu. Siccome immobile, Dato il mortal momento, Stette la Serie A immemore Orba di tanto sgomento, Così scossa, attonita L'Italia al nunzio sta, Muta pensando al ritorno;  
di un campionato ormai morto
Nè sa quando una simile Lega  
Sempre pronta e che se ne frega.
La sua cruenta falce  
A mieter verrà.  
Lui (Lotito) folgorante in solio
Vide la morte e tacque;  
Quando, con voce assidua,    
Chiese, pianse e implorò il ritorno in campo.  
Di mille voci all'unisono al no  
Solo la sua 'si' dichiarò.

Servo del soldo economico E di codardo pensiero, Sogna or commosso al subito Raggiunger il suo obiettivo (sudetto): E scioglie le sue idee Davanti al prossimo che oggi morrà. Dall’Alpi alle Piramidi, Dal Manzanarre al Reno, Di quel sicuro ritiro del campionato Lotito balenò; Scoppiò da Scilla al Tanai, "Questo scudetto ritirato? Già mai".
Sarà vera gloria? Sol per lui L’ardua sentenza: nessun Chinò la fronte al Claudio Lotito, che volle concluder il tutto.
Del creator suo Dio Più vasto fu il fregarsene. La Seria A e Lega Gioia d’un gran impegno, L’ansia d’un cor che debole Serve, pensando al regno (Italia unita) E il giungere, a tal premio (scudetto) Ch’era follia sperar, di tornare in Maggio. Tutto ei provò (Lotito): la gloria Maggior dopo il periglio, La fuga e la vittoria, davanti a tanto ritegno
L'Italia dal suo esilio: due volte nella polvere, Due volte sull’altar come sacrificio.

Ei si nominò: due secoli, L’un (Lotito) contro l’altro (resto d'Italia) armato, Sottomessi a lui nessun si volle, Come aspettando la fine di tutto; Ei fece silenzio (Camp. Italiano), e Conte (Premier) S’inserì in mezzo a lor. E sparve, le sue lozioni Chiuse in sì breve la Serie A, Segno d’immensa prevenzione E di pietà profonda, per chi ne pensava il contrario E d’indomato amor per la sua patria. Come sul capo al naufrago L’onda del Covid-19 s’avvolve e pesa, L’onda su cui l'italiano, si dispose a lancia tesa, Scorrevan tre mesi di fuoco Tutto era fermo in loco; Tutti col pensier di quel cumolo Di memorie salite al ciel! Oh quante volte ai tempi Narrar se stessa l'Italia. E sull’eterne pagine di storia, aggiunger tal momento.
Oh signor Lotito, al tacito Morir d’una persona inerte, Chinati e cospargi il tuo capo di cenere, Le mani a mo' di preghiera, Stando, con la testa a quella gente, Che muore in solitaria! E ripensò alle gestalli Di Sheva, Mancini e Vialli.
E il lampo del manipolator (Lotito), E l’onda di insulti che alzò verso di se con un dito, E la concitata Lega, Che magna,beve e se ne frega. Ah! Fossi il presidente Cader l'anello dal naso gli farei, E disperò: ma chi si pensa di essere? Ma venne una man dal cielo (G.Conte), E in poche parole, Chiuse la bocca a quel magnasugo pietoso.
E l’avviò, dei campionati Sentier della speranza, Ai campi eterni, al premio Che il desiderio avanza, Dove il silenzio è tenebre La gloria che passò un dì. Bella Immortal! bene'fica' Tornerà piena di trionfi!
Sogna ancor questo, allegrati; Chè più sogni,più torna a te Al disonor chi corre troppo E Giammai a lui nessun si chinò. Tu dalle stanche ceneri Sperdi ogni pia parola: Dio che sceso in terra, Che rallegra e che consola, Sulle deserte strade italiane La sua mano è pronto a posar.