In questo articolo speciale, vi racconto l'esperienza che ho vissuto a Roma nella finale di Coppa Italia del 2010. Un viaggio iniziato con tanta felicità verso un sogno che si è conlcuso con un trionfo senza precedenti. Buona lettura.

Era la mattina del 5 maggio 2010, quel giorno lo ricordiamo perchè l'Inter perse lo scudetto nella partita contro la Lazio, si giocava la finale di Coppa Italia. La mattina mi svegliavo per andare a scuola, facevo la quarta elementare, erano gli anni più belli della mia vita, ero intelligente in tutte le materie, ma soprattutto ero felice perchè tutto sembrava andare per il verso giusto. C'era la finale di Coppa Italia tra Inter e Roma. In panchina si sedevano Josè Mourinho e Claudio Ranieri, due rivali che si contendevano lo scudetto fino all'ultima giornata, era il campionato più bello all'inizio di quel decennio. Alla scuola elementare ci stavamo preparando per la recita di fine anno, i miei compagni parlavano di quella partita che si giocava, iniziarono a prenderci di mira con i soliti scherzi, come al solito erano i tifosi juventini e milanisti. 

Che cosa è successo più tardi? Esco da scuola e mi dirigo verso il bar dove lavorava mio padre, iniziai a gironzolare sotto e sopra; andai così in gelateria e vidi mio zio seduto sulla poltrona che mangiava delle patatine, era seduto come Bud Spencer e io gli dissi: "Zio dove sta mio padre", lui mi rispose mentre stava mangiucchiando le patatine: "Sta giù nell'ufficio". Il mio papà stava facendo delle cose e ad un certo punto riuscì a trovarlo, lui mi chiese una domanda alquanto strana: "Vuoi venire a Roma a vedere l'Inter?" Io gli risposi: "A Roma? No non voglio venire". Mio padre mi mandò a quel paese e si arrabbiò molto, decisi così di chiamare a mia madre per chiedere una cosa e gli dissi questo: "Mamma è vero quello che mi ha detto papà, che andiamo a Roma?" Mia madre disse di sì e io scoppiai a piangere, perchè volevo restare a San Severo. Alla fine ci ripensai e convinsi i miei a venire con loro, mio padre da essere arrabbiato divenne felice. Ultimate le ultime cose, siamo partiti per la capitale laziale, era nel pieno del pomeriggio. A vedere quella finalissima c'erano anche i miei zii e un amico che lavorava in quel bar. Durante il viaggio mi sono addormentato e mi svegliai in una stazione di servizio, dovevamo mangiare e indovinate un pò che cosa mi è successo? Mi si rompe un dente, proprio quel giorno, il dente era caduto; corsi subito in bagno per fermare il sangue e alla fine tutto era andato per il verso giusto. 

Dopo essere ripartiti, arriviamo finalmente alla capitale, c'era grande attesa per questo match. Abbiamo girato di lungo e in largo per trovare lo stadio, alla fine ci riusciamo grazie all'aiuto di mio zio. Lo stadio Olimpico era blindatissimo, c'erano forze dell'ordine da tutte le parti, non mancarono però i controlli; salivo le ultime gradinate ed entrai nel tempio più famoso d'Italia dove lì ci hanno giocato: Francesco Totti, Gabriel Batistuta, Juan Sebastian Veròn, Hernan Crespo e così via. Il tempo era bruttissimo, c'era rischio di una forte pioggia. Mio zio a sorpresa andò a finire nel settore dove stavano i tifosi giallorossi, non poteva esultare, perchè altrimenti lo facevano molto male. Stavo nella curva dell'Inter e partirono subito dei cori di incoraggiamento per i neroazzurri, ma anche quelli contro la Roma; alla rete di Diego Milito la curva esplode e i giocatori dell'Inter andarono a festeggiare sotto la curva, siamo sull'1-0. Nella ripresa succede di tutto, Totti che commette un fallaccio su Balotelli e viene espulso, i giocatori della Roma facevano dei falli bruttissimi ai giocatori dell'Inter e poi alla fine della partita, è festa neroazzurra. Al termine della premiazione, la squadra e Josè Mourinho festeggiarono sotto la curva, mia madre ed io avevamo dato la mano a Balotelli, per me era un emozione unica, avevo assistito per la prima volta ad una partita della mia squadra del cuore e volevo pure rimanere a San Severo. All'età di dieci anni mi avevano fatto una sopresa, era meglio se stavo felice dall'inizio.

Ad un certo punto, dovevamo uscire fuori dallo stadio, ma la polizia ci bloccò perchè fuori c'erano gli scontri tra tifosi romanisti e tifosi interisti. Dovevamo aspettare un bel pò, fuori successe di tutto, i poliziotti avevano fatto un bel gesto, altrimenti rischiavamo anche noi di essere presi a pestate da quei tifosi giallorossi. La pioggia continuava ancora di più, finchè arrivò il temporale ed io ebbi paura come un fifone, poi alla fine ci fecero uscire dallo stadio e ci siamo messi a correre per la forte pioggia, eravamo tutti bagnati, non ce lo saremmo aspettati un maltempo del genere. Lasciamo così la capitale e ci dirigiamo verso casa, decidemmo così di fermarci in Autogrill, i miei zii erano diretti già verso San Severo. Abbiamo dormito dentro la macchina, perchè eravamo molto stanchi dopo un lungo viaggio. La mattina ci siamo svegliati e dopo aver fatto colazione ci siamo diretti verso il ritorno a casa. Io continuai a dormire ancora per un bel pò, mi svegliai a San Severo e mio padre mi disse che avevo fatto un bel sonnellone, mi disse anche che cosa ne pensavo di quella esperienza e io gli risposi dicendogli che è stata una bellissima avventura.

Il giorno dopo tutto era bello, raccontai ai miei amici di scuola la mia avventura allo stadio Olimpico tra cui anche la mano data a Mario Balotelli. Ci rimasero stupiti anche le maestre che mi dissero perchè non ero venuto a scuola, ma io avevo vissuto una partita dal vivo per la prima volta e spero un giorno di tornare a vedere l'Inter dal vivo, questa volta a San Siro.

Un abbraccio Il Tifosino