Siamo a cinque giornate dal termine della stagione e Milan e Inter continuano la loro bagarre punto su punto per la conquista dello scudetto. Ho appositamente non menzionato il Napoli perché, a torto o ragione, continuo a non ritenerlo in gradi di competere con le milanesi a livello mentale e di esperienza, visto che nonostante la mediocrità del livello del calcio italiano, non riesce mai ad approfittare delle mancanze altrui. 
Ad oggi se dovessi puntare un euro, sinceramente non saprei su chi puntarlo, forse lo punterei sui nerazzurri per il semplice motivo che “virtualmente” vincendo il recupero sarebbero in testa. 

Il livello del calcio italiano dicevano no? Beh onestamente credo di non scoprire l’acqua calda quando asserisco che da qualche anno a questa parte il declino del calcio italiano è abbastanza chiaro e impietoso. 
Se persino una “squadraccia” come la Juventus, così mal costruita e piena di lacune tattiche e tecniche, senza quelle giornate iniziali, sarebbe quantomeno a giocarselo, questo scudetto, la dice lunga.
Eravamo abituati che la nostra migliore squadra che vinceva il campionato andava quantomeno a giocarsela a livello europeo, invece negli ultimi anni assistiamo ad uno spettacolo indecente. 
Squadre che non passano nemmeno i gironi di Champion’s o che al massimo vengono continuamente eliminate agli ottavi da squadre che solo qualche anno fa non avrebbero dato nessun pensiero. Nelle altre competizioni non va certo meglio, con solo la Roma che è approdata alle semifinali di Conference Legue, che non è proprio una competizione di altissimo livello. Per alcuni le squadre italiane snobbano l’Europa League, non ritenendola una competizione importante, in realtà è che siamo talmente scarsi da non essere competitivi nemmeno nella seconda competizione europea, altro che snob!!
Siamo figli di una nazionale che per due volte consecutive non parteciperà ai mondiali, cose da terzo mondo, siamo figli di un calcio che ha corso piu dietro al decreto crescita che alla crescita dei calciatori italiani. E così abbiamo importato una quantità di mediocrità straniera da far paura.

Lo stato economico delle società è preoccupante, nonostante ciò a nessuno viene in mente di mettere a punto un piano serio per uno scouting in giro per il mondo, affidandosi ad esperti del ramo, che riescano a portare in casa giocatori di valore e di prospettiva prima degli altri. Perché gli “altri” ci sono, esistono, e sono quelli che poi, giustamente, ti chiedono i milioni per venderti quel talento che loro avevano visto prima di tutti e sono andati a prenderselo con due lire. No, noi l’estate prossima assisteremo alle estenuanti trattative delle tre maggiori squadre italiane che dovranno accaparrarsi, Raspadori, Scamacca e Berardi, uno a testa, per la felicità del Sassuolo. Senza contare chi riuscirà a mettere sotto contratto Dybala, che continuerà altrove a scroccare un lauto stipendio, o Belotti. Del resto se siamo un campionato dove degli ex giocatori di 40 anni fanno ancora i fenomeni, quando in altri campionati farebbero, probabilmente, gli opinionisti, questo è il massimo che possiamo attenderci. 
Le squadre italiane sono sempre più straniere, di proprietà, con i tifosi che ad ogni notizia di possibile cessione a qualche non chiaro fondo araboamericanofranceseturco, sognano i milioni di euro per il fantamercato, salvo poi accorgersi che gli intenti dei nuovi padroni sono altri.  

Bisogna tornare al passato, ci vuole pazienza e soprattutto gente capace di fare il proprio mestiere. Per fare il direttore sportivo di una squadra di calcio bisogna sapere di calcio, per avere giocatori che sappiano giocare a calcio bisogna insegnare a giocare a calcio da giovani. Non ci si inventa niente, le cose o si sanno o si finisce a fare i Paratici. 

Alla Juventus fino a quando ci si era affidati a queste figure, si è creato l’esempio Juventus, sia dal punto di economico che dal punto di vista tecnico, con persone alla Marotta capaci di vedere l’affare dove gli altri non ci riuscivano. Quando ci si è illusi che questo “lavoro” poteva farlo chiunque, anche Paratici con il benestare di Nedved, si è distrutto tutto. 
Questo è successo anche a Inter e Milan in passato, ma oggi che sono in mani sapienti come quelle di Marotta e Maldini, i risultati stanno arrivando, e se li lasceranno lavorare i risultati saranno sempre più importanti. Perché il buon lavoro richiede tempo soprattutto se alla spalle non ha un fondo senza limiti economici. 
Noi ci consoliamo con lo scudetto, che riempie il serbatoio della soddisfazione del tifoso, che per un po’ può sfottere gli amici avversari, ma poi sarà sempre la solita mediocrità delle squadre italiane.

L’ideale sarebbe la mentalità e l’organizzazione societaria della Dea, con la struttura e la forza economica di una big. Ma difficile da creare.  Le due rivoluzioni in casa Juventus hanno durato nove mesi ciascuna, per poi tornare alla tradizione e al pratico. In fin dei conti in casa Juventus il tempo e l’attesa per creare non fanno parte del DNA. 
Il sottoscritto il prossimo colpo di mercato importante lo farebbe sotto la voce “direttore sportivo” cercando un profilo alla Giuntoli o Carnevali da affiancare a Arrivabene, poi tutto il resto verrebbe da solo. Perché con dei dirigenti del genere, gente come Tek, De Sciglio, Rugani, Sandro, Chiellini, Rabiot, Arthur, Bernardeschi, Kean, farebbero le valigie senza se e senza ma.
Tutto il resto sarebbe sicuramente un upgrade.